Giorno per giorno – 17 Agosto 2018

Carissimi,
“Rispose loro Gesù: Per la durezza del vostro cuore Mosè vi ha permesso di ripudiare le vostre mogli, ma da principio non fu così. Perciò io vi dico: Chiunque ripudia la propria moglie, se non in caso di concubinato, e ne sposa un’altra commette adulterio” (Mt 19, 8-9). C’è chi traduce il greco “porneia”, con “prostituzione”, chi, come in questo caso, con “concubinato”, o altri significati simili. Tutti indicano comunque un’unione non basata sull’amore tra i coniugi, amore che è fatto di rispetto, ascolto, dialogo, dedizione reciproca e che rappresenta ciò che fa sussistere il matrimonio. Stasera, nella chiesetta dell’Aparecida, ci dicevamo, che, sfortunatamente, sembra proprio che la maggior parte delle unioni dei nostri giorni (?) siano di questo tipo, tanto facilmente si fanno e si disfanno, e tanto superficiali e improvvisati appaiono i “corsi” in preparazione al matrimonio, quando la scelta cade sulla celebrazione religiosa. A questo proposito, appare sempre più pretestuosa la polemica montante circa l’indissolubilità di un matrimonio, che non c’è, se non sulla carta, o della proibizione del divorzio (che riguarda solo gli effetti civili), e sull’inammissibilità ai sacramenti, dopo questo tipo di separazioni, che rispecchiano l’eccezione prevista dal Vangelo. Il problema che si pone, seriamente, sarà allora quello di una preparazione adeguata, offerta all’interno di un cammino comunitario di fede, non limitato nel tempo, come spesso succede nella preparazione ai sacramenti (si pensi come sovente l’amministrazione della Cresima coincida di fatto con la fine, anziché con l’inizio consapevole e maturo, della pratica religiosa e dei suoi riflessi nella vita dell’impegno civile), che aiuti a intendere significato, bellezza ed esigenze del sacramento. Dopo di che, difficilmente si correrà il rischio di una rottura dell’alleanza, in questo caso, assunta consapevolmente, come segno dell’amore senza ritorno con cui Cristo ama la sua Chiesa e il Padre l’umanità intera. Sacramento e segno che, nel mito primigenio dell’unione maschio-femmina, quale immagine di Dio, fa di esso il motore del riconoscimento, rispettto, valorizzazione, di ogni altra differenza, chiamata, così, a realizzarsi in unità: una carne, una storia, un’umanità sola.

Oggi è memoria di Johann Gerhard, teologo, e di quanti sono ricordati come i Martiri africani di Mombasa (sec.XVII).

Johann Gerhard nacque il 17 Ottobre 1582 a Quedlinburg, in Germania. All’età di quindici anni contrasse una grave malattia ed entrò in un tale stato di prostrazione che si pensò dovesse presto morire. Questa esperienza contribuì in misura determinante a caratterizzare e ad approfondire la sua spiritualità, portandolo a comporre, a soli ventidue anni, opere dedicate alla preghiera e alla meditazione. Su consiglio del suo direttore spirituale, Johann Arnd, che il giovane considerò per tutta la vita come un vero e proprio padre nello spirito, intraprese lo studio della teologia, dapprima a Wittenberg, poi a Jena, a Marburg, e infine di nuovo a Jena, dove, il 13 novembre 1606, conseguì il suo dottorato. A Jena, a partire dal 1616, insegnò teologia fino alla morte. Con Johann Major e Johann Himmel costituì quella che nell’ambiente accademico venne chiamata la “terna dei Johann”, tre teologi con lo stesso nome, dei quali comunque, il nostro, benché il più giovane d’età, fu presto riconosciuto come il maggiore tra i teologi viventi del Protestantesimo tedesco. Nel 1621 compose i “Loci theologici”, che costituiscono un vero e proprio compendio dell’ortodossia luterana. Oltre alla Sacra Scrittura, studiò e approfondì la spiritualità patristica e medievale, che gli permise di riscoprire in tutta la sua ricchezza il principio del senso spirituale dell’esegesi. Assieme all’attività di studio, si dedicò alla direzione spirituale di molti uomini di chiesa e di statisti. Morì il 17 agosto 1637.

Il conflitto scoppiato nel 1614 tra i portoghesi e i nativi delle isole di Zanzibar e Lamu (tra i quali c’era un buon numero di convertiti al cristianesimo) culminò nell’assassinio del sultano Hassan e in innumerevoli angherie nei confronti della popolazione locale. Questo portò il nuovo sultano, Yusuf (che pure era stato cristiano), alla decisione di tornare alla religione islamica e di cancellare ogni traccia della religione dei colonizzatori bianchi. Le spese le fecero comunque soprattutto i nativi. Furono circa centocinquanta gli africani che rifiutarono di abbandonare la fede cristiana, incontrando così la morte.

I testi che la liturgia odierna propone alla nostra riflessione sono tratti da:
Profezia di Ezechiele, cap. 16, 1-15.60.63; Salmo (da Is 12, 2-6); Vangelo di Matteo, cap.19, 3-12.

La preghiera del Venerdì è in comunione con i fedeli dell’Umma islamica, che confessano l’unicità del Dio clemente e misericordioso.

Per stasera, è tutto. Noi ci si congeda qui, offrendovi una citazione di Johann Gerhard, tratto dalle sue “Sacred Meditations”. Che è, per oggi, il nostro

PENSIERO DEL GIORNO
Non disperare, dunque, anima fedele! Hai offeso il Bene infinito con i tuoi peccati, ma un prezzo infinito è stato pagato per la tua salvezza. Tu devi essere giudicato per i tuoi peccati; ma il Figlio di Dio è già stato giudicato per i peccati di tutto il mondo, che egli ha preso su di Sé. I tuoi peccati devono essere puniti, ma Dio li ha già puniti nella persona del suo stesso Figlio. Grandi sono le ferite dei tuoi peccati, ma prezioso è il balsamo del sangue di Cristo. Mosè, nella legge, pronuncia su di te una maledizione (Dt 27, 26), perché non hai osservato tutte le cose scritte nel libro della legge, per compierle; ma Cristo è stato fatto maledizione per te quando è stato appeso al legno (Gal 3,13); il documento è stata scritto contro di te nella corte celeste; ma esso è stato cancellato dal sangue di Cristo (Col 2, 14). La tua passione, quindi, o santo e misericordioso Cristo, è il mio ultimo e unico rifugio! (Johann Gerhard, Sacred Meditations, VII).

Ricevete l’abbraccio dei vostri fratelli e sorelle della Comunità del bairro.

Giorno per giorno – 17 Agosto 2018ultima modifica: 2018-08-17T22:40:48+02:00da fraternidade
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