Giorno per giorno – 23 Giugno 2010

Carissimi,

“Guardatevi dai falsi profeti, che vengono a voi in veste di pecore, ma dentro sono lupi rapaci! Dai loro frutti li riconoscerete. Si raccoglie forse uva dagli spini, o fichi dai rovi? Così ogni albero buono produce frutti buoni e ogni albero cattivo produce frutti cattivi” (Mt 7, 15-17). È vero, non dobbiamo lasciarci portare a giudicare gli altri troppo facilmente. Nello stesso tempo non possiamo dimenticare la priorità assoluta del regno: la cura dei poveri, che non possiamo, perciò abbandonare in preda ai lupi feroci. Questi poi, senza star troppo a discutere delle loro responsabilità soggettive (a cui pensa e penserà il buon Dio), li si riconosce presto dalle loro azioni. È un criterio che deve valere anche e prima di tutto per noi. Le nostre scelte, le nostre azioni sono davvero in grado di testimoniare il Suo regno? O ci fa comodo parteggiare per i potenti di turno, cui non costa niente comprarci con miserabili favori? Sì sono tempi oscuri, questi, forse, per voi, per quel che ce ne scrivete e ne dicono i giornali, ancora di più che altrove: tempi di ingiustizia, arroganza, prepotenza, impunità sfacciatamente esibita. Tempi in cui – ma è solo l’ultima delle trovate – i capi di governo inventano tempestivamente ministeri ad hoc, rendendone titolari personaggi discutibili, al fine di sottrarli “per legittimo impedimento” al corso della giustizia. Tempi in cui i più deboli fanno, una volta di più,  le spese di manovre inique che pongano rimedio agli errori dei grandi. Di fronte a tutto ciò e a molto altro ancora, quale profezia esercita la nostra chiesa, le nostre chiese locali, i nostri movimente, le nostre comunità, noi stessi con le nostre scelte personali? Sì, il  Vangelo, anche oggi, parla di noi, interpella noi.

 

Le memorie di oggi sono tutte all’insegna dell’ebraismo e della coraggiosa testimonianza al Dio dei Padri e alla Torah, suggellata con il martirio. Ricordiamo infatti: Rabbi Chanania ben Teradion, maestro e martire della repressione romana, in Eretz Israel; i Martiri ebrei della persecuzione di Rindfleish in Germania; Samuele e compagni, martiri del fanatismo religioso, a Trento.

 

23 Torah.jpgRabbi Chanania fu uno dei Dieci Rabbini Martiri, messi a morte durante la violenta persecuzione antigiudaica scatenata dall’imperatore Adriano, dopo la rivolta antiromana di Simone Ben Kochbá. Visse a Sichnin, nella Bassa Galilea. Ebbe due figli e due figlie. Uno di essi si associò ad una banda di ladri e fu condannato a morte, l’altro fu invece uno studioso della Torah. Una delle figlie, alla sua morte, fu spedita dai Romani in un bordello, ma fu presto liberata dal cognato, Rabbi Meir, che ne aveva sposato la sorella Beruriah, una donna di cui il Talmud decanta la saggezza e la bontà. Uomo di straordinaria generosità con i poveri, Chanania fu condannato a morte per aver continuato a insegnare pubblicamente la Torah, nonostante l’esplicito divieto delle autorità romane.  Fu bruciato vivo, avvolto nel rotolo della Legge (Sefer Torah), da cui non aveva voluto separarsi, il 27 Sivan dell’anno 135. 

 

23 Martiri ebrei del cav di Rindfleisch.jpgTra le innumerevoli calunnie diffuse ad arte nel Medioevo per colpire gli ebrei vi erano quelle dell’omicidio rituale e quelle del sacrilegio delle ostie consacrate. Proprio in relazione a quest’ultimo addebito, si scatenarono nel 1298, nella Germania meridionale, terribili persecuzioni contro le comunità ebraiche. In questo giorno, a Röttingen, un cavaliere di nome Rindfleisch, che vantava di essere inviato da Dio, massacrò, con la sua banda di sgherri, tutti gli ebrei della cittá. Poi, attraversando la Franconia, la Baviera e l’Austria, saccheggiò e distrusse altre centoquaranta comunità, portando il numero delle vittime a circa centomila, tra donne, uomini, vecchi e bambini.

 

23 menorah.jpgA Trento, il 23 giugno 1475, muoiono sul rogo, vittime dell’odio per la loro fede (che era poi la stessa fede di Gesù),  il commerciante Samuele e altri trenta compagni, accusati dell’omicidio rituale del piccolo Simone, un bimbo il cui cadavere straziato era stato abbandonato a bella posta nei pressi di una casa ebraica qualche mese prima. Nei confronti del bambino ucciso da mano ignota si sarebbe sviluppato negli anni successivi, autorizzato dalla stessa chiesa, un vero e proprio culto in chiave anti-ebraica, cui pose fine soltanto l’intervento del papa Paolo VI negli anni 60.

 

I testi che la liturgia odierna propone alla nostra riflessione sono tratti da:

2° Libro dei re, cap.22, 8-13; 23, 1-3; Salmo 119; Vangelo di Matteo, cap.7, 15-20.

 

La preghiera del mercoledì è in comunione con quanti, lungo i cammini più diversi, perseguono un mondo di giustizia, fraternità e pace.

 

Del mistico Bahya Ibn Paqûda, l’ebreo André Neher ebbe a scrivere: “Credevo che i due più grandi spiriti che si erano incarnati nell’umanità fossero Gesù e Gandhi. Dopo che però ho letto e riletto senza fine  I doveri del cuore’, ho la certezza che i due più grandi spiriti nella storia del genere umano sono Gesù e Bahya Ibn Paqûda”. Ed è di questo autore, di cui è giunto fino a noi quell’unico libro, che, nel congedarci, vi offriamo questa citazione come nostro

 

PENSIERO DEL GIORNO

Bisogna sempre pensare che Dio vede i segreti della nostra anima, la nudità della nostra vita, quello che noi nascondiamo e mostriamo. Egli ci guida e ci ama, conosce i nostri pensieri, i nostri atti presenti e futuri e ci offre la sua confidenza avvicinandosi a noi. È perciò impossibile non tendere a lui nel segreto di un cuore limpido e di una fede perfetta. La nostra anima si sospende al suo amore e noi ci abbandoniamo alla sua tenerezza, nella profondità della sua misericordia. Nessun amore si può aggiungere al suo amore, nessun timore può apparire perché il nostro timore non viene che da lui solo. Dio non sarà mai assente dai nostri pensieri, mai fuori dal nostro sguardo; nella solitudine sarà vicino, nei deserti abiterà con noi… Mai l’angoscia ci afferrerà ma saremo sempre gioiosi in Dio, pieni di allegria nel nostro creatore, di giubilo a causa della sua volontà e della sua legge. (Bahya Ibn Paqûda, Doveri del cuore).

 

Ricevete l’abbraccio dei vostri fratelli e sorelle della Comunità del bairro.

Giorno per giorno – 23 Giugno 2010ultima modifica: 2010-06-23T23:12:00+02:00da fraternidade
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