Giorno per giorno – 13 Gennaio 2024

Carissimi,
““Gli scribi della setta dei farisei, vedendo Gesù mangiare con i peccatori e i pubblicani, dicevano ai suoi discepoli: Come mai egli mangia e beve in compagnia dei pubblicani e dei peccatori? Avendo udito questo, Gesù disse loro: Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; non sono venuto per chiamare i giusti, ma i peccatori” (Mc 2, 16-17). Stasera, ci dicevamo che non c’è proprio peccato che possa impedire la chiamata del Signore. Si prenda appunto il caso di Levi, figlio di Alfeo, di professione esattore delle imposte per conto dell’odiato romano, ladro quanto basta, trasgressore della Legge divina. Un qualunque uomo di Dio, se è di Dio, passandogli vicino, si sarebe voltato dall’altra parte, schifato, o, avendolo colto sul fatto, avrebbe cominciato la sua giusta rampogna. Gesù, no. Per lui, che, di Dio, se ne intende di più, il peccato è solo occasione della grazia (perché, se no, che grazia sarebbe?). E, difatti: ehi, dico a te: seguimi. E quello – chi avrebbe potuto immaginarlo? – lascia tutto e lo segue. E Gesù che aveva, di quando in quando, il vezzo di cambiare il nome ai suoi, lo avrebbe chiamato Matteo, che significa “dono di Dio”. Ma non basta. Levi lo porta a casa sua e invita a pranzo i suoi pari e Gesù, felice e beato come non succedeva spesso, celebra con loro la loro prima eucaristia. Con gran scandalo dei benpensanti, come abbiamo sentito nel vangelo di oggi. C’è da chiedersi se i preti, alcuni preti, lo leggano il Vangelo. Sì, Gesù è venuto per i peccatori. Non fosse per loro, se ne sarebbe rimasto in paradiso, risparmiandosi la tristezza di passare anche solo poco tempo subindo la compagnia noiosa dei giusti, o di quanti si ritengono tali. Che speriamo non sia il nostro caso.

Oggi il nostro calendario ecumenico ci porta la memoria di George Fox, mistico e fondatore della Società degli Amici (Quaccheri).

Nato in una famiglia poverissima, nel luglio del 1624, a Drayton-in-the-Clay, nel Leichestershire (Inghilterra), Fox cominciò giovanissimo a lavorare in una bottega di calzolaio, ma, nel 1643, risolse di lasciare ogni cosa per dedicarsi, in una vita itinerante, alla lettura e alla meditazione della Bibbia. Ebbe esperienze mistiche che gli diedero la certezza che ogni credente, qualunque fede professi, può ricevere l’illuminazione spirituale, in forza della Presenza divina nascosta in ogni essere umano. Fox iniziò la sua predicazione pubblica a Leicester, nel 1647; tuttavia prendeva la parola solo quando si sentiva animato dall’ispirazione divina. È questa un’usanza che continua ancora oggi tra i quaccheri, le cui riunioni sono caratterizzate da lunghi silenzi, volti a favorire quel raccoglimento che permette di raggiungere una profonda comunione con Dio. Fox fondò un vasto movimento tra le classi diseredate, che prenderà il nome di Società degli Amici, richiamandosi all’espressione di Gesù: “Voi siete miei amici, se farete ciò che vi comando” (Gv 15,14). Il movimento si sparse presto in tutta l’Inghilterra. Persecuzioni, condanne, arresti non valsero a fermare Fox né i suoi seguaci: a tutto essi reagivano con serenità e senza mai opporre violenza, nella coscienza di dover “rispondere a ciò che v’è di Dio” in ogni uomo, perfino nei loro persecutori. Fox sentì con grande chiarezza la problematica sociale del suo tempo. Sostenne la riforma giudiziaria e carceraria, l’abolizione della schiavitù, la diffusione dell’istruzione elementare. Nel 1670-73 si recò a predicare in America. Anche lì, nonostante le persecuzioni, si videro presto i frutti della sua attività missionaria. Tornato in patria, morì a Londra il 13 gennaio 1691.

I testi che la liturgia odierna propone alla nostra riflessione sono tratti da:
1° Libro di Samuele, cap.9, 1-4. 17-19; 10, 1. Salmo 21; Vangelo di Marco, cap.2, 13-17.

La preghiera del sabato è in comunione con le comunità ebraiche della diaspora e di Eretz Israel.

Noi di don Primo Mazzolari facciamo memoria il 12 aprile, che è la data della sua pasqua. Oggi, comunque, ne ricordiamo la nascita e, nel congedarci, scegliamo di rendergli omaggio, cedendo a lui la parola, con un brano tratto dal suo libro “Impegno con Cristo” (EDB). Che è, per oggi, il nostro

PENSIERO DEL GIORNO
Molti ci domandano, prima di ogni altra cosa: “E voi che ne pensate del Cristo? Chi dite ch’egli sia?”. Una domanda più che ragionevole in un mondo dove la forma vale più del contenuto e il definirsi ha maggiore importanza dell’essere. Una definizione, per quanto esatta, non ha nulla di impegnativo. La perfetta risposta di Pietro sulla strada di Cesarea dì Filippo non lo salva dal rinnegare tre volte il Maestro, mentre un generico: “Tu, Signore, sai che ti voglio bene” lo impegna fino alla morte e più oltre. Tutti conosciamo la risposta della fede e molti di noi possono ripeterla, per grazia, davanti a chiunque. Se non lo facciamo, è perché siamo persuasi che un’ostensione puramente letterale, se scompagnata da una testimonianza di vita, allontana invece di avvicinare il lontano: che camminando in silenzio accanto ai molti che cercano, cercatori anche noi di una realtà ineffabile che non si esaurisce in una formula quantunque esatta e significativa, possiamo meglio aiutare ed essere aiutati. Chi dice di veder meglio non sempre è davanti, non sempre è il servitore più operoso, non sempre il più fedele. Siamo malati con chi è malato: forti coi forti: sapienti coi sapienti: pellegrini con chi cammina: cercatori con quelli che non hanno fede o credono di non averla. La vera gerarchia insegnataci dal Vangelo incomincia dall’ “ultimo”. Una fede che prende il passo di chi non crede, non è qualcosa di perduto o di diminuito. (Primo Mazzolari, Impegno con Cristo).

Ricevete l’abbraccio dei vostri fratelli e sorelle della Comunità del bairro.

Giorno per giorno – 13 Gennaio 2024ultima modifica: 2024-01-13T22:19:21+01:00da fraternidade
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