Giorno per giorno – 25 Febbraio 2021

Carissimi,
“Chi tra di voi al figlio che gli chiede un pane darà una pietra? O se gli chiede un pesce, darà una serpe? Se voi dunque che siete cattivi sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro che è nei cieli darà cose buone a quelli che gliele domandano!” (Mt 7, 9-11). Stamattina, ci dicevamo che forse oggi Gesù non sarebbe così ottimista a riguardo dei padri (come anche a riguardo dei figli), alla luce dei tanti episodi di cronaca nera, che segnano i rapporti tra questi e quelli. Ma diamogliela per buona. In un mondo segnato sempre più da relazioni di competizione, avversione, odio, c’è ancora qualcosa che si salva all’interno delle famiglie. E se i genitori, sperabilmente, non soddisfano ogni capriccio dei figli, non sapranno negar loro, a misura delle proprie possibilità, quanto essi desiderano di buono. Ebbene, se a volte Dio, che è infinitamente migliore del migliore dei padri, sembra tardare a concederci ciò che a noi sembra di chiedergli di buono, può essere solo perché ha in serbo di meglio: lo Spirito Santo, dirà Luca (cf Lc 11,13), l’amore filiale, che legge e, nel caso, cura, il nostro desiderio alla sua luce.

Il nostro calendario ci porta oggi le memorie di Robert d’Arbrissel, monaco e asceta, e di Peter Benenson, fondatore di Amnesty International.

Robert era nato intorno al 1045 ad Arbrissel (oggi Arbressec), nella diocesi di Rennes, in Bretagna. Durante il pontificato di Gregorio VII, si recò a Parigi, per compiervi i suoi studi e fu allora che divenne sensibile ai temi della riforma della Chiesa. Era questa un’epoca difficile, caratterizzata da una pericolosa confusione/competizione tra potere sacro e potere profano. E chi ne faceva le spese era soprattutto la povera gente, oltre che, naturalmente, la testimonianza dell’Evangelo. Numerosi movimenti popolari erano sorti un po’ dovunque a contestare il profilo decisamente squallido della vita del clero, segnata dalla compravendita degli uffici ecclesiastici, dalla corruzione, e dalla pratica concubinataria dei suoi membri. Nel 1089, Sylvestre de La Guerche, vescovo di Rennes, richiamò Robert in diocesi, perché desse il suo contributo all’azione di riforma. Lui ci si dedicò con grande zelo, facendosi ovviamente molti nemici. Tanto è vero che, alla morte del vescovo, nel 1093, fu costretto a fuggire dalla città e rifugiarsi ad Angers. Due anni più tardi, però, si ritirò nella foresta di Craon, per menarvi vita ascetica ed eremitica. Negli anni successivi, il diffondersi della sua fama, richiamò al suo seguito un numero crescente di penitenti, uomini e donne, nobili e popolani, matrone dell’aristocrazia e prostitute, lebbrosi e mendicanti, oltre a numerose concubine dei preti che la riforma aveva privato dei loro ex-consorti. Nel 1101, anche per rispondere alle critiche di alcuni vescovi, orripilati per tale facile promiscuità, decise di dare una dimora fissa ai suoi seguaci, organizzandone la convivenza. Li insediò così nella valle di Fontevraud, sulla riva sinistra della Loira, nei pressi di Saumur e li strutturò in ordine religioso misto, maschile e femminile, dando loro da osservare la Regola benedettina. Volle che essi fossero conosciuti solo come “poveri di Cristo” e l’ideale che propose loro fu “in nudità seguire Cristo nudo sulla croce”. A capo di tutti, decise di porre una donna come abbadessa, e scelse Pétronille de Chemillé. Il 18 febbraio 1116, Robert cadde gravemente malato, morendo pochi giorni dopo, il 25 febbraio.

Peter Benenson era nato a Londra, il 31 luglio 1921, figlio unico di Harold Solomon e di Flore Benenson, una famiglia ebraica di origine russa. Sedicenne, per non far torto a quel che sarebbe diventato da grande, cominciò a organizzare campagne di solidarietà, la prima in favore degli orfani della guerra civile spagnola, poi, durante la Seconda Guerra mondiale, per aiutare due giovani ebrei a sottrarsi alla persecuzione nazista. E così via. Nel 1957, quando ormai da anni esercitava la professione di avvocato, fondò “Justice”, un’organizzazione in difesa dei diritti dell’uomo. Data all’anno seguente la sua conversione al cristianesimo, con l’ingresso nella chiesa cattolica. Nel 1961, dopo aver letto dell’arresto e della condanna, a Lisbona, di due giovani che avevano brindato in pubblico alla libertà delle colonie portoghesi, pubblicò su un settimanale londinese un appello per una campagna di 12 mesi finalizzata alla liberazione di tutti i prigionieri per motivi di opinione. La risposta entusiasta che la proposta ricevette ovunque convinse Benenson e due suoi amici, Sean MacBridge e Eric Baker, a creare Amnesty International, un movimento globale di attivisti per i diritti umani, impegnati a denunciare le ingiustizie dei governi ed esprimere solidarietà fattiva verso le vittime. Lungo tutta la sua vita questi interessi non sarebbero mai venuti meno, anche quando scelse per un periodo di lasciare ogni incarico nell’organizzazione. Negli anni ’80, divenne il presidente di una neonata “Associazione di Cristiani contro la Tortura” e, all’inizio del decennio successivo, dedicò tutte le sue energie ad organizzare soccorsi per gli orfani del regime di Ceaucescu, in Romania. Nel 1986, per il venticinquennale di fondazione di Amnesty International, durante una cerimonia a Londra, Benenson accese una candela e disse queste semplici parole: “Questa candela non brucia per noi, ma per tutte quelle persone che non siamo riuscite a salvare dalla prigione, che sono state uccise, torturate, rapite, scomparse. Per loro brucia la candela di Amnesty International”. Morì il 25 febbraio 2005 al’ospedale John Radcliff di Oxford.

I testi che la liturgia odierna propone alla nostra riflessione sono tratti da:
Libro di Ester, cap.4, 17 k-u; Salmo 138; Vangelo di Matteo, cap.7, 7-12.

La preghiera del giovedì è in comunione con le religioni tradizionali indigene.

Con stasera, al termine di una giornata di digiuno – il digiuno di Ester – i nostri fratelli ebrei entrano nella festa di Purim, che durerà domani e dopodomani. L’origine della Festa di Purim (o delle Sorti) è raccontata nel Libro di Ester. Assuero, re di Persia e di Media, dopo aver ripudiato la moglie Vasti, che aveva osato disobbedirgli, aveva sposato Ester, una ragazza ebrea “di bella presenza e di aspetto avvenente”, che era diventata la nuova regina. Ora proprio in quei giorni Amán che era primo ministro aveva chiesto e ottenuto dal re che tutti gli ebrei del regno fossero uccisi, in un giorno che sarebbe stato tirato a sorte (pur). Fu così tirato a sorte il 13 di Adar. Quando Mardocheo, zio della regina lo seppe, si rivolse ad Ester perché intercedesse presso il re in favore del suo popolo. Dopo aver digiunato un giorno intero, Ester parlò con il re delle macchinazioni del malvagio Amán. E Assuero cambiò le sorti (purim) degli ebrei e fece impiccare il primo ministro. Da allora è comandato agli ebrei “di festeggiare ogni anno il quattordici e il quindici del mese di Adar, come giorni in cui gli Ebrei avevano avuto quiete dai loro nemici, nel mese che si era mutato per loro da angoscia in allegria, da lutto in giorno di festa, per far di quei giorni, giorni di banchetto e di allegria, di scambio di doni l’uno con l’altro, e di regali per i poveri”(Est 9, 21-22).

Oggi, in sordina, a causa della pandemia che impazza, abbiamo celebrato i venticinque anni di ordinazione episcopale di Dom Eugenio Rixen, nostro vescovo emerito, che non ci ha privato della sua preziosa e affettuosa compagnia, disponendosi a lavorare pastoralmente, dove, una volta superata l’emergenza, Dom Jeová Elias lo chiamerà. Lo portiamo nell’azione di grazie e lo mettiamo nella vostra preghiera.

È tutto. Noi ci si congeda qui, offrendovi in lettura il brano di una lettera di Robert d’Arbrissel, indirizzata a Ermengarda d’Angiò, contessa di Britannia, sua figlia spirituale, che avrebbe trascorso alcuni periodi nell’abbazia di Fontevraud, come semplice monaca. È, per oggi, il nostro

PENSIERO DEL GIORNO
Non lasciarti inorgoglire dalla prosperità né abbattere dalla sfortuna. Segui la via retta; è stretta e difficile, la via che conduce alla vita, e pochi vogliono entrarvi. Ma il giusto non si lascerà turbare da nulla che gli possa accadere. Ascolta il Signore che dice ai suoi amici: gemerete e piangerete e il mondo si rallegrerà. Sarete nella tristezza, ma la vostra tristezza si trasformerà in gioia. (Robert d’Arbrissel, Lettre a la comtesse Ermengarde).

Ricevete l’abbraccio dei vostri fratelli e sorelle della Comunità del bairro.

Giorno per giorno – 25 Febbraio 2021ultima modifica: 2021-02-25T22:12:23+01:00da fraternidade
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