Giorno per giorno – 19 Giugno 2018

Carissimi,
“Se amate quelli che vi amano, quale merito ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani? Siate voi dunque perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste” (Mt 5, 46-48). Anche il vangelo di oggi era sul come è di Dio. Il Dio di Gesù, è chiaro. O anche, ed è la stessa cosa, il Dio che è Gesù. Il quale, contrariamente a ciò che, comunemente e un po’ paganamente, si continua a pensare, non è che ami i suoi devoti più di quanto ami gli altri, che a lui non pensano proprio, o che persino lo avversano (il più delle volte perché glielo hanno insegnato male), ma li ama proprio in egual misura, incondizionatamente. A gratis. Naturalmente, non senza la segreta speranza, immaginiamo noi, che un giorno o l’altro tutti si scoprano raggiunti da quell’amore e risolvano di moltiplicarlo intorno a loro. Nei confronti di amici e nemici, buoni e cattivi, correligionari e non, credenti e atei. Se mai fosse possibile – e se Gesù ce lo chiede dev’esserlo – più nei confronti dei secondi che dei primi. Quando questo accadrà, vedremo come la storia nostra personale e del mondo cambierà di segno.

Il nostro calendario ci porta la memoria di Romualdo, fondatore dei Camaldolesi, e di Sebastian Newdigate e compagni, monaci e martiri in Inghilterra.

Nato a Ravenna intorno al 952, Romualdo scelse la vita monastica dopo un tragico avvenimento che aveva colpito la sua famiglia: il padre, Sergio, duca di Ravenna, aveva ucciso un parente nel corso di un duello. Fu dapprima monaco nel monastero benedettino di S. Apollinare in Classe, nella città natale. Ma dovette stancarsene presto, distante come vedeva la vita di quei monaci dal rigore e dalla radicalitá testimoniata dagli antichi padri del deserto. Trascorsi dieci anni nel monastero di San Michele di Cuxa, sui Pirenei, Romualdo tornò in Italia e si trasferì in Toscana, dove, a Campo Maldoli, fondò un monastero in cui i monaci potessero tradurre l’opzione monastica in una vita basata sul lavoro manuale, la preghiera, le veglie e il digiuno, e dove, dopo un periodo di tempo vissuto in comunità, potessero ritirarsi nella solitudine di un eremo. Nacque così, entro la famiglia benedettina, l’ordine Camoldolese, che nel 1113 vedrà riconosciuta la sua autonomia. Romualdo fu un uomo calato nei problemi del suo tempo, preoccupato per l’evangelizzazione della gente e per la riforma del clero. Presentendo la morte, si congedò da ciascuno dei suoi monaci e volle morire da solo, senza che nessuno fosse presente, nel monastero di Val di Castro, il 19 giugno 1027.

Dopo la rottura di Enrico VIII con Roma, era stata imposta ai sudditi l’approvazione del ripudio, da parte del re, della regina Caterina d’Aragona e quindi l’accettazione come sovrana di Anna Bolena. Pur con qualche incertezza i monaci della Certosa di Londra, nel 1534, sottoscrissero il documento, convinti che questo non pregiudicasse la loro fede. Quando però, qualche mese più tardi, un nuovo decreto stabilì che tutti riconoscessero la supremazia del re sulla chiesa d’Inghilterra, il loro priore, John Houghton, riunì la comunità per decidere il da farsi e unanime fu la scelta dei monaci di non aderire a tale ingiunzione. Questo segnò però il destino loro e di altri religiosi che ad essi si erano nel frattempo aggiunti. Arrestati, rinchiusi nella Torre di Londra, e torturati a più riprese, i primi di loro furono impiccati il 4 maggio 1535. Sebastian Newdigate era stato confessore del re e Enrico VIII nutriva per lui sufficiente affetto da spingerlo a visitarlo personalmente in carcere, al fine di convincerlo a sottoscrivere il documento. Fu tutto inutile. Rifiutate le offerte e sottoposto a torture, egli e altri due compagni, Humphrey Middlemore e William Exmew, furono, il 19 giugno 1535, impiccati, sventrati e squartati nella piazza del Tyburn. Altre morti sarebbero seguite nei mesi successivi.

I testi che la liturgia odierna propone alla nostra riflessione sono tratti da:
1° Libro dei Re, cap.21, 17-29; Salmo 51; Vangelo di Matteo, cap.5, 43-48.

La preghiera del martedì è in comunione con le religioni tradizionali africane.

È tutto, per stasera, e noi ci si congeda, offrendovi in lettura un passo della “Vita del beato Romualdo”, scritta da San Pier Damiani. Che è, così, per oggi, il nostro

PENSIERO DEL GIORNO
Quando Romualdo si accorse che in monastero qualcuno viveva troppo liberamente, percorrendo la via più larga, e che non gli era permesso di intraprendere l’arduo sentiero della perfezione che la ragione gli indicava, incominciò prontamente a riflettere tre sé e sé su cosa dovesse fare, e si sentiva sballottato dall’accavallarsi continuo dei pensieri. Egli presumeva di correggere severamente la vita leggera dei monaci e, di sovente, invocava a loro discredito la testimonianza dei precetti della Regola. Egli poiché insisteva con forza a redarguire i loro vizi, mentre essi non tenevano in alcuna considerazione le parole del più giovane, e per giunta ancora novizio, alla lunga non sopportando una simile offesa, dato che si rifiutavano di emendare la propria vita, iniziarono a tramare per la morte di chi li fustigava. Romualdo era solito alzarsi di notte più presto degli altri fratelli e, se la porta dell’oratorio era ancora chiusa, vegliare in preghiera all’interno del dormitorio stesso. Ora, la suddetta costruzione era stata ricavata in alto, a mo’ di solaio. Pertanto, i figli di Caino trovarono questa soluzione: appena Romualdo, secondo il suo solito, si fosse alzato prima degli altri, loro stessi l’avrebbero scaraventato a capofitto dalla finestra del solaio. Romualdo quando venne a conoscenza del progetto, tramite qualcuno che era al corrente della cospirazione, da quel momento in poi prese a pregare il Padre suo nella cella del suo cuore, chiudendo la porta della bocca, e riuscì ad evitare l’incombente pericolo. In questo modo, dunque, evitando che il suo corpo precipitasse dall’alto, allo stesso tempo chiuse il baratro dell’iniquità ai fratelli in modo che non incorressero nella morte dell’anima. (San Pier Damiani, Vita del beato Romualdo).

Ricevete l’abbraccio dei vostri fratelli e sorelle della Comunità del bairro.

Giorno per giorno – 19 Giugno 2018ultima modifica: 2018-06-19T22:51:30+02:00da fraternidade
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