Giorno per giorno – 02 Dicembre 2010

Carissimi,

“Non chiunque mi dice: Signore, Signore, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli” (Mt 7, 21). Che forse equivale a dire che il regno non viene a noi chiamandolo, o scrivendone, o sognandolo. Viene a noi, facendolo, o, se questo è pretendere troppo, testimoniandolo, offrendone almeno qualche segno, di tanto in tanto. E però, aveva ragione, stamattina, Dominga a dire che la difficoltà sta proprio qui. Via dalla preghiera, un passo fuori dalla chiesa, o dalla casa dove si è pregato e meditato il Vangelo, e tutto sembra già essere andato in fumo. Anche Dulcy è della stessa idea: tutto sembra congiurare per impedirci di applicare, nel concreto del nostro quotidiano, le belle risoluzioni prese. La religione sembra allora davvero costituire il nostro alibi. Nei termini in cui Isaia dà voce alla protesta di Dio: “Questo popolo si avvicina a me solo con la sua bocca e mi onora con le sue labbra, mentre il suo cuore è lontano da me e la venerazione che ha verso di me è un imparaticcio di precetti umani” (Is 29, 13). Che è poi ciò a cui Gesù sembra alludere nel Vangelo di oggi. E tuttavia vale la pena di continuare a leggere il profeta, perché è sorprendente la vendetta di Dio: “Perciò, eccomi, continuerò a operare meraviglie e prodigi con questo popolo; perirà la sapienza dei suoi sapienti e si eclisserà l’intelligenza dei suoi intelligenti” (Is 29, 14). E ancora: “Udranno in quel giorno i sordi le parole del libro; liberati dall’oscurità e dalle tenebre, gli occhi dei ciechi vedranno. Gli umili si rallegreranno di nuovo nel Signore, i più poveri gioiranno nel Santo d’Israele” (Is 29, 18-19). Ed è quanto ci basta. Arriveremo là, quando arriverà il Suo giorno.

 

Il nostro calendario ci porta la memoria di Ita Ford, Maura Clarke, Dorothy Kazel, Jean Donovan, martiri nel Salvador, a cui noi aggiungiamo anche quella di don Danilo Cubattoli (don Cuba),  prete dei carcerati e mistico.

 

2 Martiri Salvador.jpgIl pomeriggio del 2 dicembre 1980, le quattro donne venivano fermate all’uscita dall’aeroporto di El Salvador da cinque soldati salvadoregni in borghese. Trascinate in un luogo isolato, erano poi state stuprate e uccise. Si trattava di quattro missionarie nordamericane: Ita Ford, nata il 23 aprile 1940, e Maura Clarke, il 13 gennaio 1931, erano entrambe della Congregazione di Maryknoll, Dorothy Kazel, nata il 30 giugno1939, era orsolina, e Jean Donovan, nata il 10 aprile 1953, era invece laica. Le prime erano da molto tempo impegnate nel lavoro con la gente più povera ed emarginata. Prima di arrivare nel Salvador di mons. Romero, Ita aveva lavorato in Cile, sotto la dittatura di Pinochet, Maura in Nicaragua, Dorothy con gli indiani americani dell’Arizona, mentre la giovane Jean, solo due anni prima, aveva abbandonato una carriera promettente per diventare missionaria. Alla sequela di Gesù, queste donne seppero amare i poveri, non esitando a dare la vita per loro. Nel 1984, i cinque uomini, riconosciuti colpevoli,  sarebbero stati condannati a 30 anni di carcere. Tre di loro sono stati liberati nel 1998 per buona condotta.

 

02 DON CUBATTOLI.jpgDanilo Cubattoli era nato a San Donato in Poggio (Fi), il 24 settembre 1922, da Adele e Giuseppe Cubattoli. Tredicenne, entrò nel seminario minore di Montughi a Firenze, città di cui, dal 1931, era arcivescovo Elia Dalla Costa,  personalità di primo piano della Chiesa italiana, per umanità, dottrina, capacità di dialogo e profondità di spirito. Durante gli studi nel seminario maggiore di Cestello, Danilo ricevette dai compagni  il soprannome di Cuba, che gli restò per tutta la vita. Ordinato prete l’11 luglio 1948, visse la stagione d’oro della chiesa fiorentina, quella di don Giulio Facibeni, Lorenzo Milani, Renzo Rossi, Silvano Piovanelli, Ernesto Balducci, Raffaele Bensi, Bruno Borghi, Giorgio La Pira. Ispirato da quest’ultimo, alla fine degli anni Quaranta, dette vita all’associazione “Obiettivo Giovani di San Procolo”, che aveva come finalità l’assistenza e l’avviamento professionale di giovani provenienti dai ceti più poveri. Negli anni Cinquanta fu cappellano presso le carceri di Santa Teresa e delle Murate e, successivamente, presso l’istituto di pena di Sollicciano. E fu proprio per alleviare la pena dei detenuti e favorirne il reinserimento, che don Cuba prese a occuparsi di cinematografia, collaborando negli anni successivi con registi come Pasolini, Fellini, Bellocchio, Olmi, Benigni. Amatissimo da tutti e specialmente dai più giovani per la sua carica di allegria e di entusiasmo, e per la coerenza cristallina della sua testimonianza, don Danilo, il “prete dei  carcerati”,  è morto a Firenze il 2 Dicembre 2006.

 

I testi che la liturgia propone alla nostra riflessione sono tratti da:

Profezia di Isaia, cap.26, 1-6; Salmo 118; Vangelo di Matteo, cap.7, 21. 24-27.

 

La preghiera del giovedì è in comunione con le religioni tradizionali indigene.

 

 

HANUKKAH CANDLES.jpgIeri sera (quando era già oggi, 25 del mese di Kislev), i nostri fratelli ebrei hanno acceso la prima delle otto candele di Hanukkah, la Festa della Dedicazione del Tempio. Avvenuta nell’anno 165 a.C., in questo stesso giorno, tre anni dopo che Antioco IV Epifane aveva preso a sacrificare ai suoi dèi su un altare del Tempio di Gerusalemme. Come a dire: qui comando io, voi vi dovete adeguare. Ma Giuda Maccabeo e i suoi avevano replicato: no, grazie! E, appunto, in pochi anni, avevano mandato a spasso i potenti vicini. Il Talmud (Shabbat 21b) racconta che, durante la purificazione del Santuario, si trovò un flacone di olio, quanto bastava per mantenere accesa la menorah un giorno solo. Tuttavia, miracolosamente, l’olio bruciò per otto giorni. Il tempo necessario per prepararne di nuovo, puro. Per questo, ancor oggi, gli ebrei espongono per otto giorni la loro Hanukkià.

 

Per stasera è tutto. Noi ci si congeda qui, lasciandovi a un brano del gesuita John Dear, dedicato alla figura di Jean Donovan, apparso con il titolo “Jean Donovan and the call to Discipleship nel suo sito (http://www.fatherjohndear.org). E che è, per oggi, il nostro

 

PENSIERO DEL GIORNO

Quando Jean udì la chiamata alla conversione e rivoluzionò la sua vita, entrò nel mondo dei poveri e degli oppressi e cominciò a guardare alla vita attraverso i loro occhi. Quanto più si lasciava andare ad entrare in questa nuova prospettiva, quanti più sofferenti incontrava, maggiore era la libertà, la grazia e la gioia che sentiva. La viva solidarietà di Jean con i poveri trasformò la sua vita. Non aveva mai trovato senso nel suo lavoro nella ditta di contabilità dove aveva lavorato prima, ma ora la sua vita traboccava di significato. Ora sentiva per davvero che stava aiutando la gente del Salvador, in questo momento della storia, ed era proprio ciò che il Creatore dell’universo voleva da lei. La sua identificazione con i poveri dell’America Centrale crebbe di mese in mese, così che ogni giorno, ogni incontro, la sprofondavano sempre di più nel Vangelo, fino a quando si trovò nella cappella di Maryknoll, per dire sì a Dio che voleva che lei tornasse a rischio della sua stessa vita. Alla fine, quando fu torturata ed uccisa, riuscì ad essere una cosa sola con i poveri e con il Dio dei poveri. La solidarietà di Jean con i poveri fu completa nel martirio. Le fu data la grazia di condividere letteralmente lo stesso destino dei poveri, il destino di Gesù: una morte ingiusta e anzitempo. Perché Jean lasciò dietro di sé così tante cose per entrare nel mondo dei poveri? Perché nel volto della gente povera, abbattuta, violentata, ferita, picchiata del Centroamerica, nel volto dei rifugiati, dei senzatetto, degli affamati, dei malati, degli sfollati, dei disprezzati, cominciò a vedere più chiaramente il volto di Dio. Nel volto dei poveri, Jean Donovan vide il volto di Gesù Cristo. In mezzo ai poveri, scoprì non solo il significato della vita, ma la presenza del Dio vivo della vita. Dopo un tale incontro spirituale, non poteva esserci più nessun ritorno indietro. (John Dear, S.I.,  Jean Donovan and the call to Discipleship).

 

Ricevete l’abbraccio dei vostri fratelli e sorelle della Comunità del bairro.

Giorno per giorno – 02 Dicembre 2010ultima modifica: 2010-12-02T23:04:00+01:00da fraternidade
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