Giorno per giorno – 01 Gennaio 2020

Carissimi,
“I pastori andarono, senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro. Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori. Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore” (Lc 2, 16-19). Ultimo giorno della solennità del Natale, e primo giorno del nuovo anno. La liturgia ci propone come suo messaggio, la buona notizia annunciata, niente meno che a Maria e a Giuseppe, dagli evangelisti della prima ora, i pastori, in rappresentanza dei poveri di ogni tempo. Quella del Dio, presente in quel frugoletto, piccolo, povero, respinto ed emarginato già alla nascita, fattosi tale in solidarietà con gli ultimi degli ultimi, resi, come proclamerà a tempo debito, primi destinatari del suo regno di giustizia, fraternità e amore. Tutto questo siamo chiamati a custodire e meditare in cuor nostro, con Maria, lungo l’intero corso dell’anno, di ogni anno. Traendone tutte le conseguenze per il nostro agire. Senza di che viene meno l’edificio della nostra fede.

Oggi, dunque, Ultimo giorno dell’Ottava di Natale, la Chiesa celebra Maria, madre di Dio. Il che non significa ovviamente fare di lei una sorta di divinità celeste, ma piuttosto ricordarci le condizioni per le quali una creatura umana può generare, portare o riportare Dio nel mondo. Condizioni che Gesù avrebbe sintetizzato in una frase: “Chi fa la volontà del Padre mio che sta nei cieli è per me fratello, sorella, madre” (Mt 12, 49-50). E la Sua volontà è il regno, o anche, che tutti abbiano vita e vita in abbondanza.

In questo stesso giorno la Chiesa fa memoria della Circoncisione di Gesù e questo fatto ci offre l’occasione per sottolineare l’aspetto dell’ebraicità di Gesù. Che egli riceve da sua madre e che è sacramentalizzata dalla circoncisione ed evidenziata dal Nome. Potremmo dirla allora Festa di Gesù ebreo per sempre, per affermare che Gesù di Nazareth, il Messia dei cristiani e rivelazione dell’amore salvifico del Padre per tutti i popoli, è ebreo e lo sarà per sempre, punto di incontro tra le due alleanze, pur nel significato diverso a lui attribuito, e fare di essa la festa dell’amicizia ebraico-cristiana.

I testi che la liturgia odierna propone alla nostra riflessione sono tratti da:
Libro dei Numeri, cap.6, 22-27; Salmo 67; Lettera ai Galati, cap.4, 4-7; Vangelo di Luca, cap.2, 16-21.

Il calendario ci porta anche la memoria di Basilio di Cesarea, pastore e padre della Chiesa.

Basilio nacque verso il 330, a Cesarea in Cappadocia, da una ricca famiglia cristiana che, in termini di santità, mica si scherza. Santi furono, infatti, la nonna, Macrina, i genitori, Emmelia e Basilio, i fratelli Gregorio, vescovo di Nissa, e Pietro, vescovo di Sebaste, e, per finire, la sorella Macrina. Dopo gli studi in patria, ad Atene e a Costantinopoli, Basilio ricevette il battesimo nel 356, recandosi poi nel deserto, dove si fermò due anni, conducendovi una vita austeramente scandita da preghiera, lavoro e studio delle Scritture. Nel 358, spogliatosi di tutti i suoi beni, creò con l’amico Gregorio di Nazianzo una comunità monastica, sulle rive del fiume Iris, sul Mar Nero, di cui egli stesso dettò le regole di vita. Ordinato sacerdote nel 363, fu chiamato a collaborare con il vescovo Eusebio di Cesarea, a cui succedette nel 370, segnalandosi per la lotta coraggiosa contro le distorsioni dottrinali sorte nella Chiesa, che contavano sull’appoggio dell’imperatore Valente. Ma ciò che caratterizzò la sua azione pastorale fu soprattutto l’intervento volto a favorire l’assistenza e la promozione delle fasce più povere della popolazione. Insegnava che “se ciascuno si accontentasse del necessario e donasse ai poveri il superfluo, non vi sarebbero più né ricchi né poveri”. Morì, non ancora cinquantenne, il 1° gennaio 379, alla vigilia del Concilio di Costantinopoli, che aveva tuttavia contribuito a preparare con i suoi studi e riflessioni.

Oggi si celebra anche la 53ª Giornata Mondiale della Pace (istituita da Paolo VI nel 1967 e celebrata a partire dal 1968 ogni 1º Gennaio) che, quest’anno, ha come titolo “La pace come cammino di speranza: dialogo, riconciliazione e conversione ecologica”. E, nel congedarci, scegliamo di proporvi un brano del messaggio dedicato ad essa da Papa Francesco. Che è, così, per oggi, il nostro

PENSIERO DEL GIORNO
Il cammino della riconciliazione richiede pazienza e fiducia. Non si ottiene la pace se non la si spera. Si tratta prima di tutto di credere nella possibilità della pace, di credere che l’altro ha il nostro stesso bisogno di pace. In questo, ci può ispirare l’amore di Dio per ciascuno di noi, amore liberante, illimitato, gratuito, instancabile. La paura è spesso fonte di conflitto. È importante, quindi, andare oltre i nostri timori umani, riconoscendoci figli bisognosi, davanti a Colui che ci ama e ci attende, come il Padre del figlio prodigo (cf Lc 15,11-24). La cultura dell’incontro tra fratelli e sorelle rompe con la cultura della minaccia. Rende ogni incontro una possibilità e un dono dell’amore generoso di Dio. Ci guida ad oltrepassare i limiti dei nostri orizzonti ristretti, per puntare sempre a vivere la fraternità universale, come figli dell’unico Padre celeste. Per i discepoli di Cristo, questo cammino è sostenuto anche dal sacramento della Riconciliazione, donato dal Signore per la remissione dei peccati dei battezzati. Questo sacramento della Chiesa, che rinnova le persone e le comunità, chiama a tenere lo sguardo rivolto a Gesù, che ha riconciliato “tutte le cose, avendo pacificato con il sangue della sua croce sia le cose che stanno sulla terra, sia quelle che stanno nei cieli” (Col 1,20); e chiede di deporre ogni violenza nei pensieri, nelle parole e nelle opere, sia verso il prossimo sia verso il creato. La grazia di Dio Padre si dà come amore senza condizioni. Ricevuto il suo perdono, in Cristo, possiamo metterci in cammino per offrirlo agli uomini e alle donne del nostro tempo. Giorno dopo giorno, lo Spirito Santo ci suggerisce atteggiamenti e parole affinché diventiamo artigiani di giustizia e di pace. Che il Dio della pace ci benedica e venga in nostro aiuto. (Papa Francesco, Messaggio per la celebrazione della 53ª Giornata mondiale della Pace).

Ricevete l’abbraccio dei vostri fratelli e sorelle della Comunità del bairro.

Giorno per giorno – 01 Gennaio 2020ultima modifica: 2020-01-01T22:45:07+01:00da fraternidade
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