Giorno per giorno – 24 Gennaio 2024

Carissimi,
“Ascoltate. Ecco, uscì il seminatore a seminare” (Mc 4, 3). Quel seminatore, ci dicevamo stasera, è Gesù. Che è anche il seme. E, a seminarsi, sapeva che non tutto sarebbe stato facile, anche perché, nella semina, è sempre previsto che il seme muoia. Ma, poco importa, se questo si traduce nel suo germinare, e poi moltiplicarsi e maturare, e, nel darsi in alimento, scomparire di nuovo e generare vita. In un processo che si riproduce sempre così. Dove può sembrare che sia la morte ad avere la meglio, ma in realtà a trionfare è la vita. Il regno di Dio è questo processo, in cui la parola di Dio, che è il Figlio di Dio, sua immagine perfetta, sua verità più vera, suo vangelo, accetta di dirsi nel suo donarsi ad oltranza, fino a svuotarsi [del suo io] e morire, per dare vita. Sempre e soltanto. Il vangelo, si diceva ancora, non è tanto un libro da leggere, quanto una buona notizia da tradursi in vita. Questo è ciò che, in teoria, dovrebbero essere anche i cristiani, in forza della loro professione di fede. In pratica, sovente è un’altra cosa, per via delle molte difficoltà e tentazioni che si incontrano; la parabola vuol farcelo sapere, perché non ci si scoraggi, e si ricominci sempre da capo. Che la parabola significhi questo, lo sappiamo perché Gesù ce l’ha spiegato. Per quelli di fuori, la parabola in sé non mostra niente più del nudo racconto. Questa è la ragione per cui non si convertono alla sua logica. Se, però, mossi dalla curiosità che essa è in grado di suscitare, decidono di affacciarsi alle porte della chiesa, ecco che ogni possibilità è offerta: quella di incontrare Lui e farne la ragione della propria vita, o quella di ritrarsene delusi, perché si scopre che sono solo parole gettate al vento. Grande è la nostra responsabilità di Chiesa.

Oggi facciamo memoria di Erich Sack, pastore luterano, oppositore del nazismo, martire a Dachau; e di Mons. Samuel Ruiz Garcia, vescovo-profeta nel Chiapas.

Erich Sack nacque, il 1° Aprile 1887, a Goldap, nella Prussia Orientale (oggi, in Polonia). Ordinato Pastore luterano dopo gli studi in teologia all’Università di Königsberg , aveva cominciato a svolgere il suo ministero nella Parrocchia di S. Anschar e all’ospedale “Bethlehem” a Eppendorf, nei dintorni di Amburgo. Nel 1914 ritornò nella Prussia Orientale e divenne Pastore a Lyck (Ełk). Nel 1924 si trasferì a Pillkallen (Dobrovolsk) e, nel 1927, a Lasdehnen (Krasnoznamensk). Dopo la presa del potere da parte dei nazisti, si oppose strenuamente all’organizzazione dei “Cristiani tedeschi” di ispirazione nazista, e si unì alla Chiesa Confessante. Nel 1942 fu arrestato dalla Gestapo, sotto l’accusa di “minare la resistenza del popolo tedesco” per aver espresso pubblicamente le sue preoccupazioni circa una vittoria tedesca. Erich Sack morì nel campo di concentramento di Dachau il 24 Gennaio 1943.

Nato il 3 Novembre 1924, a Irapuato, nello stato di Guanajuato (Messico), Samuel Ruiz Garcia era stato ordinato sacerdote il 2 aprile 1949. Alla fine del 1959, quando aveva solo trentacinque anni, Giovanni XXIII lo nominò vescovo del Chiapas, una diocesi vastissima, caratterizzata per la sua estrema povertà e per il fatto di avere una popolazione a maggioranza indigena. Dai poveri della sua diocesi, tatic Samuel, anche sull’onda dello spirito più vero del Concilio Vaticano II, si lasciò convertire e al loro servizio ininterrottamente si pose sino al compimento dei settantacinque anni di età, alla fine del 1999, quando, presentate le canoniche dimissioni (ansiosamente attese da alcune alte gerarchie), si ritirò a Queretaro, dove visse gli ultimi anni della sua vita. Si è spento il 24 gennaio 2011, alla vigilia del cinquantunesimo anniversario della sua consacrazione episcopale. In tempo per celebrarla ai piani superiori.

I testi che la liturgia odierna propone alla nostra riflessione sono tratti da:
2° Libro di Samuele, cap.7, 4-17; Salmo 89; Vangelo di Marco, cap.4, 1-20.

La preghiera del mercoledì è in comunione con quanti, anche fuori da strutture religiose tradizionali, lavorano per costruire un mondo di fraternità, di giustizia e di pace.

Dona Cristina de Jesus, nostra amica e compagna per oltre vent’anni, tanto nella comunità dell’Aeroporto, quanto nel gruppo di Fé e Luz, ci ha lasciati in sordina nel pomeriggio di oggi. Noi si è saputo solo dopo che era ricoverata da dieci giorni per una polmonite in terapia intensiva all’Ospedale São Pedro, quando un arresto cardiaco ha posto fine ai suoi giorni qui sulla terra. Da due anni, da quando il figlio evangelico, separatosi dalla moglie, era andato ad abitare con lei e l’aveva con molta insistenza convinta a passare alla sua chiesa, era venuto meno ogni tipo di contatto con le amicizie di una vita, come raramente succede. Che dire? È stato un congedo triste, ma l’abbraccio del Padre è sempre gioioso.

È tutto, per stasera. Di Mons. Samuel Ruiz García, vi offriamo nel congedarci, uno stralcio della lettera pastorale “Una nueva Hora de Gracia”, datata 25 gennaio 2004. Che è, per oggi, il nostro

PENSIERO DEL GIORNO
L’emergere dei poveri e l’opzione per loro interpella definitivamente i membri di tutte le religioni. Anche se siamo consapevoli di dover riconoscere gli atteggiamenti negativi che abbiamo avuto per quasi 20 secoli nei confronti delle altre religioni, c’è un enorme cambiamento che abbiamo vissuto negli ultimi anni nel riflettere sulle principali questioni sollevate dal pluralismo religioso, soprattutto sul ruolo positivo delle altre religioni per la salvezza dei loro membri, che ora è diventato oggetto di riflessione teologica sotto l’aspetto della “storia della salvezza”. Infine, va menzionata la recente “prassi” ispirata alle posizioni teologiche del Concilio Ecumenico Vaticano II. Poiché i cristiani e i membri di altre tradizioni religiose condividono la realtà del Regno di Dio, sono anche destinati a costruirlo insieme nella storia fino alla sua pienezza teologica. In questo contesto il dialogo ha una dimensione costitutiva dell’evangelizzazione, che ci porta a riconoscere la forza unificante dello Spirito, attiva nella preghiera sincera dei membri di religioni diverse. (Mons. Samuel Ruiz, Una nueva Hora de Gracia).

Ricevete l’abbraccio dei vostri fratelli e sorelle della Comunità del bairro.

Giorno per giorno – 24 Gennaio 2024ultima modifica: 2024-01-24T21:48:30+01:00da fraternidade
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