Giorno per giorno – 25 Agosto 2010

Carissimi,

“Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che assomigliate a sepolcri imbiancati: all’esterno appaiono belli, ma dentro sono pieni di ossa di morti e di ogni marciume. Così anche voi: all’esterno apparite giusti davanti alla gente, ma dentro siete pieni di ipocrisia e di iniquità” (Mt 23, 27-28). Il lamento era cominciato con: “Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che chiudete il regno dei cieli davanti alla gente; di fatto non entrate voi, e non lasciate entrare nemmeno quelli che vogliono entrare” (Mt 23, 13). Ed era poi proseguito esemplificando il perché e il per come l’accesso alle relazioni nuove del regno è precluso. Probabilmente, il “guai a voi” non è la traduzione migliore del grido-interiezione hōj, tipico della letteratura profetica, che esprime il pianto, il sospiro, il gemito con cui si apre spesso un lamento funebre.  Forse sarebbe meglio renderlo con “ahime”, “ahivoi”, dato che Gesù non sta maledicendo, né minacciando nessuno. Sta solo esprimendo il suo dolore per il regno che non accade. Anche per colpa nostra, quando la nostra religione è solo teatro, e le liturgie, persino quelle minime, quotidiane, famigliari, amicali, conviviali, con i gesti che le caratterizzano, anche i più semplici, come lo stare insieme, il saluto, l’abbraccio, il bacio, la parola del perdono, smentiscono la realtà e dicono distanze o barriere infinite. Ahime, ahivoi, che ci sprechiamo a soffocare il regno di Dio e le sue ragioni. È proprio un lamento funebre sulla verità che viene meno, su Gesù che muore nella storia del mondo. Ogni volta di nuovo.   

 

Il calendario ci porta oggi la memoria di Anne Marbury Hutchinson, mistica e riformatrice puritana, e di  Alessandro Dordi, presbitero e martire in Perù.

 

25 Anne Marbury Hutchinson.jpgAnne Marbury era nata nel luglio 1591 ad Alford, nel Lincolnshire, in Inghilterra, figlia di Bridget Dryden e di Francis Marbury.  E qualcosa ci fa pensare che abbia ereditato il carattere dal padre, il quale era finito due volte in carcere per aver difeso la libertà religiosa e criticato la scarsa preparazione del clero anglicano. Nel 1612 Anne aveva sposato il commerciante William Hutchinson, a cui avrebbe generosamente dato quindici figli. Nel 1634, la famiglia, per incompatibilità con le gerarchie religiose del suo Paese, emigrò a Boston, nel Massachusetts. Trovandovi, tuttavia, una situazione non molto differente, dato che l’intolleranza aveva solo cambiato soggetto: nella madrepatria, la Chiesa d’Inghilterra, qui i Puritani, con il ferreo controllo esercitato su usi e costumi, nonché sulle riunioni religiose della popolazione delle colonie. La Hutchinson pensò che qualcosa non quadrava. Le pareva impossibile che lo Spirito Santo potesse comunicare con il popolo di Dio solo attraverso i precetti religiosi delle istituzioni e le lunghe omelie dei predicatori. Sicché si diede da fare ad organizzare autonomamente incontri settimanali per commentare la Bibbia. Il che oggi sarebbe quasi normale, ma allora, era quattro secoli fa, e, per di più, agli incontri cominciarono a partecipare centinaia di persone, donne, uomini e persino pastori. Ma, quel che è peggio, la nostra era, inconfondibilmente, donna. Il che, francamente costituiva un’eresia intollerabile. Se poi si aggiunge, qualche giochino dei politici per mantenere il controllo sulla popolazione della colonia, il gioco è fatto. La povera Anne, assieme a qualcun altro incauto, nel novembre 1637 fu processata dalla Corte Generale come eretica e posta agli arresti domiciliari, con la speranza che abiurasse le sue idee, fino al 15 marzo 1638, quando fu nuovamente processata, scomunicata e bandita da Boston. La donna, con il marito, i figli e alcune decine di seguaci si trasferì allora in un’isola, che oggi fa parte di Rhode Island, denominata Aquidneck, da loro acquistata dagli indiani Narragansetts. Lì, fondarono la colonia di Pocasset, l’odierna Portsmouth. Nel 1642, dopo la morte del marito, la Hutchinson si recò  a vivere a Pelham Bay, nella colonia olandese di Nuova Amsterdam (la futura New York), dove, in un giorno imprecisato dell’agosto 1643 essa fu massacrata con cinque dei suoi figli  e tutta la servitù, durante una razzia compiuta dagli indiani Mohicani. Molti studiosi del XX secolo la considerano la prima donna americana che lottò per la tolleranza religiosa e contro la discriminazione verso le donne.

 

25 Sandro Dordi.jpgIl martirologio latino-americano ricorda il martirio a Rinconada, dipartimento di Ancash, in Perù, di un sacerdote italiano, Alessandro Dordi (Sandro), nato il 23 gennaio 1931 a Gromo S. Marino (Bg), e ordinato prete nel 1954. Apparteneva ad una comunità missionaria di sacerdoti diocesani. Per 11 anni esercitò il ministero nel Polesine, poi per 13 anni fu cappellano degli emigrati in Svizzera. Nel 1980 partì missionario per il Perù, dove  venne assassinato dai terroristi di Sendero Luminoso il 25 agosto 1991. Fu esempio di dedizione silenziosa, modesta, totale, all’Evangelo del Regno e alla sua gente.

 

I testi che la liturgia odierna propone alla nostra riflessione sono tratti da:

2ª Lettera ai Tessalonicesi, cap.3, 6-10.16-18; Salmo 128; Vangelo di Matteo, cap.23, 27-32.

 

La preghiera del mercoledì è in comunione con tutti gli operatori di pace, quale che ne sia il cammino spirituale o la filosofia di vita.

 

Quando saremmo portati a credere che i roghi boschivi, scatenati[si] sui monti circostanti siano ormai finiti, ecco che il fumo acre, sospinto dal vento a più riprese sulla città, ci dice che essi sono solo più lontani e che continuano altrove la loro opera di distruzione. Stasera ne abbiamo fatto oggetto della nostra preghiera, assieme alle ben più catastrofiche inondazioni del Pakistan, chiedendo a Dio che renda l’umanità capace di prendersi un po’ più di cura della natura e di offrire solidarietà vera ai fratelli colpiti da tante sciagure.

 

Il prezioso regalo che quest’estate ci hanno fatto i Piccoli fratelli del Vangelo di Spello ha come titolo “Nelle tue mani. Cammini di abbandono con Charles de Foucauld” (Monti). E noi non sappiamo ancora come fare a ringraziarli, dei regali e, più ancora, della loro amicizia. Intanto, però, ne approfittiamo per condividere con voi questa meditazione di Arturo Paoli, che troviamo nel libro  e che è, per oggi, il nostro

 

PENSIERO DEL GIORNO

Deve imparare ad amare gli altri, a soccorrere gli altri, ad ascoltare i loro bisogni. Ecco il Regno di Dio. Non è un Regno come tanti altri, non bisogna solo aspettare che venga il Re; è un Regno che dobbiamo costruire fra noi crescendo nell’amore, nelle relazioni, nell’attenzione agli altri. Ci sono dei segni buoni nel mondo perché, accanto a questo feroce individualismo, si parla molto dell’altro. Si comincia a far notare che l’uomo ha bisogno di mettersi in comunicazione con gli altri, che l’essere umano è fatto per amare gli altri. Il cristiano non deve preoccuparsi di pensare: “Ora devo praticare di più, devo andare di più alla messa…”. Il primo proposito dovrebbe piuttosto essere: “Voglio imparare ad amare di più, voglio imparare a perdonare, voglio imparare che la prima ragione per cui sono al mondo, la più importante, la sola importante è voler bene, perdonare , ascoltare l’altro, vivere in comunione”. E questo non è difficile perché va nella direzione della nostra gioia. Dio non vuole che noi soffriamo, che stiamo male, al contrario: “Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena” (Gv 15,11). Ci vuole felici! Dio sa bene che possiamo possedere la terra, avere mille macchine, avere tutti i beni del mondo…, ma se non ci vogliamo bene, se il nostro cuore non è alimentato dall’amore, nulla può renderci felici. Quindi quando parliamo di Regno di Dio vuol dire che ci vogliamo proporre, in tutti i modi, di immettere sulla nostra terra dinamiche di amore, facendo delle nostre amicizie luoghi di incontro e non di competizione, facendo della famiglia innanzitutto un luogo per dialogare, per alimentare l’amore che altrimenti secca come una pianta senza acqua. E Gesù ci aiuterà, ci darà le forze perché è questo ciò che vuole. Essere cristiani vuol dire solamente seguire Gesù, aver fatto di questa sequela il senso della nostra vita. Se noi capiamo questo, possiamo discernere quello che c’è di accessorio nei tanti modelli di cristiano che ci sono proposti, e la nostra vita diventa semplice, leggera. Non solo la nostra vita cristiana, ma la nostra vita in generale, perché la nostra vita cristiana non deve divenire altro che la nostra vita ordinaria, professionale, familiare.  (Arturo Paoli, Nelle tue mani. Cammini di abbandono con Charles de Foucauld).

 

Ricevete l’abbraccio dei vostri fratelli e sorelle della Comunità del bairro.

Giorno per giorno – 25 Agosto 2010ultima modifica: 2010-08-25T23:12:00+02:00da fraternidade
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