Giorno per giorno – 09 Aprile 2018

Carissimi,
“Allora Maria disse: Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola. E l’angelo si allontanò da lei” (Lc 1, 38). Stamattina ci dicevamo che, la prima volta che la Parola si è trasformata nel corpo e nel sangue del Signore – che è ciò che l’assemblea cristiana celebra in ogni eucaristia -, è stata proprio allora, a partire dalla parola di assenso di Maria. Come se l’epiclesi che noi rivolgiamo a Dio, Dio l’avesse quel giorno rivolta alla fanciulla di Nazaret, perché accosentisse ad avviare nel suo corpo quel processo di trasformazione che avrebbe fatto della Parola carne e di quella carne il motore di trasfigurazione della storia del mondo. La solennità odierna ci ricorda questo mistero e ci chiede di assimilarci ad esso, pronunciando il nostro sì alla proposta del Regno, così come ci è stata fatta conoscere una volta per tutte nell’evento di Gesù.

A causa della sua coincidenza con la Domenica delle Palme, la solennità dell’Annunciazione del Signore, quest’anno, è stata spostata ad oggi.

La solennità vuole celebrare l’annuncio recato dall’angelo a Maria di Nazareth, che con il suo sì, accoglie e genere nella storia la Parola da cui tutto ha avuto origine. Maria è insieme figura dell’attesa di Israele e immagine di ogni credente, della Chiesa o dell’umanità, capace di incarnare il sogno di Dio.

I testi che la liturgia di questa Festa dell’Annunciazione del Signore propone alla nostra riflessione sono tratti da:
Profezia di Isaia, cap.7, 10-14; 8, 10; Salmo 40; Lettera agli Ebrei, cap.10, 4-10; Vangelo di Luca, cap.1, 26-38.

La preghiera di questo lunedì è in comunione con i fedeli del Sangha buddhista.

Il nostro calendario ecumenico ci porta oggi la memoria di Dietrich Bonhoeffer, pastore, teologo e martire nella Germania nazista.

Dietrich Bonhoeffer era nato a Breslavia il 4 febbraio 1906, sesto di otto figli di Karl Bonhoeffer e Paula von Hase. Nel 1912 la famiglia si trasferì a Berlino, dove il padre occupò una delle più importanti cattedre tedesche di psichiatria e neurologia. A 17 anni, il giovane Dietrich iniziò a Tubinga gli studi di teologia, conseguendo nel 1927 il dottorato. Quando i parenti, critici per la sua decisione di diventare pastore, gli fecero presente che la chiesa era ormai debole e fallimentare, egli rispose: “Se la chiesa è realmente ciò che voi dite, allora dovrò darmi da fare per riformarla”. A partire dal 1 agosto 1931 fu libero docente alla Facoltà di Teologia di Berlino. Venne ordinato pastore l’11 novembre dello stesso anno. Dopo l’ascesa al potere di Hitler, nel 1933, alternò periodi in Inghilterra, in patria e negli Stati Uniti, dove nel 1939 arrivò a progettare di stabilirsi. Era mosso a questo dall’oggettiva impossibilità di lavorare in Germania, a causa dei provvedimenti di polizia che l’avevano colpito, per il suo impegno nella Chiesa confessante, caposaldo della resistenza protestante al nazismo. Ma, bastarono poche settimane a fargli cambiare idea. Ritornato in patria, prese contatto con altri ambienti contrari al regime, impegnandosi in operazioni di salvataggio di gruppi di ebrei e contribuendo a tessere le fila dell’opposizione al regime. Finché, il 5 aprile 1943 venne arrestato e internato nel carcere militare di Tegel. Da lì, in ottobre, passò nel carcere della Gestapo in Prinz-Albrecht-Strasse; nel febbraio del 1945, al campo di concentramento di Buchenwald, poi, all’inizio di aprile, in sequenza ravvicinata, a Regensburg, Schönberg, e infine a Flossenbürg, dove la corte marziale, riunitasi nella notte dell’8 aprile, lo condannò a morte assieme all’ammiraglio Canaris, al generale Oster, al giudice militare Sack, al capitano Ludwig Gehre ed all’avvocato Theodor Strunck. Furono tutti impiccati la mattina del 9 aprile 1945.

Come ogni anno, in questa data, ricordiamo l’inizio dell’avventura di questo Giorno per giorno, che compie oggi 16 anni, trascorsi in compagnia di quanti ostinatamente ci seguono da allora, quanti si sono coraggiosamente aggiunti, quanti sono partiti per i piani superiori, quanti si sono giustamente stancati. Sappiamo (e lo sanno i pochi che ancora ci leggono davvero) che noi ci diciamo più o meno sempre le stesse cose, ma anche a messa succede così, e anche a tavola tra famigliari e amici, e comunque è bello stare insieme, per il semplice fatto di stare insieme. Beh, in questa occasione, ricordiamoci a vicenda. A Lui. Perché ci tenga una mano sulla testa e ci dia energie sufficienti per continuare a pedalare, su e giù per le strade sconnesse di qua, e attraverso i cieli virtuali che ci portano fino a lì. Per portare e ricevere la Buona Notizia, variamente coniugata, che lo Spirito non si stanca di sperperare sotto ogni cielo e ad ogni latitudine.

È tutto. E noi, nel congedarci, vi proponiamo un brano di Dietrich Bonhoeffer, tratto dal suo libro “Venga il tuo regno” (Queriniana), che è, per oggi, il nostro

PENSIERO DEL GIORNO
“Venga il tuo Regno” – non è la preghiera dell’anima devota del singolo che vuole fuggire il mondo, non è la preghiera dell’utopista fanatico, dell’ostinato riformatore del mondo -; è la preghiera solo della comunità dei figli della terra che non si isolano, che non hanno da proporre particolari progetti per migliorare il mondo, che loro stessi non si sentono migliori del mondo, ma che perseverano mantenendosi uniti al mondo nella profondità della sua banalità quotidiana, del suo asservimento -, perché appunto sono fedeli in maniera mirabile a questa vita terrena e tengono lo sguardo fisso verso quello straordinario punto del mondo, da cui apprendono con stupore che la maledizione è stata spezzata, che Dio dice il suo sì più radicale al mondo, quel punto in cui, al centro del mondo morente, dilaniato, assetato, qualcosa si manifesta a chi sa credere – e questo punto è la resurrezione di Gesù Cristo. Qui è avvenuto il vero e proprio miracolo. Qui è stata spezzata la legge della morte, qui il Regno di Dio in persona viene in terra da noi, nel nostro mondo; qui Dio si mette dalla parte del mondo, lo benedice annullando la maledizione. Proprio questo avvenimento è il solo che accenda realmente la preghiera per la venuta del Regno. È appunto in questo avvenimento che la vecchia terra viene affermata e si invoca Dio come Signore della terra; ed è pure questo avvenimento che vince la maledizione della terra, la spezza, la uccide e promette la nuova terra. Il Regno di Dio è il regno della risurrezione in terra. (Dietrich Bonhoeffer, Venga il tuo regno).

Ricevete l’abbraccio dei vostri fratelli e sorelle della Comunità del bairro.

Giorno per giorno – 09 Aprile 2018ultima modifica: 2018-04-09T22:03:17+02:00da fraternidade
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