Giorno per giorno – 18 Maggio 2019

Carissimi,
“Gli disse Filippo: Signore, mostraci il Padre e ci basta. Gli rispose Gesù: Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me ha visto il Padre. Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico da me; ma il Padre che è con me compie le sue opere” (Gv 14, 8-10). A quante delle nostre chiese e comunità Gesù potrebbe dire le stesse cose che disse a Filippo? O, più ancora, come possono dire di aver conosciuto Gesù i pastori (e persino qualche vescovo e un numero imprecisato di preti) che, qui da noi, in un inedito ecumenismo del conservatorismo più nero (manovrato, sembra, ovunque, dall’ormai famigerato Bannon), hanno indotto i loro fedeli ad appoggiare l’elezione a presidente, acclamato come messia, di un incapace che ha poltrito per trentanni nel Congresso, esaltatore della dittatura e dei suoi sistemi, compresi la tortura e l’eliminazione violenta degli avversari politici e dei variamente indotti a delinquere, dichiaratamente misogino, omofobo, razzista? E non è che voi, con qualche personaggio in auge nello scenario politico, siate poi messi meglio di noi. Ora, il problema, ovviamente, non sono coloro che, astutamente, manipolano la religione, a fini di dominio (è storia di sempre, antica come l’umanità), quanto piuttosto coloro che si dicono cristiani e che vantano familiarità con Gesù e il suo vangelo, e che finiscono col sacrificare l’uno e l’altro sull’altare di per altro illusori vantaggi economici o di ipocrite tutele moralistiche della società. C’è bisogno di una nuova evangelizzazione, che restituisca ai cristiani il gusto della sfida ai poteri del mondo, nella gioia di un annuncio e di una pratica evangelica, che ridicano, nel servizio, nell’accoglienza, nel dialogo, nel dono reciproco, la presenza di Cristo nella storia, con la sua tensione all’unità, nella fantasiosa diversità voluta dal Creatore. Senza sbandierare rosari o vangeli, né negli slogan o nelle invocazioni che paiono più bestemmie, per tirar Dio e i santi dalla propria parte contro gli altri, ma nel concreto darsi della vita e delle scelte quotidiane.

Oggi, il calendario ci porta le memorie di Giuseppe Lazzati, cristiano al servizio di una Città dell’Uomo, e quella dei Martiri ebrei della Prima Crociata.

Giuseppe Lazzati era nato il 22 giugno 1909 a Milano. Entrato nelle file dell’azione Cattolica, compì i suoi studi all’Università Cattolica, laureandosi in Lettere nel 1931. Nel 1934 fu nominato Presidente della Gioventù Cattolica milanese e, a partire dal 1938 prese a insegnare alla Cattolica. Nel 1939, maturata la scelta della consacrazione laicale, fondò una comunità di laici che prese il nome di Milites Christi Regis (in seguito Istituto Secolare di Cristo Re). Dopo l’8 settembre 1943, ufficiale degli alpini, venne fatto prigioniero dai tedeschi e inviato in un campo di concentramento, per aver rifiutato di servire la Repubblica di Salò. Nel 1946, all’indomani della guerra, fu eletto consigliere del Comune di Milano e, subito dopo, membro dell’Assemblea Costituente. Dal 1948 al 1953 fu deputato al Parlamento nelle fila della DC. Tornato all’insegnamento universitario, fu nominato nel 1956 Presidente del Movimento Laureati di Milano e nel 1964 presidente dell’Azione Cattolica ambrosiana. Fu in quegli anni che Lazzati vide e denunciò il rischio di una deriva integrista di Gioventù Studentesca, il movimento fondato da don Giussani. Eletto Preside della Facoltà di Lettere e Filosofia, nel 1965, tre anni dopo, fu chiamato come nuovo rettore dell’Università Cattolica, carica che coprirà fino al 1983. Dal 1976 al 1986, continuò a tenere, presso l’eremo San Salvatore, corsi di ascolto della Sacra Scrittura e di discernimento vocazionale per quanti si ponevano il problema della loro scelta di vita. Nel 1985 fondò l’associazione “Città dell’Uomo” , con lo scopo di educare i fedeli alla responsabilità civile e politica. Lazzati morì, dopo una lunga malattia, il 18 maggio 1986, all’alba del giorno di Pentecoste.

Il 18 maggio 1096, le truppe della Prima Crociata, dirette in Terra Santa, entrarono nella città di Worms, sul fiume Reno, in Germania. Lì, la popolazione ebrea più facoltosa si era garantita la protezione del vescovo, ottenendo dietro pagamento di laute somme in denaro, di rifugiarsi nel castello vescovile. I più poveri, abbandonati a se stessi, non ebbero via di scampo. I crociati, entrati in città, li raggiunsero e sgozzarono tutti sul posto, saccheggiandone poi le abitazioni e bruciando i rotoli della Torah. Le vittime furono circa cinquecento. Nei giorni successivi il palazzo vescovile fu posto sotto assedio e i trecento che vi avevano trovato rifugio furono costretti a consegnarsi alle orde crociate. La maggior parte di essi, rifiutando il battesimo, venne messa a morte. Il giorno 27 dello stesso mese, i crociati entrarono anche a Meinz, dove l’intera comunità ebraica, che contava 1300 persone tra uomini, donne e bambini, fu massacrata.

I testi che la liturgia odierna propone alla nostra riflessione sono tratti da:
Atti degli Apostoli, cap.13, 44-52; Salmo 98; Vangelo di Giovanni, cap.14, 7-14.

La preghiera del Sabato è in comunione con le comunità ebraiche della diaspora e di Eretz Israel.

È tutto, anche per stasera. Noi ci congediamo qui, offrendovi in lettura il brano di una delle meditazioni svolte da Giuseppe Lazzati, durante un corso di esercizi spirituali da lui tenuto, con il titolo “Una storia d’amore. Itinerarium cordis in Deum” ai membri dell’Istituto Secolare Cristo Re, all’Eremo S. Salvatore sopra Erba, nell’estate 1977. Ed è questo, per oggi, il nostro

PENSIERO DEL GIORNO
Allargate, allargate la vista: guardiamo il mondo nella sua vastità, nella ricchezza infinita di valori che contiene: tutto, tutto è fatto per noi, tutto è venuto dall’amore di Dio per noi. “Tu hai fatto ogni cosa con sapienza e amore…” dice la preghiera eucaristica quarta. Tu hai fatto ogni cosa con sapienza e amore! Perché tutto è stato fatto dal Padre contemplando il Figlio e della sapienza di Dio, dice la Scrittura, che alitava sopra gli spazi e ordinava tutto in numero e peso: espressione di uomo per dire questa intelligenza con cui Dio ha operato. E quale che sia la soluzione che si voglia dare, cosmologicamente, al problema dell’origine del mondo, sia pure, che all’origine non sia esistita, per l’atto creativo di Dio, quella massa incandescente, ma quella conteneva in potenza tutto quello che è avvenuto. E ancor più, direi, risulta la potenza di questa intelligenza che crea e di questo amore che crea e che continua a creare. E’ la casa che Dio ha preparato per noi, poiché a noi ha pensato, poiché nella sua infinita sapienza e nel suo infinito amore ha pensato a noi, per noi ha voluto questo mondo, questo cosmo – un vocabolo greco dice già in se stesso la bellezza, cosmos è ornamento! – dentro il quale ci ha posto, perché noi ci sentissimo nella casa dell’amore preparata da Lui. E qui non c’è bisogno di dirvi quanto di questo sono pieni i salmi ed oggi potreste così godere la gioia di questa contemplazione, magari leggendo qualche salmo, di quelli che appunto esprimono la meraviglia dell’uomo di fronte alla creazione. E questi salmi vanno letti con nel cuore la gioia di pensare che tutto questo è fatto per noi, perché noi si sappia leggere dentro la realtà che ci circonda, si sappia leggere questo infinito amore che tutto ha preparato per noi. E da questa lettura si sappia dare gloria a Dio, riconoscendo che è opera sua. (Giuseppe Lazzati, Una storia d’amore. Itinerarium cordis in Deum).

Ricevete l’abbraccio dei vostri fratelli e sorelle della Comunità del bairro.

Giorno per giorno – 18 Maggio 2019ultima modifica: 2019-05-18T22:02:01+02:00da fraternidade
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