Giorno per giorno – 30 Luglio 2019

Carissimi,
“Colui che semina il buon seme è il Figlio dell’uomo. Il campo è il mondo. Il seme buono sono i figli del regno; la zizzania sono i figli del maligno, e il nemico che l’ha seminata è il diavolo. La mietitura rappresenta la fine del mondo, e i mietitori sono gli angeli. Come dunque si raccoglie la zizzania e si brucia nel fuoco, così avverrà alla fine del mondo” (Mt 13, 37-40). Così, quella che era una parabola del Regno, cioè del concreto, progressivo, instaurarsi della sovranità di Dio, nella forma del dono di sé e del servizio alla causa della vita degli altri, a fronte degli ostacoli che gli si oppongono, diventa, nella spiegazione che è offerta nel vangelo di oggi, una parabola del giudizio, alla fine del mondo. Senza che comunque muti la sostanza delle cose: il giudizio è sulla testimonianza che avremo reso al Regno o sulla sua negazione, anche sotto la maschera del bene (considerando che frumento e zizzania sono simili). Il male, infatti, non si assume mai come male, tende a occultarsi o travestirsi di bene. Nello specifico, ai giorni nostri (ma è successo spesso anche in passato), una politica di morte, mascherata da difesa della fede, della civiltà, dei valori, persino della vita. Tutto un giorno sarà reso evidente, anche a coloro che ostinatamente, perché vittime di una visione ideologica della realtà, o perduti nella difesa dei loro privilegi e ricchezze, rifiutano oggi di vedere. L’immagine del fuoco che brucia gli scandali e gli operatori di ingiustizia è la parola severa che ci chiama a non banalizzare il male, che si riassume nel negarsi alla dimensione del dono. Come dono incondizionato a tutti è Dio.

Oggi il nostro calendario ecumenico ci porta la memoria di William Penn, uomo di pace e di dialogo. Il martirologio latinoamericano ricorda anche i Venti Martiri Pentecostali in Perù, vittime dell’odio anti-cristiano e dell’intolleranza religiosa.

Nato il 14 ottobre 1644, a Londra, da Margareth e dall’ammiraglio della Corona, di cui ereditò il nome, il giovane William, quando conobbe la Società degli Amici attraverso la predicazione di Thomas Loe, cominciò a frequentarla, finendo poi per aderire ad essa con convinzione ed entusiasmo. La Società era stata fondata nel 1647 dal predicatore inglese George Fox, e si caratterizzava per l’enfasi posta sull’assenza di gerarchia e di templi, sull’autorità della coscienza in materia di costumi, sul riconoscimento dei carismi e sullo stile di vita semplice ed essenziale dei suoi membri, sull’importanza data al silenzio durante il culto, e sulla valorizzazione del dialogo e dei mezzi pacifici per risolvere le controversie. Tutto questo doveva ovviamente apparire piuttosto rivoluzionario e destabilizzante agli occhi dei poteri forti dell’epoca, sia civili che religiosi. Sicché William (che nel frattempo si era sposato con Gulielma Springett) dovette presto conoscere le patrie galere, assieme ad altre migliaia di suoi compagni di fede. In seguito, tuttavia, il 4 marzo 1681, essi ottenero da re Carlo II l’autorizzazione ad insediarsi nei domini oltremare della corona britannica, nel territorio dell’attuale Pennsylvania, dove giunsero l’8 novembre 1682. Qui fondarono Filadelfia (città dell’amore fraterno) e, coerentemente con la loro fede religiosa e filosofia di vita, inaugurarono, sotto la guida di Penn, quello che fu chiamato il Santo Esperimento. Una società senza esercito, dove donne e uomini godevano di uguali diritti, la libertà religiosa era effettivamente garantita, le relazioni tra coloni e tribù indiane e presto i numerosi immigrati che giunsero da ogni dove, erano basate sul rispetto reciproco, sul dialogo e sulla convivenza pacifica. Il coraggioso profeta quacchero, che aveva posto la sua vita, la sua intelligenza, la sua penna e la sua attività al servizio dell’evangelo della pace e della tolleranza, morì il 30 luglio 1718.

Il 30 luglio 1984, a Santa Rosa, dipartimento di Ayacucho, circa duecento fratelli evangelici pentecostali erano riuniti in preghiera, quando un commando di quindici elementi di Sendero Luminoso entrò nella chiesa, bloccò tutte le uscite e cominciò a sparare all’impazzata sulla gente, compresi vecchi e bambini. Venti restarono morti a terra. Altri quarantacinque furono feriti. Compiuto il massacro i guerriglieri minarono e incendiarono la chiesa.

I testi che la liturgia odierna propone alla nostra riflessione sono tratti da:
Libro dell’Esodo, cap. 33,7-11; 34,5-9.28; Salmo 103; Vangelo di Matteo, cap. 13,36-43.

La preghiera del martedì è in comunione con le religioni tradizionali africane.

È tutto, per stasera. E noi ci si congeda qui, lasciandovi ad un citazione di William Penn, tratta dal suo “Advice to his children”. Che è, per oggi, il nostro

PENSIERO DEL GIORNO
Non rispondete in alcun modo alla rabbia altrui, a meno che non sia con molta dolcezza, che spesso è in grado di allontanarla. Rispondete comunque solo raramente, evitate di replicare, dato che questo aggiunge benzina al fuoco. È un momento sbagliato per rivalersi sugli altri, il cui orecchio non è disposto all’ascolto. Gli uomini sono fuori di sé e non sanno bene di che spirito siano. Il silenzio è la miglior risposta alla passione, al pregiudizio e all’irrisione, e spesso conquista là dove invece la resistenza infiamma. (William Penn. Advise to his children II, 5).

Ricevete l’abbraccio dei vostri fratelli e sorelle della Comunità del bairro.

Giorno per giorno – 30 Luglio 2019ultima modifica: 2019-07-30T22:06:49+02:00da fraternidade
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