Giorno per giorno – 10 Maggio 2010

Carissimi,

“Quando verrà il Paràclito, che io vi manderò dal Padre, lo Spirito della verità che procede dal Padre, egli darà testimonianza di me; e anche voi date testimonianza, perché siete con me fin dal principio” (Gv 15, 26-27).  “Darà testimonianza di me”, dice Gesù dello Spirito, ed è importante non dimenticarcelo, facili come si è a fargli dire qualunque cosa. Anche noi, poi,  siamo chiamati a dare forma e figura a questa testimonianza. Perché lo Spirito, come il Padre, come, ora, anche Gesù, che è tornato al Padre,  non si vedono. Ma, di Gesù sappiamo come è stato e come ha agito e come “per questo” è morto e perché Dio lo ha risuscitato. Così, quanti hanno deciso di accogliere l’invito alla sua sequela e a stare con Lui “dal principio” – allora, gli apostoli, oggi, pure noi -, devono dare visibilità al suo significato nel mondo, cioè, essere come Lui, agire come Lui, a costo di soffrire e morire come Lui, per testimoniare che lo Spirito del Crocifisso Risorto non viene mai meno. Ora, nel vivere, agire, morire di Gesù, che è, nel contempo, rivelazione del Padre e messaggio dello Spirito, è determinante la scelta dei poveri, degli ultimi, degli esclusi, fino alla più completa identificazione con essi. Se noi non la facciamo nostra, scontando incomprensioni, irrisioni e persecuzioni in nome del dio del Sistema, da fuori e, qualche volta, disgraziatamente, da dentro, della Chiesa, semplicemente non siamo dei Suoi. Siamo altro, e che Dio possa avere pietà di noi.

 

Oggi il martirologio latinoamericano fa memoria di Josimo Moraes Tavares, prete e martire per la giustizia.

 

10 Josimo.jpgJosimo nacque nella città di Marabá (Pará), il 4 aprile 1953. Una grande alluvione, nel 1957,  indusse la sua famiglia a trasferirsi a Xambioá, nello Stato di Goiás, dove nel  1979 fu ordinato presbítero. La sua vita e il suo ministero si svolsero prevalentemente nella regione del Bico do Papagaio (nell’attuale Tocantins), dove collaborò intensamente con la CPT (Commissione Pastorale per la Terra), nella pastorale della gioventù e in quella dei diritti umani. La regione, a quel tempo, era attraversata da ondate ricorrenti di violenza contro i posseiros che si insediavano nei latifondi incolti, per produrre lì i loro mezzi di sussistenza. Josimo fu testimone degli sgomberi forzati, delle torture, degli assassinî, operati da bande di pistoleiros sotto lo sguardo indifferente o complice della polizia e della magistratura.  La morte, prevista, preparata, non giunse per lui come desiderio di martírio, ma come conseguenza della sua dedizione alla causa del Regno. Fu assassinato a Imperatriz, nel Maranhão, il 10 maggio 1986 con una proiettile nella schiena, mentre saliva le scale dell’edificio della diocesi, dove si trovavano gli uffici della Commisione Pastorale della Terra.

 

I testi che la liturgia odierna propone alla nostra riflessione sono tratti da:

Atti degli Apostoli, cap.16, 11-15; Salmo 149; Vangelo di Giovanni, cap.15,26-16, 4a.

 

La preghiera di questo lunedì è in comunione con i fedeli del Sangha buddhista.

 

Noi avremmo quasi finito, però, dato che, in quest’angolo, ogni tanto mettiamo le nostre intenzioni di preghiera, vi chiederemmo di continuare a collocare nella vostra, la salute del nostro amico Virginio, che è all’inizio di un prevedibilmente lungo processo di riabilitazione motoria; quella del cognato di don Augusto, che si sta recuperando dalle conseguenze di un ictus; quella del nostro amico Queiroz, della Chiesa di Cristo, che sta affrontando con grande serenità, coraggio e speranza la sua lotta contro un tumore. E, poi, anche l’intervento, che i genitori ci dicono semplice e senza eccessivi rischi, a cui sarà sottoposto nei prossimi giorni il piccolo Andrea. E, quella che è sempre una buona notizia, la gravidanza di Maria che, con il marito Carlo, è in attesa del terzo figlio.  

 

Il libro “Pe. Josimo: A velha violência da nova republica” (Comissão Pastoral da Terra) riporta, tra le altre cose, un’intervista rilasciata da Padre Josimo Moraes Tavares alla rivista Convivio, nel 1984. L’ultima domanda che gli fu posta era se avesse un qualche messaggio da dare ai suoi colleghi preti. La risposta che diede ci sembra debba potersi applicare a tutti i cristiani. Così, ve la riportiamo qui, nel congedarci, come nostro   

 

PENSIERO DEL GIORNO

Penso che tutti noi che abbiamo assunto la missione del sacerdozio, indipendentemente dalle opzioni teologiche, dobbiamo stare a fianco del popolo oppresso. Perché non si tratta di difendere un’ideologia qualsiasi, ma la vita. Difendere la vita è una missione divina, dato che il nostro Dio è il Dio della vita. Oggi nella nostra società, la vita del popolo è minacciata in molte maniere. Questa minaccia ci riguarda tutti. Lottare per la liberazione è lottare per la vita. Penso che i nostri Vescovi ci hanno dato una lezione molto grande in questo senso, quando hanno sottoscritto un documento diretto al Governatore, in cui hanno denunciato tutte le violenze che si stanno verificando nel nostro Stato. Quando si tratta di un bene maggiore, tutte le differenze ideologiche devono scomparire. Continuiamo fermi nella nostra lotta per il Regno di Dio che già inizia nella lotta del popolo. (Pe. Josimo: a Velha violência da nova republica).

 

Ricevete l’abbraccio dei vostri fratelli e sorelle della Comunità del bairro.   

Giorno per giorno – 10 Maggio 2010ultima modifica: 2010-05-10T23:25:00+02:00da fraternidade
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