Giorno per giorno – 09 Ottobre 2020

Carissimi,
“Quando un uomo forte, bene armato, fa la guardia al suo palazzo, tutti i suoi beni stanno al sicuro. Ma se arriva uno più forte di lui e lo vince, gli strappa via l’armatura nella quale confidava e ne distribuisce il bottino. Chi non è con me, è contro di me; e chi non raccoglie con me, disperde” (Lc 11, 21-23). Ieri si parlava del dono dello Spirito, che il Padre ci fa. Dono che ci raggiunge con la Parola del Vangelo e l’incontro con Gesù. Il quale arriva più o meno a sorpresa, nel bunker degli egoismi in cui viviamo asseragliati e via via ci toglie tutte le nostre difese, psicologiche, ideologiche, religiose, economiche, politiche, che ci eravamo costruiti per vivere tranquilli nel godimento dei nostri beni (trasformati in mali), sicuri delle nostre verità precostituite, per rivelarci e comunicarci lo Spirito d’amore, che è poi l’immagine primordiale disegnata dal dito di Dio nella creazione dell’uomo. “Dito della Paterna destra” è detto, nel Veni Creator, lo Spirito, e noi lo si ricordava, stamattina, durante il rito della Cresima, somministrata da Dom Jeová, a Valdinei che, giunto al termine del suo trattamento, si è congedato dalla Chácara di recupero. Quell’immagine, però, in un modo o nell’altro, lungo il tempo della Storia e delle nostre storie, si è andata deturpando, a ripristinare la quale è venuto e viene Gesù (anche attraverso i sacramenti), senza che sia lasciato più spazio a possibili equivoci. Per questo egli può credibilmente affermare: “Chi non è con me, è contro di me”. Senza che questo significhi esigere l’adesione ad una verità astratta, ma ben concretamente riconoscerlo come espressione di un amore incondizionato (quello del Padre), sottratto ad ogni forma di potere, e accettare di assumerne una testimonianza uguale. L’amore che ci è stato donato non ammette compartimenti stagni: questi li amo, questi non li amo, o li amo meno. Ogni spirito di separazione, contrapposizione, orgoglio (anche religioso), disprezzo, esclusione ci riporterebbe sotto il dominio dell’Avversario, anche se fossimo convinti di operare a favore della verità, a difesa di Dio (ridotto a idolo). E questa è una lotta senza fine, che ci chiede una vigilanza costante.

Oggi la Chiesa fa memoria del Patriarca Abramo, Padre di tutti i credenti nel Dio unico.

Primo dei Patriarchi e fondatore del monoteismo ebraico, confidando nella parola di Dio, emigrò con sua moglie Sara nella terra di Canaan (Gen 12, 1ss). Come segno della sua alleanza con Dio, gli fu ordinato, quando era già vecchio, di circoncidersi (Gen 17,10) e, secondo il racconto biblico, fu dopo questo che Sara diede miracolosamente alla luce un figlio, Isacco (Gen 21,2). Una delle dieci prove di fedeltà a cui Dio sottopose Abramo fu la richiesa che gli offrisse in sacrificio proprio Isacco (Gen 22,2). L’episodio, che nell’esegesi ebraica è designato como la ’Aqedah (la legatura), è ricco di interpretazioni suggestive. Abramo è considerato il “guardiano della Torah”, ancor prima che essa fosse stata rivelata da Dio. A lui si deve la pratica della preghiera ebraica del mattino (Gen 19,27). Benevolo e compassionevole, intercedette presso Dio perché Sodoma fosse risparmiata, nonostante la malvagità dei suoi abitanti, chiedendogli quanti uomini giusti fosse sufficiente trovarvi per evitarle la distruzione. Partito da cinquanta, quando arrivò a dieci, ritenne giusto non insistere oltre (Gen 18, 23 ss). Sembra che il minian, il numero minimo di dieci uomini necessario per il culto pubblico, si fondi proprio su questa tradizione. Abramo morì a 175 anni e fu sepolto nella caverna di Macpela (Gen 25,7ss). Gode di una grande considerazione, oltre che nell’ebraismo, anche nel cristianesimo e nell’islamismo, che vedono in lui la figura perfetta del credente, che fonda gli ideali etici e culturali di queste tre religioni.

I testi che la liturgia odierna propone alla nostra riflessione sono tratti da:
Lettera ai Galati, cap.3, 7-14; Salmo 111; Vangelo di Luca, cap.11, 15-26.

La preghiera del Venerdì è in comunione con i fedeli della Umma islamica, che confessano l’unicità del Dio clemente e misericordioso.

Noi si è saputo solo da poco della scomparsa, avvenuta come oggi, cinque anni fa, dopo una dolorosa malattia, di Rinaldo Fabris, teologo, biblista, pioniere di ecumenismo, illuminata guida spirituale di realtà associative cristiane, e pastore vicino al suo popolo, che è stato per anni punto di riferimento di un buon numero di nostri amici e amiche di lì. Scegliamo allora di congedarci, offrendovi in lettura una sua citazione, tratta dal suo libro “Gesù di Nazareth” (Cittadella Editrice). Che è, così, per oggi, il nostro

PENSIERO DEL GIORNO
La novità dell’annuncio gioioso di Gesù consiste nel fatto che egli rivolgendosi ai poveri assicura che la loro attesa incomincia già ora ad essere esaudita. Essi sono chiamati felici nonostante la privazione, la sofferenza e le prove che li tormentano perché ora Dio instaura il suo regno che cambia radicalmente la loro situazione di infelicità. Gesù stesso è il banditore di questa buona notizia che ha come primi destinatari i poveri. Il “regno di Dio si è fatto vicino” per essi perché Dio come sovrano giusto e potente ha reso giustizia agli oppressi e ha difeso i deboli. La dichiarazione programmatica di Gesù riferita dai vangeli fa risuonare con un’autorità e sicurezza eccezionali l’impegno gratuito di Dio a favore dei poveri: qui ed ora Dio si rivela signore e sovrano perché rende giustizia a quelli che ne hanno bisogno. I “poveri” sono proclamatai “beati”, felici, per lo stesso motivo per cui ad essi appartiene il regno di Dio: perché Dio si prende a cuore la loro sorte. In breve il “regno di Dio è per i poveri” non perché questi abbiano dei titoli o delle qualità particolari che li raccomandino presso Dio, ma perché Dio è “giusto”, cioè libera e salva quelli che hanno bisogno. L’annuncio programmatico di Gesù che il “regno di Dio è per i poveri” è una dichiarazione che può contare sull’amore gratuito e salvante di Dio. (Rinaldo Fabris, Gesù di Nazareth).

Ricevete l’abbraccio dei vostri fratelli e sorelle della Comunità del bairro.

Giorno per giorno – 09 Ottobre 2020ultima modifica: 2020-10-09T22:46:56+02:00da fraternidade
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