Giorno per giorno – 05 Agosto 2017

Carissimi,
“Erode aveva arrestato Giovanni e lo aveva fatto incatenare e gettare in prigione per causa di Erodiade, moglie di Filippo suo fratello. Giovanni infatti gli diceva: Non ti è lecito tenerla! Benché Erode volesse farlo morire, temeva il popolo perché lo considerava un profeta” (Mt 14, 3-5). Stasera, a casa di dona Nady, ci dicevamo che in gioco non c’era solo la denuncia della relazione adulterina del re con Erodiade, c’era, anche di più, l’adulterio che egli consumava nei confronti del popolo, e perciò di Dio, il quale, se proprio dev’esserci un sovrano (e la Bibbia ce lo mostra fin dall’inizio ostile all’idea, cf 1Sam 8, 7 ss), gli affida la missione di prendersi cura del suo popolo e minaccia nel contempo severamente “i pastori che fanno perire e disperdono il gregge” (Ger 23, 1). Com’era appunto la situazione anche ai tempi di Erode. E quasi sempre lungo la storia. Come anche qui da noi, oggi. Dove il potere vorrebbe mettere a tacere ogni voce che ne denuncia le malefatte. E spesso ci riesce. E noi siamo chiamati a dire, chiaro e forte, il nostro “Non è lecito!”. Anche a chi, come abbiamo visto in questi giorni, compra la sua immunità, a colpi di banchetti milionari sfacciatamente esibiti, offerti, assieme a generose prebende, ai rappresentanti del popolo, su cui non si esita di infierire con misure che lo privano di diritti acquisiti, ricacciandone ampie fasce in preda alla miseria da cui erano solo da poco uscite. Per obbedire ai corposi interessi di poteri piú forti, lontani, ma presenti, per interposta persona. Proprio come allora, l’impero, con Erode. Sì, la Chiesa, i suoi vescovi, le sue pastorali, e i semplici fedeli, sono chiamati a fare la loro parte. Il che implicherà dei costi, che ne valgono però la pena. Per pascere dovutamente il popolo e servire così Dio.

Oggi facciamo memoria dei Diecimila martiri ebrei dei pogrom del 1391 in Spagna.

Tutto era cominciato con la predicazione – che durava dal 1378 – di un esaltato e sciagurato figuro, di nome Ferrand Martinez, arcidiacono della città di Écija, in Andalusia (Spagna). Da quando il chierico aveva preso ad incitare le folle ad uccidere gli ebrei e a saccheggiarne le proprietà, affermando che così facendo, avrebbero fatto opera grata a Dio. La violenza esplose, alla fine, il 6 giugno 1391 a Siviglia e si estese nei mesi successivi a tutta la Spagna, con l’eccezione di Granada. Nella data di oggi si ricorda l’assalto all’antico quartiere ebraico di Barcellona, costruito quattrocento anni prima nei pressi del castello. Solo nel primo giorno si contarono 250 morti ammazzati, quasi altrettanti lo furono nei giorni successivi. L’intero quartiere ebraico venne raso al suolo. Durante un anno, sarebbero stati circa diecimila, in tutta la Spagna, gli ebrei che pagarono con la vita la loro fedeltà alla religione dei padri. Che era la stessa religione di Gesù.

I testi che la liturgia del giorno propoe alla nostra riflessione sono tratti da:
Libro del Levitico, cap.25, 1. 8-17; Salmo 67; Vangelo di Matteo, cap.14, 1-12.

La preghiera del Sabato è in comunione con le comunità ebraiche della diaspora e di Eretz Israel.

È tutto, per stasera. Prendendo spunto dalla memoria di quest’oggi, ci congediamo offrendovi in lettura un testo tratto dal Deuteronomio Rabbah, un commento rabbinico a carattere omiletico, che ha qui come tema i tempi di risposta riservati alle nostre preghiere. È questo, per oggi, il nostro

PENSIERO DEL GIORNO
Dopo quanto tempo la preghiera trova risposta? I nostri Maestri hanno detto: Una preghiera può trovare risposta dopo quaranta giorni. Da chi lo impari? Da Mosè, poiché sta scritto: “Io mi prostrai come prima davanti al Signore, per quaranta giorni e quaranta notti” (Dt 9, 18). Una preghiera può trovare risposta dopo venti giorni. Da chi lo impari? Da Daniele, poiché sta scritto: “Non mangiai cibo prelibato… finché non furono compiute tre settimane” (Dn 10, 3). E dopo disse: “Signore, ascolta; Signore, perdona; Signore, sii attento” (Dn 9, 19). Una preghiera puó trovare risposta dopo tre giorni. Da chi lo impari? Da Giona, poiché sta scritto: “E Giona stette nelle viscere del pesce per tre giorni e tre notti” (Gn 2, 1). E dopo questo: “Giona pregò il Signore suo Dio dalle viscere del pesce” (Gn 2, 2). Una preghiera può trovare risposta dopo un giorno. Da chi lo impari? Da Elia, poiché sta scritto: Quando si offriva l’oblazione, il profeta Eli si accostò e disse: Signore, Dio di Abramo, di Isacco e di Israele, oggi si sappia che tu sei Dio in Israele” (1Re 18, 36). Ma una preghiera può trovare risposta anche subito. Da chi lo impari? Da David, poiché sta scritto: “E io, la mia preghiera è a te, Signore, nel tempo favorevole” (Sal 69, 14). E vi è persino una preghiera a cui il Santo – sia benedetto – risponde ancora prima che sia uscita dalla bocca, poiché sta scritto: “Prima ancora che mi invochino, Io risponderò” (Is 65, 24). (Deuteronomio Rabbah II, 17).

Ricevete l’abbraccio dei vostri fratelli e sorelle della Comunità del bairro.

Giorno per giorno – 05 Agosto 2017ultima modifica: 2017-08-05T20:50:49+02:00da fraternidade
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