Giorno per giorno – 06 Gennaio 2021

Carissimi,
“Vedendolo camminare sul mare, pensarono: È un fantasma!, e si misero a gridare. Ma egli subito parlò loro e disse: Coraggio, sono io, non abbiate paura! E salì sulla barca con loro e il vento cessò. Ed erano enormemente stupiti in se stessi, perché non avevano capito il fatto dei pani, essendo il loro cuore indurito.” (Mc 6, 49-52). Stamattina, ci chiedevamo se, dopo duemila anni, noi lo si sia davvero capito questo “fatto dei pani”, che è, poi, il racconto che ci è stato proposto nel vangelo di ieri. La cui comprensione si rivela, così, decisiva in ordine a superare la paura del male che ci può fronteggiare e a cogliere il farsi presente dell’Assente, non con un timore aggiuntivo, ma come un richiamo alla memoria di quella manifestazione dell’Io-sono di Dio, che si è data e si dà nel dono del pane che abbiamo e che siamo, che fonda la società fraterna dei figli di Dio. Il perpetuarsi delle condizioni di credibilità dell’epifania di Gesù, e perciò della nostra fede, dipende dunque da noi, dalla nostra comprensione del “fatto dei pani” e dal nostro agire di conseguenza.

Oggi, il calendario ci porta la memoria di Giuseppe Giovanni Lanza del Vasto, fondatore dell’Arca, testimone di pace e nonviolenza.

Giuseppe Giovanni Lanza del Vasto nacque il 29 settembre 1901 a San Vito dei Normanni, da padre siciliano e madre belga. Dopo gli studi a Parigi, dove si era trasferito nel 1915 con la madre e due fratelli, tornato in Italia, conseguì la laurea in filosofia a Pisa. Seguì un periodo di lavori umili, di viaggi, di povertà volontaria, ma anche di una profonda ricerca religiosa. Nel 1937, nel corso di un viaggio in India, fece l’incontro con l’uomo che avrebbe cambiato la sua vita: Gandhi. Da lui, Lanza del Vasto, divenutone discepolo, mutuò la dottrina e la pratica della nonviolenza e ricevette il nome di Shantidas, servitore di pace. Dopo un un pellegrinaggio all’Himalaya, Lanza del Vasto maturò l’idea di creare, al suo ritorno in Europa, un Ordine a carattere agricolo, artigianale, ecumenico e nonviolento. L’idea prese corpo, dopo il matrimonio con Simone Gebelin (da lui chiamata Chanterelle), nel 1948. Con lei fondò, infatti, a Tournier (Francia) la sua prima comunità, l’Arca, modellata sulla vita semplice di un ashram indù. I membri dell’Arca si impegnano con sette voti a lavorare per se stessi e per gli altri, ad obbedire alla disciplina dell’ordine, ad assumersi le proprie responsabilità davanti all’ordine, a purificarsi da ogni tendenza al possesso, a vivere sobriamente e ad evitare ogni violenza verso gli uomini e gli animali. Forte anche la connotazione e l’impegno politico che caratterizzò da subito la vita dell’Arca, le cui battaglie in vista dell’eliminazione della guerra e della corsa agli armamenti, dell’ingiustizia e della miseria, furono via via combattute con le armi del digiuno, della preghiera e della resistenza spirituale. Lanza del Vasto morì in viaggio a Murcia (Spagna), la notte tra il 5 e il 6 gennaio 1981.

I testi che la liturgia odierna propone alla nostra riflessione sono tratti da:
1ª Lettera di Giovanni, cap.4, 11-18; Salmo 72; Vangelo di Marco, cap.6, 45-52.

La preghiera del mercoledì è in comunione con quanti ricercano l’Assoluto della loro vita nella testimonianza per la pace, la fraternità e la giustizia.

È tutto, per stasera. Noi ci si congeda qui, offrendovi una citazione di Lanza del Vasto, tratta dal suo libro “Principi e precetti del ritorno all’evidenza” (Gribaudi), che è, così, per oggi, il nostro

PENSIERO DEL GIORNO
Non una curva d’onda, non una nervatura di foglia, non una linea della mano, ripete la curva, la nervatura, la linea di un’altra onda, di un’altra foglia, di un’altra mano. E vorresti che due anime si ripetessero? Credere all’eguaglianza di due viventi è spregiare la sovrabbondanza di doni e di distinzioni di cui il Creatore ha decorati la natura. Ma l’amore vuole, e fa, che l’amico sia l’eguale dell’amico: l’amata l’eguale dell’amante: sono uguali perché sono uno. I loro meriti si scambiano e le loro differenze si completano. Esiste una sola eguaglianza che non sia mutilazione e avvilimento: quella dell’amore. Esiste una sola giustizia che non sia un “minor male” ¬ se non addirittura una “somma ingiuria”: la giustizia d’amore. (Giuseppe Lanza del Vasto, Principi e precetti del ritorno all’evidenza, CCLXI ).

Ricevete l’abbraccio dei vostri fratelli e sorelle della Comunità del bairro.

Giorno per giorno – 06 Gennaio 2021ultima modifica: 2021-01-06T22:09:21+01:00da fraternidade
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