Giorno per giorno – 04 Giugno 2021

Carissimi,
“Come mai dicono gli scribi che il Messia è figlio di Davide? Davide stesso infatti ha detto, mosso dallo Spirito Santo: ‘Disse il Signore al mio Signore: Siedi alla mia destra, finché io ponga i tuoi nemici come sgabello ai tuoi piedi’. Davide stesso lo chiama Signore: come dunque può essere suo figlio?” (Mc 12, 35-37). Custodi gelosi delle tradizioni del giudaismo, molti degli scribi consideravano Gesù una minaccia per l’integrità della legge, di cui si consideravano interpreti privilegiati. Nell’ultimo giorno che Gesù trascorre nel tempio a insegnare è proprio agli scribi che egli rivolge la sua attenzione, criticando la concezione che essi avevano della figura del messia, individuato come re della dinastia davidica che avrebbe liberato il suo popolo, restaurando la monarchia e restituendola agli splendori del passato. Basandosi sul salmo 110, Gesù chiede: se Davide stesso chiama Signore suo figlio, come può essere semplicemente suo figlio? Sarà dunque qualcosa di più e di diverso, non la figura di un potere terreno in competizione con altri, come spesso riscontriamo anche nella storia del popolo di Dio (e che ispirerà in seguito violenze e guerre che si vollero “sante”), ma qualcosa che ha a che fare con la verità di Dio e con la vocazione universale dell’uomo che da essa nasce. La comunità dei discepoli lo scoprirà col tempo, a partire dall’esperienza della morte e risurrezione del Maestro e dell’effusione dello Spirito che ne seguirà. Noi, tale verità e vocazione, decifrata come dedizione incondizionata e servizio in favore della vita, la si deve ad ogni passo richiamare, tenere presente e testimoniare, a fronte di tentazioni ricorrenti di ridurre il cristianesimo a ideologia identitaria, a tutela di egoismi di parte, in un orizzonte di scontro di civiltà. E sarebbe già idolatria.

Oggi, il calendario ci porta la memoria di José María Gran Cirera, missionario, e di Domingo Batz, laico, martiri in Guatemala, e di Antonio Zawistowski, prete diocesano, e Stanislao Starowieyski, laico, martiri sotto il totalitarismo nazista.

José María Gran Cirera, missionario di 35 anni, nato a Barcellona (Spagna), era parroco a Chajul (Guatemala), ed era fortemente impegnato nell’assistenza e nella difesa degli indios della regione. Il 4 giugno 1980, si recava, assieme a Domingo Batz, a celebrare messa a Xeixojbitz, un villaggio del circondario. Lungo un sentiero boscoso e solitario incontrarono una pattuglia di soldati che uccisero il primo con sette colpi di pistola, e il secondo con due, lasciando sul terreno un gran numero di volantini firmati dalla guerriglia, per fingere uno scontro a fuoco che non ebbe mai luogo. Sono solo due tra i numerosi missionari e i moltissimi laici assassinati durante gli anni della dittatura che tra il 1960 e il 1996 è costato qualcosa come 200 mila vittime e un milione di profughi.

Di Antonio Zawistowski, prete diocesano, e di Stanislao Starowieyski, laico, entrambi polacchi, sappiamo solo che, “sopportando atroci tormenti”, morirono in questa data, il primo nel 1942, il secondo nel 1940, nel lager nazista di Dachau. Furono beatificati da Giovanni Paolo II a Varsavia (Polonia) il 13 giugno 1999, con altri 106 martiri polacchi, tutti vittime del totalitarismo nazista, uccisi in tempi, modi e località diverse. In totale si trattò di 3 vescovi, 52 preti diocesani, 3 seminaristi, 33 religiosi, 8 religiose, 9 laici.

I testi che la liturgia odierna propone alla nostra riflessione sono tratti da:
Libro di Tobia, cap. 11, 5-17; Salmo 146; Vangelo di Marco, cap. 12, 35-37.

La preghiera del Venerdì è in comunione con i fedeli dell’Umma islamica che confessano l’unicità del Dio clemente e misericordioso.

Il 19 agosto 1982, l’Assemblea Generale dell’ONU decideva che il 4 di giugno di ogni anno si celebrasse la Giornata internazionale per i bambini innocenti vittime delle aggressioni e delle guerre, con l’intento di sensibilizzare la coscienza civile sugli orrori che si abbattono sulla parte più indifesa dell’umanità. Vale la pena che anche noi si si faccia un pensiero, per scuoterci da ogni colpevole torpore e assumere le iniziative del caso.

Compie oggi 73 anni, Jim Wallis, pastore e teologo statunitense, fondatore della rivista Sojourners, tra i più attivi, nel suo Paese, nella lotta a sostegno della giustizia sociale, dei diritti civili e contro il militarismo. Scegliamo così di congedarci, offrendovi in lettura una sua citazione, tratta dal suo libro “The Soul of Politics: Beyond Religious Right and Secular Left” (The New Press). Che è, per oggi, il nostro

PENSIERO DEL GIORNO
A volte penso che l’immagine più vera di Dio oggi sia una nonna nera di periferia negli Stati Uniti o una madre dei desaparecidos in Argentina o le donne che si svegliano presto per fare le tortillas nei campi profughi. Tutte piangono per i loro figli, e nelle loro lacrime compassionevoli nasce l’azione politica che cambia il mondo. Le madri ci mostrano che è l’esperienza di toccare il dolore degli altri la chiave del cambiamento. (Jim Wallis¸ The Soul of Politics: Beyond “Religious Right” and “Secular Left”).

Ricevete l’abbraccio dei vostri fratelli e sorelle della Comunità del bairro.

Giorno per giorno – 04 Giugno 2021ultima modifica: 2021-06-04T22:07:02+02:00da fraternidade
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