Giorno per giorno – 16 Ottobre 2010

Carissimi,

“Io vi dico: chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anche il Figlio dell’uomo lo riconoscerà davanti agli angeli di Dio; ma chi mi rinnegherà davanti agli uomini, sarà rinnegato davanti agli angeli di Dio. Chiunque parlerà contro il Figlio dell’uomo, gli sarà perdonato; ma a chi bestemmierà lo Spirito Santo, non sarà perdonato” (Lc 12, 8-10). Serietà della chiamata alla testimonianza! E noi che si pensava che, per essere cristiani, bastasse un battesimo, la prima comunione, la cresima, il matrimonio in chiesa e qualche messa o processione qua e là! O che, comunque, la nostra fede si risolvesse nei gesti che la celebrano tra le mura di una chiesa. E, invece, quelli hanno senso solo se incidono sulla nostra maniera di essere e agire nella società. Che deve perciò mostrare concretamente  il nostro “riconoscimento” di Gesù come significato della nostra vita. Sfidando i valori correnti, fuori e qualche volta, purtroppo, dentro la chiesa, così come fuori e dentro casa. Mettendo in conto critiche violente e persecuzioni. O, anche solo sorrisi di compatimento e incomprensioni. Stamattina ci si chiedeva cosa potessero significare quel “parlare contro il Figlio dell’uomo” che sarà perdonato e l’ imperdonabile bestemmia contro lo Spirito. E ci siamo detti che il primo consiste forse nel limite di quanti, fuori della cerchia dei discepoli (e, perciò, della chiesa) non riescono a cogliere la dimensione divina  di Gesù. Il quale, per altro, non è particolarmente interessato ad una campagna di autopromozione della sua persona o di conquista del consenso. Il secondo invece si riferisce a chi, nella Chiesa, consapevolmente, bestemmia (con parole, gesti, azioni e omissioni) lo Spirito del Crocifisso risorto, nega, cioè, la verità della paternità universale di Dio e dell’universale fraternità umana. Questa è l’unica vera scomunica, emanata direttamente da Dio e che durerà finché dura il peccato. Che è assai più diffuso di quanto si possa pensare, proprio tra i frequentatori abitudinari delle nostre chiese.    

 

Il calendario ci porta oggi la memoria di Rabbi Nachman di Bretzlav, mistico ebreo, e di Agostino Thevarparampil, piccolo prete al servizio dei dalit, gli intoccabili.

 

16 rav-nachman.jpgRabbi Nachman di Bretzlav, pronipote del famoso Baal Shem Tov, nacque il 4 aprile 1772 a Medzibor, e fu un alunno piuttosto distratto e svogliato. Sposatosi poco più che ragazzo, visse, da giovane, una fase di rigoroso ascetismo, rifuggendo da ogni piacere, praticando il digiuno e concentrando tutta la sua attenzione sul solo Nome di Dio. Riuscendo tuttavia a fare tutto ciò con genuina e profonda allegria dello spirito. Ben presto, la fama della sua santità gli attirò schiere di discepoli. Innamorato della natura, insegnava loro a contemplare Dio nella bellezza del creato e diceva: “Quando pregate nei campi, è tutto il mondo delle piante che viene in vostro aiuto e dá forza alle vostre preghiere”  e ancora: “Venite, e vi mostrerò una nuova strada verso il Creatore. Non attraverso la parola, ma attraverso il canto! Cantiamo, e il Cielo ci comprenderà!”. Ma ammoniva anche: “Bada bene che tu sei là dove sono i tuoi pensieri. Fai attenzione che i tuoi pensieri siano dove tu vuoi essere”. Uno degli elementi centrali del suo insegnamento, era l’insistenza sul bisogno di essere sempre contenti, di non lasciarsi mai abbattere, di non avere mai paura. Spiegava che l’unico vero peccato è la tristezza e lo scoraggiamento che gelano il cuore di una persona che ha commesso un’infrazione morale o alla quale è successo qualcosa di brutto. La depressione è la radice di ogni peccato successivo, in quanto convince la persona di non essere capace di allontanarsi dalla falsa strada, di non essere capace di fare altro che errori, di non meritare nulla se non disgrazie e punizioni. Nel 1798, dopo un breve viaggio in terra d’Israele, si stabilì a Bretzlav, dove il suo insegnamento gli procurò la simpatia della gente più semplice, che egli invitava a servire Dio con la fede innocente dei bambini, ma anche l’avversione di numerosi altri rabbini. Amareggiato da tali dispute, si trasferì a Uman, dove, l’anno seguente, durante la festa di Sukkot, il 18 Tishri 5571 (16 ottobre 1810), morì di tubercolosi, all’età di 38 anni, senza nominare un successore.  Il suo insegnamento e la sua figura, lungi dall’essere dimenticati, continuarono a ispirare le successive generazioni e, ancora oggi, migliaia di pellegrini si recano ogni anno sulla sua tomba a Uman.

 

16 Agostino Thevarparampil.jpgAgostino Thevarparampil era nato a Ramapuram, nello stato indiano del Kerala, il l° aprile 1891. Terminati gli studi, era entrato in seminario e fu ordinato sacerdote il 17 dicembre 1921. Da allora il suo nome sarebbe stato solo Kunjachan, che nella lingua malayam significa “piccolo prete”, a causa della sua bassa statura. Dopo un breve periodo in cura d’anime a Kadanad, nel marzo 1926 fece ritorno a Ramapuram. Qui venne a contatto con il mondo degli ‘intoccabili’, gli appartenenti alle classi sociali più basse, quelli che Gandhi chiamava Harijan,  figli di Dio, che oggi vengono detti Dalit. Agostino decise di dedicare la sua vita per migliorare le loro condizioni e per evangelizzarli. Uomo di preghiera, amante della vita semplice e povera della sua gente, visse in mezzo a loro per quasi mezzo secolo, morendo, dopo una grave malattia, il 16 Ottobre 1973.

 

I testi che la liturgia odierna propone alla nostra riflessione sono tratti da:

Lettera agli Efesini, cap.1, 15-23; Salmo 8; Vangelo di Luca, cap.12, 8-12.

 

La preghiera del Sabato è in comunione con le comunità ebraiche della diaspora e di Eretz Israel.

 

Si celebra oggi la Giornata mondiale dell’Alimentazione, con cui la FAO (Food and Agriculture Organisation) ricorda, ogni anno, la data della sua fondazione, avvenuta  il 16 ottobre 1945. Vuole richiamare la nostra attenzione sul dramma della fame, della denutrizione, della sottoalimentazione e delle malattie che ne derivano.

 

16 RASTRELLAMENTO EBREI DI ROMA.jpgAlle 5,30 del 16 ottobre 1943 ebbe inizio il Rastrellamento degli ebrei di Roma ad opera delle truppe naziste. Dei 1024 ebrei, uomini, donne, vecchi, ragazzi, bambini, inviati ad Auschwitz, solo 16 sopravvissero. Nessuno degli oltre 200 bambini. “Non c’è futuro senza memoria. Coloro che non hanno memoria del passato sono destinati a ripeterlo”. 

 

Rabbi Nachman di Bretzlav chiese al suo discepolo Rabbi Nathan di tradurre in preghiere la sua opera principale il Likoutey Moharan. Ne nacque così il Likoutey Tefilot, da cui prendiamo questa preghiera che – se mai foste caratteri collerici o vi capitasse anche solo qualche volta di cadere vittime di uno scatto d’ira –  cadrebbe a puntino e che noi, comunque, vi offriamo, oggi, come nostro

 

PENSIERO DEL GIORNO

Eterno nostro Dio e Dio dei nostri padri, possa Tu, che sei pieno di desiderio e di bontà, venire in mio aiuto. Proteggimi e preservami dalla collera, dagli accessi d’ira e da ogni sorta di durezza. Proteggimi nella tua bontà e veglia sempre su di me. E anche nel momento in cui mi sopravviene la collera, abbi pietà di me nella tua misericordia, veglia su di me e salvami  perché non aggiunga alla mia collera nessuna crudeltà. Che possa invece meritare di porre un freno alla mia ira fino ad annientarla con la misericordia. Che io possa solo provare una grande compassione nel momento in cui – Dio non voglia – mi venisse di adirarmi. Che in me non ci sia altro Dio al di fuori di Te e che io non mi prostri davanti a nessun altro Dio straniero, dato che chi cede alla collera è considerato come se si fosse dato all’idolatria. Salvami, nella tua grande clemenza, dalla collera, affinché non mi succeda mai di adirarmi per qualcosa. Che io non sia mai aspro con nessuno e che mai un sentimento di collera o di animosità arrivi a dominare il mio cuore. Possa meritare soltanto di sposare le tue qualità, di essere buono verso tutti, restando muto davanti a coloro che mi oltraggiano. (Rabbi Nathan, Likoutey Tefilot).

 

Ricevete l’abbraccio dei vostri fratelli e sorelle della Comunità del  bairro.

Giorno per giorno – 16 Ottobre 2010ultima modifica: 2010-10-16T23:34:00+02:00da fraternidade
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