Giorno per giorno – 06 Marzo 2024

Carissimi,
“Non crediate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto ad abolire, ma a dare pieno compimento. In verità io vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà un solo iota o un solo trattino della Legge, senza che tutto sia avvenuto” (Mt 5, 17-18). I nostri fratelli ebrei, ancora oggi, designano la loro Bibbia (che corrisponde al nostro Antico Testamento) con l’acronimo TaNaK, formato dalle iniziali delle tre sezioni di libri che la compongono (Torah, Nevi’îm, Ketuvîm= Legge, Profeti, Scritti). Così, quando Gesù dice: “Non sono venuto ad abolire la Legge e i Profeti”, intende dire che il suo insegnamento non è in contrapposizione alla storia che lo ha preceduto e neppure è il suo superamento, ne è, invece, per chi vuole accettarlo, il compimento. La storia sacra (ma è sacra anche ogni nostra storia) non si cancella, con i suoi eventi fondanti, progressi e retrocessi, conquiste, momenti tenebrosi, faticosi processi per discernere il volto e i piani di Dio, il tutto accompagnato da una promessa, che Gesù ha la pretesa di compiere. E, di fatto, compie, ma sotto il segno contrario a ciò che popolava (e in larga parte ancora popola) l’immaginario religioso, abituato a pensare Dio e la storia nelle categorie del dominio e dei suoi esiti vittoriosi. E, invece, ciò che Gesù ci presenta è il Dio crocifisso, figura di un amore che, in un mondo di rapporti marcati dalla violenza, preferisce dirsi nella sconfitta della morte piuttosto che ferire e uccidere. Nella stesssa pericope, l’Evangelista aggiunge poi un’altra sentenza di Gesù, che sembra però doversi riferire ai precetti che si possono evincere dalla nuova legge da lui incarnata, che trova espressione nel Sermone della montagna e che toccherà il suo apice nell’evento della croce: la legge del dono di sé, della pratica nonviolenta, dell’amore ai nemici, del perdono. Di questi è detto: “chi trasgredirà uno solo di questi precetti, anche minimi, e insegnerà agli uomini a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà agli uomini, sarà considerato grande nel regno dei cieli” (v.19). Nel regno dei cieli, cioè sulla terra, dove si vive nella logica di Dio.

Il calendario ci porta oggi le memorie di Martin Niemoeller, pastore della Chiesa Confessante, e Jean-Pierre de Caussade, mistico e maestro spirituale. Ricordiamo anche Ambrogio Valsecchi, teologo della vita morale e prete operaio.

Martin Niemoeller era nato il 14 gennaio 1892 a Lippstadt, in Germania, dalla famiglia di un pastore evangelico. Durante la Prima Guerra Mondiale comandò un sommergibile della Marina tedesca. Anticomunista, aveva appoggiato inizialmente l’ascesa al potere di Hitler. Almeno fino a quando non si rese conto, nel 1934, del pericolo che il nazismo rappresentava per la vita e la testimonianza della Chiesa. Fu questo che portò lui e altri 2500 pastori luterani a firmare la Dichiarazione di Barmen con cui si denunciava il processo di progressiva identificazione della chiesa con lo Stato nazionalsocialista, voluto dal movimento razzista e antisemita dei Deutschen Christen, che presto conquistò la maggioranza dei consensi in seno alle chiese evangeliche. Costoro sognavano l’alleanza tra croce uncinata e croce cristiana, dichiaravano Hitler l’unto del Signore, investito di una missione divina per risollevare le sorti della Germania, pretendevano che potessero accedere all’ufficio di pastori solo gli appartenenti alla razza ariana e imponevano il giuramento di fedeltà a Hitler. In reazione alla Chiesa del Reich, nacque, per iniziativa di Niemoeller la Lega d’emergenza dei pastori e, successivamente, con Karl Barth e Dietrich Bonhoeffer, la Chiesa confessante con il compito salvare il messaggio cristiano dall’ideologia paganeggiante del nazismo. Una predica su questi temi, tenuta da Niemoeller nella chiesa di Dahlem, il 5 marzo 1935, provocò l’arresto di oltre settecento pastori evangelici. Il 1° luglio 1937 fu la volta di Niemoeller. Processato l’anno seguente e condannato a sette mesi di prigione, dopo il suo rilascio, fu nuovamente arrestato per ordine personale di Hitler. Confinato a Sachsenhausen e poi a Dachau, vi restò fino alla Liberazione nel 1945. Dopo la Guerra, Martin Niemoeller fu eletto Presidente delle chiese protestanti e, nel 1961, presidente del Consiglio mondiale delle Chiese. La sua lotta a favore del disarmo, la difesa di una posizione neutrale tra le due Germania, la sua lotta per la pace, gli valsero l’ostracismo da parte di molti politici occidentali. Niemoeller continuò imperturbabile a servire l’Evangelo della Pace fino alla fine dei suoi giorni. Confessò che la chiave della sua visione etica consisteva nel chiedersi in ogni situazione: Cosa farebbe Gesù al mio posto? Morì il 6 marzo 1984.

Non sappiamo molto di Jean-Pierre de Caussade, salvo il fatto che nacque nel 1671 e che entrò nella Compagnia di Gesù, a Tolosa, nel 1693. Svolse il suo ministero in compiti relativamente insignificanti. Per un anno fu direttore spirituale delle Suore della Visitazione, a cui indirizzò una serie di lettere, che in seguito furono raccolte nel testo “Abbandono alla Divina Provvidenza”, in cui de Caussade sottolinea l’importanza del sacramento del momento presente: incontrare Dio negli avvenimenti più umili del nostro quotidiano. Morì il 6 marzo 1751.

Nato a Lecco il 16 dicembre 1930, Ambrogio Valsecchi fu ordinato presbitero nel 1953. Laureatosi in teologia morale nel 1956, presso l’Università Gregoriana, con una tesi sulla ‘legge nuova’ del cristiano secondo s. Tommaso d’Aquino, insegnò teologia morale nel Seminario e nella Facoltà Teologica di Milano dal 1957 al 1967, e fu consulente del cardinal Giovanni Colombo al Concilio. A Roma tenne corsi di Teologia morale all’Università Lateranense, all’Accademia Alfonsiana e all’Ateneo Salesiano. Negli anni 1969-1970 fu Rettore del Collegio Universitario Borromeo di Pavia. Il suo rifiuto ad abiurare alle proprie posizioni teologiche in contrasto con l’allora linea dell’episcopato lombardo, lo portarono ad una progressiva emarginazione spirituale e sociale. Nel 1971 iniziò un’esperienza di lavoro in fabbrica a Torino, alla quale dovette rinunciare dopo due anni per una grave malattia cardiaca. Nel 1973 l’episcopato lombardo emise una notifica in cui si dichiarava “estremamante pericolosa” dal punto di vista pastorale l’opera di Valsecchi “Nuove vie dell’etica sessuale” a causa della relativizzazione e storicizzazione delle norme morali riguardanti la sessualità. Alla nota, Vaalsecchi replicò nella prefazione al libro “Giudicare da sé”, sostenendo la necessità di distinguere quanto c’è di immutabile nella Parola di Dio da quanto invece è relativo al dato storico culturale, e come sia possibile individuare gli strumenti per attuare questo discernimento. In seguito a questa controversia, Valsecchi chiese di tornare alo stato laicale. Cosa che gli fu concessa. Nel 1975 si sposò con rito religioso. Da laico fu psicologo analista, collaborando con il centro di Educazione Matrimoniale e Prematrimoniale (CEMP) del comune di Milano. Morì per complicazioni cardiache il 6 marzo 1983.

I testi che la liturgia propone oggi alla nostra riflessione sono tratti da:
Libro del Deuteronomio, cap.4, 1. 5-9; Salmo 147B; Vangelo di Matteo, cap.5, 17-19.

La preghiera del mercoledì è in comunione con quanti ricercano l’Assoluto della loro vita nella testimonianza per la pace, la fraternità e la giustizia.

Oggi si celebra la Giornata dei Giusti dell’umanità. Istituita dal Parlamento Europeo il 10 maggio 2012, è dedicata a mantenere viva e rinnovare la memoria di quanti, in ogni tempo e in ogni luogo, hanno fatto del bene salvando vite umane, si sono battuti in favore dei diritti umani durante i genocidi e hanno difeso la dignità della persona rifiutando di piegarsi ai totalitarismi e alle discriminazioni tra esseri umani. La data del 6 marzo è stata scelta perché coincide con il giorno della scomparsa di Moshe Bejski, magistrato israeliano, superstite dell’Olocausto (fece parte della “lista di Schindler) e animatore del Giardino dei Giusti di Yad Vashem in Israele, al cui esempio la celebrazione odierna si ispira.
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È tutto, per stasera. E noi ci si congeda qui, offrendovi in lettura una citazione di Ambrogio Valsecchi, tratta da un suo articolo che troviamo sotto il titolo “Il rinnovamento della teologia morale” nel sito di Note di Pastorale Giovanile. Che è, per oggi, il nostro

PENSIERO DEL GIORNO
Camminiamo verso una morale che valorizza profondamente la persona: la morale cristiana che è la risposta a una Persona, Gesù Cristo, sotto la guida personale dello Spirito Santo, impegna e mette in gioco la persona. In altri tempi il termine di riferimento per le valutazioni etiche fu la «natura»; oggi esso diventa più direttamente ed esplicitamente la persona. La persona, come scrive S. Tommaso (I, q. 29, a. 3), è «quanto di più nobile c’è in tutto l’universo creato»: essa porta in se stessa il più alto riflesso quaggiù possibile dell’infinita perfezione delle tre Persone divine. Si può dire che tutta la morale cristiana sta nel rispettare la persona; tutto il resto è mezzo, strumento, cosa; la persona è «fine», e non può mai essere adoperata. Occorre molta sensibilità e molto equilibrio per presentare la morale cristiana in questa luce, impegnandoci a risolverne da capo i vari problemi partendo piuttosto che dalla considerazione di una natura astratta, dalla considerazione della persona nella sua natura. Ma alla fine di questo lungo e non facile cammino, avremo raggiunto, su una base nuova e più adeguata alla cultura del nostro tempo, le imprevedibili certezze della nostra morale; e su molti punti avremmo guadagnato una comprensione più duttile e profonda. Si pensi alla morale sessuale, non più svolta a partire dalla esigenza di rispettare una funzione naturale, ma di valorizzare la persona: l’essenziale finalizzarsi della sessualità alla maturazione umana e cristiana della persona e il suo ordinato svolgersi, nel matrimonio, a servizio dell’amore «interpersonale» tra i coniugi e a servizio della «persona» dei figli. (Ambrogio Valsecchi, Il rinnovmento della teologia morale).

Ricevete l’abbraccio dei vostri fratelli e sorelle della Comunità del bairro.

Giorno per giorno – 06 Marzo 2024ultima modifica: 2024-03-06T21:43:09+01:00da fraternidade
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