Giorno per giorno – 08 Maggio 2010

Carissimi,

“Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi; se hanno osservato la mia parola, osserveranno anche la vostra. Ma faranno a voi tutto questo a causa del mio nome, perché non conoscono colui che mi ha mandato” (Gv 15, 20-21). C’è naturalmente persecuzione e persecuzione. Gesù si riferisce a quella che il sistema scatena contro i suoi discepoli “a causa del suo Nome”, cioè del suo progetto. Qui, in America Latina, tutto ciò è esperienza recente e quasi ogni giorno il martirologio ce ne porta la memoria, ma sappiamo che questo vale anche per altri continenti, l’Africa, l’Asia, la stessa Europa, nel secolo appena trascorso. Spesso le persecuzioni, a causa del suo Nome, hanno attraversato pesantemente la vita delle stesse Chiese, trovando consenso, alleanze e collusioni, tanto nelle gerarchie ecclesiastiche come nella base che si pensava cristiana ed era solo borghese. Questo alimentò una cultura del sospetto, di cui si vedono i segni e le conseguenze ancora oggi e che portò a divisioni, ostracismi e discriminazioni, ferendo le comunità nelle persone, nella pratica, nella riflessione e nei sogni dei più poveri. Una pagina, per la quale ancora si attende, in molti casi, una necessariamente sofferta assunzione di responsabilità, la confessione della colpa e la richiesta di perdono.  Noi, comunque, ci dicevamo stamattina, probabilmente riusciremo a evitare persecuzioni violente, perché il “mondo” si è fatto esperto, ha scoperto alla fine che quelle tecniche erano controproducenti. E ne ha inventate di più allettanti e persuasive per eliminare il Suo messaggio dall’orizzonte del nostro tempo. Magari, anche solo facendo di esso una bella e tranquilla religione civile, che esprima la nostra cultura, contribuisca a mantenere l’ordine, ci aiuti a celebrare alla meglio i nostri “riti di passaggio”, ci provveda una qualche identità, e, dato che ci siamo, ci prometta un po’ di paradiso. Già, ma Gesù, il crocifisso? Ah, sì, quello l’abbiamo appeso alle pareti degli edifici pubblici. Definitivamente appeso, perché non torni in mezzo a noi, a creare disordine con le sue pericolose idee.

 

Oggi la comunità fa memoria di Giuliana di Norwich, eremita e contemplativa.

 

08 JULIANA_DE_NORWICH bis.jpgNata l’8 novembre 1342 a Norwich, in Inghilterra, Giuliana aveva trent’anni, quando, durante il mese di maggio, una grave malattia la portò in punto di morte. Della sua vita, fino a quel momento, non sappiamo nulla. Sappiamo invece, perché lo raccontò lei stessa, che, dopo sette giorni, il 13 maggio 1373, ebbe una serie di sedici visioni in cui potè contemplare la passione di Cristo, ricavandone una grande sensazione di pace e di gioia. Divenuta eremita, prese a vivere in una piccola capanna nei pressi della chiesa di san Giuliano a Conisford, da cui prese il nome e dove  dedicò il resto della vita a pregare e a riflettere sul significato di quelle visioni. Frutto di queste meditazioni fu il Libro delle Rivelazioni, steso in due redazioni differenti, una più breve, scritta a ridosso di quell’esperienza, e un’altra più lunga, su cui lavorò per circa vent’anni, ricca di riflessioni sul significato di quelle visioni. Giuliana è nota per la sua insistenza sul tema della “maternità” di Dio e  per il suo ottimismo teologico, in forza del quale arrivò a scrivere: “Tutto sarà bene, e tutto sarà bene, e ogni sorta di azione sarà bene”. La sua teologia rivela una profonda consapevolezza che tutto l’essere dell’uomo riceve senso dal fatto di essere posto tra le mani amorose di Dio. Qualunque cosa accada. Giuliana morì probabilmente intorno al 1417. La Chiesa d’Inghilterra celebra la sua memoria in questo giorno.

 

I testi che la liturgia odierna propone alla nostra riflessione sono tratti da:

Atti degli Apostoli, cap.16, 1-10; Salmo 100, Vangelo di Giovanni, cap.15, 18-21.

 

La preghiera del Sabato è in comunione con le comunità ebraiche della diaspora e di Eretz Israel. 

 

Il Pastor Raimundo, dall’epoca del suo viaggio in Italia, nel 2002, si è scoperto appassionato del caffè italiano, così ogni tanto, invita a casa sua qualcuno di noi, per prepararlo e gustarlo in compagnia, con contorno naturalmente di prodotti della biscotteria brasiliana. Noi ci siamo stati ieri pomeriggio, ed è stata l’occasione per una panoramica sugli avvenimenti più recenti, riguardanti il grande mondo, e quello dei numerosi amici e amiche che ormai abbiamo in comune lì, da voi, e qui. Ma, quello che ci ha più colpito è l’offerta che ci ha fatto di un segno di squisita sensibilità e ospitalità ecumenica. In tempi di difficile ecumenismo.    

 

Anche per stasera è tutto. Noi ci congediamo qui, lasciandovi alla lettura di una citazione di Giuliana di Norwich, tratta dal suo Revelations of Divine Love, che è possibile trovare  integralmente nell’originale inglese in rete e che è, per oggi, il nostro

 

PENSIERO DEL GIORNO

Se guardo a me stessa singolarmente io non sono proprio niente; ma se mi considero in generale, sono, io spero, in unione di carità con tutti i cristiani come me. E in questa unità sta la vita di tutta l’umanità che sarà salvata. Perché, per quanto vedo, Dio è tutto ciò che è buono; e Dio ha fatto tutto ciò che è creato, e Dio ama tutto ciò che ha creato. E colui che ama tutti gli altri per Dio, ama tutto ciò che esiste. Perché nell’umanità che sarà salvata è compreso tutto, vale a dire, tutto ciò che è creato e il Creatore di tutto. Perché nell’uomo c’è Dio, e Dio è in tutto. E io spero, per la grazia di Dio, che chi vede le cose in questo modo sarà ammaestrato nella verità e riceverà una grande consolazione, se ne ha bisogno (Julian of Norwich, Revelations of Divine Love, IX).

 

Ricevete l’abbraccio dei vostri fratelli e sorelle della Comunità del bairro.

Giorno per giorno – 08 Maggio 2010ultima modifica: 2010-05-08T23:25:00+02:00da fraternidade
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