Giorno per giorno – 06 Marzo 2011

Carissimi,

“In quel giorno molti mi diranno: Signore, Signore, non abbiamo forse profetato nel tuo nome? E nel tuo nome non abbiamo forse scacciato demòni? E nel tuo nome non abbiamo forse compiuto molti prodigi? Ma allora io dichiarerò loro: Non vi ho mai conosciuti. Allontanatevi da me, voi che operate l’iniquità!” (Mt 7, 22-23). “Quel giorno” non è necessariamente l’ultimo, potrebbe e dovrebbe essere invece ogni giorno, compreso questo. Il giorno che ci permette di entrare nel Regno (nella sua logica), o ce ne lascia sconsolatamente fuori. Stamattina, nella chiesa del monastero, che ospita attualmente una piccola comunità di tre persone, dom Eugenio, irmão Fernando e irmão Márcio, l’Eucaristia ha visto riunite dopo tanto tempo alcune delle comunità di base del territorio circostante. Rappresentavano la gente per la quale l’antica comunità benedettina, finché è stata capace di essere all’altezza della sfida, si era voluta presenza povera tra i poveri. Ed è stato bello che ad ascoltare questo Vangelo ci fossero loro, che non potranno mai vantarsi di aver profetato, o cacciato demòni, o operato prodigi (anche se, sì, queste cose, senza neppure saperlo, le fanno nella vita di ogni giorno), ma sono capaci di voler bene, di spendersi per quanto possono (e, a volte, di più), e di vivere con allegria (anche se, da fuori, qualcuno si può chiedere come). Che poi è quanto Gesù riassume sotto la cifra del “fare la volontà del Padre” (v. 21). Sicché aveva ragione dom Eugenio a dire che la chiesa in cui celebravamo, costruita davvero, materialmente, sulle rocce (e che rocce!), era solo immagine della gente lì riunita, che, “cade la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa non cadde” (v.25). E noi si ripensava a quanti, anche di lì da voi e ovunque, formano questa chiesa salda, fedele all’Evangelo, obbediente al suo mandato (ob audito, che compie la Parola che ascolta), che può pregare e confessare con le parole del Salmo di oggi: “Sê para mim um rochedo firme e forte”, “Sii per me una roccia di rifugio, un luogo fortificato che mi salva. Mia rupe e mia fortezza tu sei, per il tuo nome guidami e conducimi” (Sal 31, 3-4).     

 

I testi che la liturgia di questa 9ª Domenica del Tempo Comune propone alla nostra riflessione sono tratti da:

Libro del Deuteronomio, cap.11, 18.26-28. 32; Salmo 31; Lettera ai Romani, cap.3, 21-25. 28; Vangelo di Matteo, cap. 7, 21-27.

 

La preghiera della domenica è, come sempre in comunione con le chiese cristiane di tutte le denominazioni.

 

Il calendario ci porta oggi le memorie di Martin Niemoeller, pastore della Chiesa Confessante, e Jean-Pierre de Caussade, mistico e maestro spirituale.

 

06 MARTIN NIEMOLLER.jpgMartin Niemoeller era nato il 14 gennaio 1892 a Lippstadt, in Germania, dalla famiglia di un pastore evangelico. Durante la Prima Guerra Mondiale comandò un sommergibile della Marina tedesca. Anticomunista, aveva appoggiato inizialmente l’ascesa al potere di Hitler. Almeno fino a quando non si rese conto, nel 1934,  del pericolo che il nazismo rappresentava per la vita e la testimonianza della Chiesa. Fu questo che portò lui e altri 2500 pastori luterani a firmare la Dichiarazione di Barmen con cui si denunciava il processo di progressiva identificazione della chiesa  con lo Stato nazionalsocialista, voluto dal movimento razzista e antisemita dei Deutschen Christen, che presto conquistò la maggioranza dei consensi in seno alle chiese evangeliche. Costoro sognavano l’alleanza tra croce uncinata e croce cristiana, dichiaravano Hitler l’unto del Signore, investito di una missione divina per risollevare le sorti della Germania, pretendevano che potessero accedere all’ufficio di pastori solo gli appartenenti alla razza ariana e imponevano il giuramento di  fedeltà a Hitler. In reazione alla Chiesa del Reich, nacque, per iniziativa di Niemoeller la Lega d’emergenza dei pastori  e, successivamente, con Karl Barth e Dietrich Bonhoeffer, la  Chiesa confessante con il compito salvare il messaggio cristiano dall’ideologia paganeggiante del nazismo. Una predica su questi temi, tenuta da Niemoeller nella chiesa di Dahlem, il 5 marzo  1935,  provocò l’arresto di oltre settecento pastori evangelici. Il 1° luglio 1937 fu la volta di Niemoeller. Processato l’anno seguente e condannato a sette mesi di prigione, dopo il suo rilascio, fu nuovamente arrestato per ordine personale di Hitler. Confinato a Sachsenhausen e poi a Dachau, vi restò fino alla Liberazione nel 1945. Dopo la Guerra, Martin Niemoeller  fu eletto Presidente delle chiese protestanti e, nel 1961, presidente del Consiglio mondiale delle Chiese. La sua lotta a favore del disarmo, la difesa di una posizione neutrale tra le due Germania, la sua lotta per la pace, gli valsero l’ostracismo da parte di molti politici occidentali. Niemoeller continuò imperturbabile a servire l’Evangelo della Pace fino alla fine dei suoi giorni. Confessò che la chiave della sua visione etica consisteva nel chiedersi in ogni situazione: Cosa farebbe Gesù al mio posto?  Morì  il  6 marzo 1984.

 

06 JEAN_PIERRE_DE_CAUSSADE.JPGNon sappiamo molto di Jean-Pierre de Caussade, salvo il fatto che nacque nel 1671 e che entrò nella Compagnia di Gesù, a Tolosa, nel 1693. Svolse il suo ministero in compiti relativamente insignificanti. Per un anno fu direttore spirituale delle Suore della Visitazione, a cui indirizzò una serie di lettere, che in seguito furono raccolte nel testo “Abbandono alla Divina Provvidenza”, in cui de Caussade sottolinea l’importanza del sacramento del momento presente: incontrare Dio negli avvenimenti più umili del nostro quotidiano. Morì il 6 marzo 1751.

 

È tutto per stasera. Noi vi lasciamo ad un brano tratto da “L’Abbandono alla Divina Provvidenza  di Jean-Pierre de Caussade, che vi proponiamo come nostro

 

PENSIERO DEL GIORNO

C’ un tempo in cui l’anima vive in Dio e ce n’è uno nel quale Dio vive nell’ anima. Quello che è proprio a uno di questi tempi, è contrario all’ altro. Quando Dio vive nell’ anima, questa deve abbandonarsi totalmente alla sua provvidenza; quando l’ anima vive in Dio, essa si munisce con cura e con regolarità di tutti i mezzi che ritiene in grado di condurla a questa unione. Tutti i suoi pensieri, le sue letture, i suoi programmi, le sue revisioni, sono fissati; è come se avesse una guida al fianco da cui tutto è regolato, perfino il tempo di parlare. Quando Dio vive nell’ anima, essa non ha più niente che le venga da se stessa. Non ha che quello che le dà, in ogni momento, il principio che la sorregge: nessuna provvista, non più vie tracciate; è come un bambino che viene condotto dove si vuole e che ha solo il sentimento per distinguere le cose che gli si presentano. […] Tutto quello che le altre anime trovano con la loro iniziativa, quest’anima lo riceve nel suo abbandono, e ciò che le altre conservano con precauzione per ritrovarlo al momento opportuno, quest’anima lo riceve al momento del bisogno e poi lo abbandona, non volendo possedere se non quello che Dio vuol concederle, per non vivere che per mezzo di lui. Le altre intraprendono per la gloria di Dio un’infinità di cose; questa, spesso, è in un angolo della terra come un coccio di vaso rotto ormai inutile. Lì quest’ anima abbandonata dalle creature, ma nel godimento di Dio attraverso un amore autentico, intenso e molto attivo, benche infuso nel riposo, non si rivolge a nessuna cosa per impulso proprio. Non sa far altro che abbandonarsi e mettersi nelle mani di Dio per servirlo nel modo che lui sa; spesso ignora a che possa servire, ma lo sa bene Dio. Gli uomini la credono inutile e le apparenze favoriscono questo giudizio; ma non è meno vero che, attraverso risorse segrete e canali sconosciuti, essa spande un’infinità di grazie su molte persone che spesso non se ne rendono conto e alle quali lei stessa non pensa. Tutto è efficace, tutto predica, tutto è apostolico in queste anime solitarie. Dio conferisce al loro silenzio, al loro riposo, al loro oblio, al loro distacco, alle loro parole, ai loro gesti, una certa efficacia che opera nelle anime a loro insaputa. (Jean-Piere de Caussade, L’abbandono alla Divina Provvidenza).

 

Ricevete l’abbraccio dei vostri fratelli e sorelle della Comunità del bairro

Giorno per giorno – 06 Marzo 2011ultima modifica: 2011-03-06T23:10:00+01:00da fraternidade
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