Giorno per giorno – 01 Febbraio 2024

Carissimi,
“Gesù chiamò a sé i Dodici e prese a mandarli a due a due e dava loro potere sugli spiriti immondi. E ordinò loro di non prendere per il viaggio nient’altro che un bastone: né pane, né sacca, né denaro nella cintura; ma di calzare sandali e di non portare due tuniche. E partiti, predicavano che la gente si convertisse, scacciavano molti demòni, ungevano di olio molti infermi e li guarivano” (Mc 6, 7-9. 12-13). Padre José diceva, stasera, che dobbiamo pensare che Gesù ci abbia chiamati tutti a sé, ma poi dipende se e come siamo rimasti accanto a Lui e cosa ne abbiamo tratto come insegnamento, per essere poi mandati (la missione) e, convertiti (sperabilmente) chiamare gli altri a convertirsi, letteralmente a “cambiare di mentalità” (metanoosin), tornare all’innocenza primordiale, che ci porta a vedere tutto non in termini di avere, potere, apparire (i molti demoni da cacciare), ma solo come dono e grazia, da cui ci sentiamo raggiunti e che sentiamo l’esigenza di diffondere intorno a noi. Il tutto in spirito di comunione (due a due), di povertà (non prendere nulla per il cammino), di servizio (la cura degli infermi). A testimonianza del Regno, che si è fatto vicino.

Il martirologio latinoamericano ci porta oggi la memoria di Daniel Esquivel, operaio, martire in Argentina.

Daniel Esquivel era un giovane paraguaiano, membro della JOC (Juventud Obrera Cristiana), nel suo paese, e dell’Equipe di Pastorale dei paraguaiani a Buenos Aires, dove, dal 1970, viveva in una “Villa miseria”, cioè una baraccopoli, con migliaia di connazionali immigrati. Scomparve all’alba del 1º febbraio 1977, quando numerose automobili circondarono la sua baracca, ne scesero uomini armati che, dopo averlo picchiato brutalmente, lo portarono via. Furono inutili tutti gli sforzi fatti dal vescovo, dai preti e dai famigliari per averlo di ritorno o sapere almeno che fine avesse fatto. Nella memoria di chi lo conobbe resta un giovane che viveva il Vangelo minuto per minuto, in un servizio permanente ai fratelli, specialmente i più poveri. Avrebbe desiderato essere prete, senza smettere di fare l’operaio, ma non fu accettato per il fatto di non aver concluso neppure gli studi elementari. “Uomo semplice, trasparente, si presentava com’era. Servitore al cento per cento”, disse un suo compagno di lavoro. “Non si lamentava mai della sua situazione, anche se era stanco, affamato o malato… Al contrario, sempre con un sorriso, con una parola di incoraggiamento e molta fede in Dio”, commentava un’amica del luogo in cui abitava. “Noi sacerdoti vedevamo in lui un modello per il nostro sacerdozio”, disse un prete che lo conosceva bene. Quando sparì, Daniel aveva trentun anni.

I testi che la liturgia odierna propone alla nostra riflessione sono tratti da:
1° Libro dei Re, cap.2, 1-4. 10-12; Salmo (1Cr 29, 10-12); Vangelo di Marco, cap.6, 7-13.

La preghiera del giovedì è in comunione con le religioni tradizionali indigene.

Il 1º Febbraio 1920 nasceva Sirio Politi, patriarca dei pretioperai italiani, che noi ricordiamo nel giorno della sua pasqua il 19 febbraio. Congedandoci, scegliamo di cedere la parola a lui, col brano di un suo scritto del 1960, presentato con il titolo “Il tempo ci fa tutti poveri” all’Incontro nazionale 2006 Pretioperai e amici, svoltosi a Bergamo con il tema “A 40 anni dal Concilio: dov’è la Chiesa dei poveri?”. È questo, così, per oggi, il nostro

PENSIERO DEL GIORNO
C’è una sicurezza che deve essere scoperta. La sicurezza che deriva dal riconoscere e accettare con serenità e libertà la propria insicurezza e quella di tutte le cose. Poi bisogna umilmente e fraternamente appoggiare questa nostra insicurezza alla insicurezza di tutti e permettere sorridendo che gli altri facciano altrettanto con noi. Di qui forse non ne verrà una forza, ma la gioia dei poveri che non hanno nulla e che fraternamente si dividono il pezzo di pane, questo sì. Ed è soltanto così che nasce l’Amore. Sembra strano, ma l’Amore nasce e fiorisce soltanto nella insicurezza, in questa misteriosa povertà del cuore umano serenamente accettata e dolcemente offerta. Per questo, forse, Dio ci ha creati nel tempo che passa, cioè nella condizione in cui tutto oggi è, e domani non è, perché l’Amore ha bisogno di libertà. E forse liberi sono soltanto i poveri.Il tempo che passa… E pensare che è questo tempo che passa che può renderci veri amici, cioè ricchezza gli uni degli altri, in pieno dono scambievole. Il suo passare dovrebbe portarci via le incrostazioni di egoismo, la vergogna di ripiegarci sempre sopra di noi, lo sporco di tanto individualismo e la peste di un rancore sordo e implacabile, lavandoci nell’onda chiara del suo fluire calmo e continuo. Se noi glielo permettessimo il tempo ci trasformerebbe a poco per volta, proprio come è nella sua natura. Potrebbe cambiare i nostri pensieri e rovesciare tante situazioni incresciose. Ammorbidire ed attenuare ogni durezza. Addolcire tanti dolori. Aprire e allargare tanti orizzonti. Perché il tempo piega tutto e prima o poi libera da illusioni e falsità e cattivi propositi. Alza lentamente il velo di mistero e aiuta, senza nemmeno che sembri, a scoprire la verità. Ci spoglia di qualcosa ogni giorno e di qualcosa ogni giorno ci arricchisce. Tende a riportarci all’essenziale scavandoci dentro, come una goccia la pietra, profonde e misteriose esigenze. E conclude in ciascuno valori comuni a tutti: quei valori per cui l’uomo è uomo. Ogni differenza o ingiustizia è colpa delle apparenze, ma quando il tempo le ha pazientemente tolte ad una ad una, scopre rassomiglianze perfette. Non possiamo rassomigliarci per quello che abbiamo, ma perfetta identità è in quello che tutti sicuramente non abbiamo e di cui tutti andiamo in cerca con ansia terribile: l’assoluto, l’immutabile, l’eterno. Questa dolce, adorabile povertà, immenso abisso scavato dal tempo che passa, perché l’eternità lo ricolmi e lo sovrabbondi di infinito. (Sirio Politi, Il tempo ci fa tutti poveri).

Ricevete l’abbraccio dei vostri fratelli e sorelle della Comunità del bairro.

Giorno per giorno – 01 Febbraio 2024ultima modifica: 2024-02-01T21:59:09+01:00da fraternidade
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