Giorno per giorno – 02 Gennaio 2020

Carissimi,
“Io sono voce di uno che grida nel deserto: Rendete diritta la via del Signore” (Gv 1, 23). La celebrazione del Natale si è conclusa solo ieri ed ecco che il vangelo di oggi sembra riportarci di punto in bianco allo spirito dell’Avvento, con la figura di Giovanni che chiama a conversione. Come dire che – del resto è proprio ciò che sperimentiamo – , il processo di conversione non è mai compiuto per intero, o meglio ancora, ci si rivela ogni volta, solo agli inizi. La contemplazione, la concentrazione sul mistero del Dio Bambino che nasce a Betlemme è sempre troppo facilmente disturbata e oscurata dalle molteplici sirene del Sistema che gli si oppone, solleticando i nostri egoismi, ed è così necessario prestare attenzione alla voce che ci grida dentro, ricordandoci cosa significhi quel mistero e cosa esiga da noi, in termini non di devoto sentimentalismo, ma di scelte concrete e decisive, volte a incarnare la Parola di Dio umanata nella nostra storia. Per testimoniare così, per quanto possibile, il suo sovrano dispiegarsi nella forma della dedizione incondizionata al servizio della liberazione dei poveri, del riscatto degli ultimi.

Oggi il nostro calendario ecumenico ci porta la memoria di Ioann di Kronstadt, presbitero ortodosso, amico dei poveri.

Ivan Ilič Sergiev era nato il 1° novembre 1829 (19 ottobre per il calendario giuliano), in una povera famiglia di Sura, nel distretto di Arkhangelsk (Russia settentrionale). Dopo gli studi in seminario e la laurea nella Facoltà teologica di san Pietroburgo, sposò una giovane del villaggio natale e, nel 1855, fu ordinato sacerdote e inviato a Kronstadt, in un’isola del Mar Baltico, dove era costume deportare le persone indesiderate nella capitale, marginali, poveri e senza tetto. Il prete scoprì ben presto che sarebbe stato inutile predicare la Parola, se non si fosse fatto carico della situazione di miseria dei suoi nuovi concittadini. Così, destinava loro, via via, il magro salario di insegnante di religione, suppellettili di casa, scarpe, vestiti, alimenti. Le persone dabbene, le autorità e gli stessi confratelli lo accusavano di favorire in tal modo l’accattonaggio, di prestarsi a zimbello dei poveri, di disonorare lo stato sacerdotale, o anche soltanto lo prendevano per matto. Lui li lasciava dire e preferiva ascoltare quanti affermavano: “Quando ho incontrato padre Ioann, mi sono sentito trattare come una persona, mi sono ritrovato nuovamente un uomo, ho scoperto la fede…”. Nel 1881, con l’aiuto e la generosità di persone amiche, decise di creare un Centro di lavoro, per dare una prima risposta ai problemi della sua gente. In pochi anni la Casa divenne un intero paese, offrendo un impiego a migliaia di persone, con scuole scuole elementari e professionali, botteghe artigianali, negozi, biblioteche, asili, ospizi, e altro ancora. La fama del prete si diffuse assai presto, procurandogli un numero impressionante di fedeli, non solo per il suo disinteresse e le sue attività di riscatto sociale, ma anche per la sua profonda spiritualità, l’intensità delle sue liturgie, il tempo speso a confessare, il dono della veggenza, le guarigioni che gli erano attribuite. Padre Ioann morì nella cattedrale di Kronstadt, la mattina del 2 gennaio 1909 (20 dicembre 1908 per il calendario giuliano), al termine della liturgia, celebrata con la devozione di sempre.

I testi che la liturgia odierna propone oggi alla nostra attenzione sono tratti da:
1ª Lettera di Giovanni, cap.2, 22-28; Salmo 98; Vangelo di Giovanni, cap.1, 19-28.

La preghiera del giovedì è in comunione con le religioni tradizionali indigene.

È tutto, per stasera. Noi ci si congeda qui, offrendovi in lettura una citazione di Giovanni di Cronstadt, tratta dal suo “La mia vita in Cristo” (Gribaudi), che è, per oggi, il nostro

PENSIERO DEL GIORNO
Quando sei colpito dalla sofferenza e dall’angoscia degli altri e ti senti portato a pregare per loro con cuore compassionevole profondamente commosso, chiedi a Dio di aver pietà dei loro peccati come chiederesti la remissione dei tuoi: cioè supplicalo piangendo di perdonarli. Prega per la salvezza degli altri come pregheresti per la tua salvezza. Se ci riuscirai, se diventerà per te un’abitudine, riceverai da Dio un’abbondanza di doni spirituali, i doni dello Spirito Santo che ama l’anima preoccupata per la salvezza altrui. Lo Spirito stesso infatti vuole salvarci con tutti i mezzi possibili, a condizione che non gli opponiamo resistenza e che non induriamo il nostro cuore. “Lo Spirito stesso intercede per noi con gemiti ineffabili “(Rm 8, 26). (San Giovanni di Kronstadt, La mia vita in Cristo).

Ricevete l’abbraccio dei vostri fratelli e sorelle della Comunità del bairro.

Giorno per giorno – 02 Gennaio 2020ultima modifica: 2020-01-02T22:47:03+01:00da fraternidade
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