Giorno per giorno – 26 Ottobre 2022

Carissimi,
“Quando il padrone di casa si alzerà e chiuderà la porta, voi, rimasti fuori, comincerete a bussare alla porta, dicendo: Signore, aprici! Ma egli vi risponderà: Non so di dove siete. Allora comincerete a dire: Abbiamo mangiato e bevuto in tua presenza e tu hai insegnato nelle nostre piazze. Ma egli vi dichiarerà: Voi, non so di dove siete. Allontanatevi da me, voi tutti operatori di ingiustizia!” (Lc 13, 25-27). La parabola di Gesù è motivata dalla domanda che gli rivolge uno dalla folla che l’ascoltava: “Signore sono pochi quelli che si salvano?” (v. 23). Gesù non risponde se siano pochi o tanti, ci mette in guardia dalle facili sicurezze che ci possono derivare dalla pratica religiosa, oggi diremmo dalla frequenza ai sacramenti (“abbiamo mangiato e bevuto in tua presenza”), o dall’ascolto del vangelo (“hai insegnato nelle nostre piazze”). L’invito pressante che egli ci rivolge è quello di entrare dalla porta stretta. Ma che sarà mai questa porta stretta? Stasera, c’era chi ricordava la guarigione dell’idropico (cf Lc 14, 1-6), immagine di chi è pieno di sé, gonfio di presunzione e di orgoglio, che pretende di salvarsi per i suoi meriti, come abbiamo visto qualche giorno fa nella preghiera del fariseo al tempio (cf Lc 18, 9-14). No, non c’è salvezza, non si accede all’esperienza del Regno, se non si entra per la porta stretta, che non consiste nel nostro sforzo per acquisire qualche merito in più, ma è proprio il suo contrario, è arrenderci alla logica della Croce, dove ci è rivelata la grazia e l’incondizionatezza dell’amore che Dio ha per l’umanità. Che è una via strettissima, perché noi siamo troppo abituati a giudicare tutto e tutti con la scala del merito, in cui noi ci si vede sempre qualche gradino avanti. Il Regno, invece, accade là dove ci si sente tutti ugualmente raggiunti dall’amore del Padre, e si cerca di riprodurlo e moltiplicarlo, nel dono di noi stessi agli altri, nella gratuità delle relazioni, nella cura per gli ultimi e più abbandonati. Che, poi, è quanto vivono in molti, sotto ogni cielo. Dice non a caso Gesù: “Verranno da oriente e da occidente, da settentrione e da mezzogiorno e siederanno a mensa nel regno di Dio” (v. 29), mentre noi, Dio non voglia, “cacciati fuori” (v.28), perché, magari, devoti in chiesa, ma “operatori d’ingiustizia” (v. 27), una volta che se ne esca. Che il buon Dio ci sgonfi da ogni forma di orgoglio, anche e soprattutto falsamente spirituale, perché possiamo agevolmente percorrere la via stretta della salvezza, che è l’amore per tutti.

Oggi è memoria di William Temple, pastore e testimone di ecumenismo, e di Hubert Luis Guillard, martire della solidarietà in Colombia.

William Temple, figlio di Beatrice e Frederick Temple, era nato il 15 Ottobre 1881, a Exeter, città di cui il padre era a quel tempo vescovo, prima di diventare, nel 1897, primate della Chiesa d’Inghileterra. Dopo gli studi a Oxford, William decise di seguire le orme paterne; fu, così, ordinato diacono nel 1909 e presbitero nel 1910. Il suo impegno ecclesiale fu sempre accompagnato da una profonda attenzione al mondo dei poveri. Nel 1908 era divenuto presidente dell’Associazione per l’istruzione dei lavoratori e nel 1918 aderì al Partito laburista, all’attuazione del cui programma si dedicò sempre attivamente. Sposatosi nel 1916 con Frances Anson, divenne, nel 1921, vescovo di Manchester, dove si fece conoscere, ammirare e amare, per la sua spiritualità, ma anche per la semplicità, l’umorismo, l’affabilità che lo caratterizzavano. Risalgono a quegli anni due tra i suoi maggiori lavori teologici: La Mente Creatrice e Cristo, la Verità. Nel famoso sciopero generale del 1926 si fece mediatore tra le parti in conflitto e contribuì al raggiungimento di una soluzione gradita a tutti. Nel 1928 fu nominato arcivescovo di York. Dopo che il Fronte Cristiano Unito conquistò l’appoggio di numerosi leader di chiesa, quando ne percepì la deriva reazionaria, Temple non esitò, nel 1937, a denunciarne pubblicamente errori e manovre. Promotore del Consiglio britannico delle Chiese, Temple presiedette nel 1937, a Edimburgo, la seconda conferenza internazionale di Fede e Costituzione, in cui propose di creare un Consiglio Mondiale delle Chiese, che avrebbe trovato realizzazione qualche anno dopo la sua morte. Temple divenne arcivescovo di Canterbury nel 1942, in piena Seconda Guerra Mondiale. Notevole fu il suo zelo per recar sollievo ai rifugiati ebrei, sfuggiti alle persecuzioni hitleriane e il suo appoggio ad una pace negoziata. La sua ultima apparizione in pubblico fu ad un ritiro del clero, che volle ugualmente predicare, nonostante le cattive condizioni di salute. William Temple morì il 26 ottobre 1944 a Westgate-on-Sea, nel Kent. Il calendario della Chiesa d’Inghilterra lo ricorda il 6 novembre, giorno anniversario del suo battesimo.

Hubert Luis Guillard era un prete belga della Congregazione dei padri assunzionisti. Era giunto in Colombia nel 1965, per insegnare in un collegio della sua congregazione, poi, però, si era trasferito in un quartiere povero della periferia di Medellin, dove aveva contribuito a creare una scuola, un ambulatorio e un giardino d’infanzia. Nel 1970, recatosi a Cali, si era stabilito in una baraccopoli e, anche in questo caso, assieme agli abitanti del posto aveva costruito una scuola e un ambulatorio, dedicando poi tutti i suoi sforzi alla creazione di un centro di formazione per la promozione di microimprese, come soluzione al problema della disoccupazione. Nel distretto di Aguablanca, un conglomerato di 23 quartieri totalmente trascurato dalle autorità, senza luce, acqua e fognature, dove frequenti erano inondazioni, incendi ed epidemie, aveva organizzato la parrocchia di El Vergel, come primo nucleo di un’organizzazione popolare che venne via via rafforzandosi. La sera del 10 aprile 1985, tornando con due laici da una riunione al Centro parrocchiale, fu accolto dall’imboscata di una pattuglia dell’esercito. Cinque proiettili lo raggiunsero al cervello. Resterà più di sei mesi in coma, venendo a mancare il 26 ottobre. Aveva 49 anni.

I testi che la liturgia odierna propone alla nostra riflessione sono tratti da:
Lettera agli Efesini, cap.6, 1-9; Salmo 145; Vangelo di Luca, cap.13, 22-30.

La preghiera del mercoledì è in comunione con quanti ricercano l’Assoluto della loro vita nella testimonianza per la pace, la fraternità e la giustizia.

Mancano pochi giorni al secondo turno per l’elezione del presidente della repubblica oltre che di alcuni governatori degli Stati. Un gruppo di vescovi – “Vescovi del dialogo per il Regno” – ha ritenuto opportuno rivolgere un appello ai fedeli, invitandoli a scelte coerenti. Di tale appello vi proponiamo alcuni stralci come nostro

PENSIERO DEL GIORNO
Il secondo turno delle elezioni presidenziali del 2022 ci presenta una sfida drammatica. Dobbiamo scegliere, consapevolmente e con calma, perché non c’è spazio per la neutralità quando si tratta di decidere su due progetti per il Brasile, uno democratico e l’altro autoritario; uno impegnato nella difesa della vita, a partire dagli impoveriti, l’altro impegnato nell’ “economia che uccide” (Papa Francesco, La gioia del Vangelo, 53); uno che si occupa di educazione, salute, lavoro, alimentazione, cultura, l’altro che sminuisce le politiche pubbliche, perché disprezza i poveri. I due candidati hanno già governato il Brasile e hanno dato risultati diversi per il popolo e per la natura, che possiamo analizzare. Illuminati dalle esigenze sociali e politiche della nostra fede cristiana e dalla Dottrina sociale della Chiesa cattolica, dobbiamo parlare in modo chiaro e diretto di ciò che è realmente in gioco in questo momento. Gesù ci ha comandato di essere “luce del mondo” e la luce non deve essere nascosta (Mt 5,15). […] La vita non è una priorità per questo governo. Il capo del governo ei suoi sostenitori, principalmente politici e religiosi, hanno abusato del nome di Dio per legittimare le proprie azioni e ancora lo utilizzano a fini elettorali. L’abuso della religione a fini elettorali è stato condannato in una nota ufficiale della presidenza della CNBB (11/10/2022), per cui “la manipolazione religiosa distorce sempre i valori del Vangelo e distoglie l’attenzione dai problemi reali che vanno dibattuti e affrontati nel nostro Brasile”. Mentre diceva “Dio al di sopra di tutto”, il Presidente insultava le donne, prendeva in giro le persone morte per asfissia, oltre a non mostrare compassione per le quasi 700mila vite perse a causa del Covid-19 e per i 33 milioni di affamati nel suo Paese. Ricordiamo che il Brasile aveva abbandonato la mappa della fame nel 2014, a seguito dei programmi sociali dei governi precedenti. In pratica, questo appello a Dio è una menzogna, perché non adempie quello che Gesù ha presentato come il comandamento più grande: amare Dio sopra ogni cosa e il prossimo tuo come te stesso (Mt 22, 37). Chi dice di amare Dio ma odia il fratello è un “bugiardo” (1 Gv 4,20). […] La Chiesa da parte sua non ha un partito, né lo avrà mai, ma si schiera e si schiererà sempre dalla parte della giustizia e della pace, della verità e della solidarietà, dell’amore e dell’uguaglianza, della libertà religiosa e della laicità dello Stato, dell’inclusione sociale e della vita buona per tutti. La nostra motivazione è etica e non nasce dal seguire un leader politico, né da preferenze personali, ma deriva dalla fedeltà al Vangelo di Gesù, alla Dottrina Sociale della Chiesa e all’insegnamento profetico di Papa Francesco. (Bispos do Diálogo pelo Reino, A gravidade do segundo turno das Eleições 2022).

Ricevete l’abbraccio dei vostri fratelli e sorelle della Comunità del bairro.

Giorno per giorno – 26 Ottobre 2022ultima modifica: 2022-10-26T21:52:47+02:00da fraternidade
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