Giorno per giorno – 10 Maggio 2020

Carissimi,
“Gli disse Tommaso: Signore, non sappiamo dove vai e come possiamo conoscere la via? Gli disse Gesù: Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. Se conoscete me, conoscerete anche il Padre: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto” (Gv 14, 5-7). La “mia” strada, ci si diceva stamattina, come ciascuno ha la sua. La strada è dove ci si sente sicuri, senza paura di perdersi. E Gesù, prima di ogni definizione religiosa, di ogni categoria morale, di ogni segno sacramentale, ci si offre come strada, lungo la quale non cessa di brillare il sole della verità, che è il suo, e perciò mio, tuo, nostro, di ciascuno e di tutti insieme, essere figli e figlie. È in “questo” procedere sicuri alla luce di “questa” verità che ci è consentito vivere una vita in pienezza, così come un padre può desiderarla per i suoi figli, coltivandola nei loro sogni. Ora, noi come Chiesa, dovremmo custodire gelosamente, per testimoniarla in ogni ambiente e situazione, questa rivelazione del Cristo, che ci è data non per contrapporci al mondo, che Dio vuole salvo, già qui ed ora, ma per aprirci ad esso e farlo più bello. Un mondo non più diviso da competizioni, inimicizie, odî, violenze, e quant’altro, ma dove tutti, popoli e persone, si sentano riconosciuti, accolti, valorizzati e benedetti come fratelli nella loro diversità. Quando questo accadrà, Dio sarà davvero creduto.

I testi che la liturgia di questa 5ª Domenica di Pasqua propone alla nostra riflessione sono tratti da:
Atti degli Apostoli, cap.6, 1-7; Salmo 33; 1ª Lettera di Pietro, cap.2, 4-9; Vangelo di Giovanni, cap.14, 1-12.

La preghiera della Domenica è in comunione con tutte le comunità e chiese cristiane.

Oggi il martirologio latinoamericano fa memoria di Josimo Moraes Tavares, prete e martire per la giustizia.

Josimo nacque nella città di Marabá (Pará), il 4 aprile 1953. Una grande alluvione, nel 1957, indusse la sua famiglia a trasferirsi a Xambioá, nello Stato di Goiás, dove nel 1979 fu ordinato presbítero. La sua vita e il suo ministero si svolsero prevalentemente nella regione del Bico do Papagaio (nell’attuale Tocantins), dove collaborò intensamente con la CPT (Commissione Pastorale per la Terra), nella pastorale della gioventù e in quella dei diritti umani. La regione, a quel tempo, era attraversata da ondate ricorrenti di violenza contro i posseiros che si insediavano nei latifondi incolti, per produrre lì i loro mezzi di sussistenza. Josimo fu testimone degli sgomberi forzati, delle torture, degli assassinî, operati da bande di pistoleiros sotto lo sguardo indifferente o complice della polizia e della magistratura. La morte, prevista, preparata, non giunse per lui come desiderio di martírio, ma come conseguenza della sua dedizione alla causa del Regno. Fu assassinato a Imperatriz, nel Maranhão, il 10 maggio 1986 con una proiettile nella schiena, mentre saliva le scale dell’edificio della diocesi, dove si trovavano gli uffici della Commissione Pastorale della Terra.

Così, ieri, Silvia Romano, una delle belle espressioni della “meglio gioventù” del Belpaese (ce n’è ancora, grazie a Dio) è stata finalmente liberata, a diciotto mesi dal suo sequestro, e oggi ha potuto riabbracciare la sua famiglia. Da dodicimila chilomentri di distanza, facciamo nostre le parole di un amico musulmano, Nasir Karim, di Spoleto, che ieri ha così commentato: “Voglio solo dire a tutti coloro che vogliono rovinarci la nostra grande gioia e felicità, a coloro che dicono: ‘Quanto ci è costata Silvia Romano?’, spero il più possibile per 3 motivi: 1) perché in ogni caso sono soldi ben spesi per aver salvato una ragazza, di un animo nobile, altruista e molto coraggiosa; 2) perché tanto li avremmo buttati in qualche stupidaggine proposta dal politico di turno per vincere le elezioni; 3) perché il suo sorriso ed il suo cuore che sgorga d’amore verso il prossimo e verso chiunque vale più di una montagna di soldi. Bisogna lavare e disinfettare anche il cuore oltre che le mani. Veramente pensavo che il mostro Coronavirus facesse riflettere tanta gente nel Mondo sul vero significato della vita e dell’amore verso chiunque, invece “No”, la cattiveria continua a dilagare. Io credo che chiunque perpetri odio gratuitamente verso gli altri, chiunque semini odio, cattiverie e divisioni fra gli essere umani non ha dato un senso alla sua vita terrena”.

Ed è tutto, per stasera. Dato che la seconda domenica di maggio è tradizonalmente dedicata alla celebrazione della Festa della Mamma, scegliamo di congedarci, offrendovi in lettura una poesia di Rabindranath Tagore, dal titolo “Maternità”. Che è, così, per oggi, il nostro

PENSIERO DEL GIORNO
Da dove sono venuto? / Dove mi hai trovato? / Domandò il bambino a sua madre. / Ed ella pianse e rise allo stesso tempo / e stringendolo al petto gli rispose: / tu eri nascosto nel mio cuore, bambino mio, / tu eri il suo desiderio. // Tu eri nelle bambole della mia infanzia, / in tutte le mie speranze, / in tutti i miei amori, nella mia vita, / nella vita di mia madre, / tu hai vissuto. // Lo Spirito immortale che presiede nella nostra casa / ti ha cullato nel Suo seno in ogni tempo, / e mentre contemplo il tuo viso, / l’onda del mistero mi sommerge / perché tu che appartieni a tutti, / tu mi sei stato donato. // E per paura che tu fugga via / ti tengo stretto nel mio cuore. / Quale magia ha dunque affidato / il tesoro del mondo nelle mie esili braccia? // (Rabindranath Tagore, Maternità).

Ricevete l’abbraccio dei vostri fratelli e sorelle della Comunità del bairro.

Giorno per giorno – 10 Maggio 2020ultima modifica: 2020-05-10T22:40:27+02:00da fraternidade
Reposta per primo quest’articolo