Giorno per giorno – 31 Maggio 2010

Carissimi,

“In quei giorni, Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccarìa, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo!” (Lc 1, 39-42). Elisabetta, forse, siamo noi, gravidi della speranza che la promessa che ci riguarda si compia e perciò anche profezia di essa. Maria, forse, siamo noi, quando accorriamo dove c’è bisogno di noi, gravidi di un messaggio che è il nostro stesso andare, uscendo da noi stessi (come Lui uscì da Dio, portandoselo però dentro), per farsi incontro all’altro. E questi può tornare a sorridere alla vita, riscoprendone il senso nella gioia di un abbraccio, che diventa sacramento del Suo. Dona Cândida, che da qualche giorno sta frequentando la nostra preghiera del mattino, diceva stamattina che Dio si riassume in questo mistero della Visitazione. Lui visita sempre, necessariamente attraverso noi, e cura dove c’è da curare, allieta e consola. E, poi, converte e convince più di mille parole. Noi, la nostra Comunità, siamo capaci di mantener vivo questo “ministero”?

 

31 visitation.jpgOggi la Chiesa celebra la Festa di Maria, messaggera solidale e sovversiva dell’Evangelo del Regno. Per una tristissima e tragica coincidenza, stamattina ci siamo svegliati con la notizia del vile, insensato, feroce, sanguinoso attacco israeliano alla nave di pacifisti, che portava aiuti alimentari al popolo disperato di Gaza. Cui speriamo risponda la condanna ferma e decisa della comunità internazionale e della stessa opinione pubblica israeliana. I poveri di ogni dove, dal canto loro,  continueranno, ostinatamente, a cantare la profezia della giovane ebrea, madre di Gesù: “L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato l’umiltà della sua serva. D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata. Grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente e Santo è il suo nome: Ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;  ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili;  ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato i ricchi a mani vuote” (Lc 1, 46-53).

 

I testi che la liturgia della festività odierna propone alla nostra riflessione sono tratti da:

Lettera ai Romani, cap.12, 9-16b; Salmo (Isaia, 12, 2-6); Vangelo di Luca, cap.1, 39-56.

 

La preghiera del Sabato è in comunione con le comunità ebraiche della diaspora e di Eretz Israel.

 

Ieri pomeriggio si è tenuta nei locali del Centro Comunitário Giovanni Gavazzoli, l’assemblea dell’Associazione Dom Helder Câmara e Martin L. King, per rinnovare il suo Consiglio Deliberativo. Sono risultati eletti: Adriana, Andréia, Dulcy, Eliane, José Rafael, Maria do Rosário, Nady, che rappresentano la generazione più giovane e quella più anziana dei soci, miscela di voglia di fare, creatività, esperienza e saggezza. Riunitosi separatamente, il Consiglio ha poi nominato il nuovo Coordinamento, con Eliane, coordinatrice, Dulcy, sua vice, Maria do Rosário, tesoriera, e la giovanissima Adriana, segretaria. Crediamo meritino il nostro augurio e la nostra preghiera.

 

Dieci giorni fa vi avevamo offerto in lettura la prima parte di una riflessione inedita di Dom Christian de Chergé, il monaco martire di Tibhirine, in Algeria, dal titolo “Mystère de la Visitation”, tratta dal sito Lavigerie des Missionnaires d’Afrique. Vi proponiamo ora, nel congedarci, la sua parte conclusiva, che è, per oggi, il nostro

 

PENSIERO DEL GIORNO

Quando Maria arriva, ecco che è Elisabetta a parlare per prima. No, non è del tutto vero, perché Maria ha detto: As salam alaikum! La pace sia con te! E questa è una cosa che noi possiamo fare. Questo semplice saluto ha fatto vibrare qualcosa, qualcuno in Elisabetta. E in questa vibrazione, è stato detto qualcosa… che era la Buona Notizia, non tutta la Buona Notizia, ma ciò che si poteva cogliere di essa in quel momento. Per quale motivo il bambino che è in me ha sussultato? E, verosimilmente, il bambino che era in Maria ha sussultato per primo. Perché, in effetti, tutta la faccenda si è svolta tra i due bambini… E  Elisabetta ha dato il via al Magnificat di Maria. Per concludere, se siamo attenti a situare a questo livello il nostro incontro con l’altro, con la preoccupazione e la volontà di raggiungerlo, e anche con il bisogno di ciò che è e di ciò che ha da dirci, verosimilmente dirà qualcosa che raggiungerà ciò che noi portiamo, mostrando che è connivente… e permettendoci di espandere la nostra Eucaristia, perché in ultima analisi il Magnificat che possiamo, che ci è dato di cantare, è l’Eucaristia. La prima Eucaristia della Chiesa è stato il Magnificat di Maria.  Ciò significa il bisogno che abbiamo dell’altro per fare Eucaristia: “per voi e per molti…” . Tutte le religioni hanno una missione nel mondo e sono al servizio di tutti. Come comunicare la missione di Maria? Con quali parole? L’incontro è al cuore di questa missione. Noi siamo portatori di pace. Alle nozze di Cana la funzione della Chiesa è di nuovo chiaramente mostrata da Maria. Maria dà alla Chiesa l’immagine della sua missione. (Dom Christian de Chergé, Mystère de la Visitation).

 

Ricevete l’abbraccio dei vostri fratelli e sorelle della Comunità del bairro.

Giorno per giorno – 31 Maggio 2010ultima modifica: 2010-05-31T23:08:00+02:00da fraternidade
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