Giorno per giorno – 25 Marzo 2010

Carissimi,

“Entrando da lei, l’angelo disse: Rallégrati, piena di grazia! Il Signore è con te”( Lc 1, 28). Dopo i tanti giustificati rimbrotti dei Vangeli dei giorni scorsi, finalmente una parola di tenerezza. La cui occasione è offerta dall’odierna festività dell’Annunciazione del Signore. La quale parola è diretta, sì, a Maria,  ma anche a ciascuno(a) di noi. E  a noi tutti insieme come Chiesa. Persino come umanità. E Dulcy ha detto ridendo: mica ci avevo mai pensato di potermi mettere al posto di Maria. Sì, “rallégrati” è il saluto più vero che ogni nuovo giorno (l’angelo del racconto) ci reca. Con la notizia che il Signore è con noi. Come ci ripetiamo ogni volta che leggiamo il Vangelo, ma forse non ci si fa più troppo caso. Ed ogni giorno (l’angelo) ci chiede se noi siamo disposti a lasciarci ingravidare di Dio, a generare Gesù.  Ed è persino scontato che noi si risponda: ma come può avvenire? E, sollevando lo sguardo, si chieda poi a Lui, lassù: Tu mi hai guardato bene? Sai chi sono? Conosci la mia storia? Le mie scorrerie? Il mio carattere? Le mie rabbie? Le mie ambizioni? Le mie cattiverie gratuite? No, non ho proprio nulla di quella ragazzina di Nazareth. Ne sono, anzi, l’esatto contrario. E il giorno nuovo (l’angelo) che insiste: Lui sa tutto, ma tu, oggi, accetti di concepire Dio nella tua vita, accetti di essere, solo per oggi, per non voler strafare, nient’altro che dono e, se necessario, perdono, per tutti coloro che ti stanno intorno o che incontrerai?  Accetti per una volta di specchiarti nella Sua grazia che ti ricolma, invece che nelle tue brutture e nel tuo peccato? Accetti, infine, di aprire uno spiraglio, niente di più, al Soffio di Dio che feconda la tua vita e trasforma la tua storia nella Sua? E Lui aspetta solo che noi si dica con tremore: Ecco la tua serva, il tuo servo. Si compia in me secondo la tua parola.  

 

Le chiese d’oriente e d’occidente celebrano oggi l’Annunciazione del Signore.

 

25_ANNUNCIAT.JPGLa solennità vuole celebrare l’annuncio recato dall’angelo a Maria di Nazaret, che con il suo sì, accoglie e genere nella storia la Parola da cui tutto ha avuto origine. Maria è insieme figura dell’attesa di Israele e immagine di ogni credente, della Chiesa o dell’umanità, capace di incarnare il sogno di Dio. 

 

I testi che la liturgia di questa Festa dell’Annunciazione del Signore propone alla nostra riflessione sono tratti da:

Profezia di Isaia, cap.7, 10-14; 8, 10; Salmo 40; Lettera agli Ebrei, cap.10, 4-10; Vangelo di Luca, cap.1, 26-38.

 

La preghiera del giovedì è in comunione con le religioni tradizionali indigene.

 

Il calendario ci porta oggi anche la memoria del martirio di Margareth Clitherow, testimone della fede, ma ancor più dell’amore compassionevole di Dio. 

 

25 Margareth Clitherow.jpgMargareth era nata nel 1553 in una famiglia evangelica di York, in Inghilterra. Sposata al commerciante John Clitherow, dopo tre anni si era convertita al cattolicesimo, colpita dalle sofferenze patite dai cattolici a causa delle leggi repressive del tempo. Il marito non condivise la scelta della moglie, ma neppure le frappose ostacoli. Il 10 marzo 1586, Margareth fu arrestata sotto l’accusa di aver nascosto alcuni preti cattolici e di aver illegalmente favorito celebrazioni eucaristiche nella sua casa. A sua difesa dichiarò soltanto: “Sono totalmente convinta di tutto ciò che riguarda la mia fede. Credo solo in Gesù Cristo. Credo che solo lui mi salva. Anche se un angelo venisse dal cielo a predicarmi un’altra dottrina, come dice l’apostolo, non l’accetterei”. Durante il processo non le permisero di vedere i figli, potè incontrare solo una volta il marito, alla presenza di una guardia. Quando John udì la sentenza, disse piangendo: “Voi uccidete la moglie più buona del regno e la migliore cattolica”. Margareth trascorse la sua ultima notte in preghiera, in compagnia della moglie del suo carceriere. La mattina del 25 marzo 1586, fu portata sul luogo dell’esecuzione. Richiesta di chiedere perdono alla regina e al marito, rispose: Se l’avessi mai offeso, gli chiedo perdono dal più profondo del cuore. Poi fu fatta distendere su una pietra acuminata, e su di lei collocarono una grande tavola di legno, sulla quale via via aggiungevano grosse pietre. Il supplizio durò circa quindici minuti, fino a quando si udì il rumore delle ossa che si spezzavano sotto il  gran peso. Le ultime parole di Margareth furono: “Gesù, Gesù, Gesù, abbi misericordia di me”. Il corpo fu lasciato esposto alla vista di tutti i curiosi  dalle nove del mattino fino alle tre del pomeriggio. Si deve presumere, a pubblica edificazione. 

 

È tutto per stasera. Noi ci congediamo con un brano di Nicola Cabàsilas, tratto da una sua omelia sull’Annunciazione. È, per oggi, il nostro

 

PENSIERO DEL GIORNO

Quando Dio volle trarre Eva dal costato di Adamo, anziché prevenire e persuadere l’uomo, lo fece cadere nel sonno e gli sottrasse una parte del suo corpo. Ma quando si trattò della Vergine, Dio iniziò con l’annuncio e, prima di compiere la sua opera, attese la risposta di Maria. Nel momento di creare Adamo, Dio si rivolge soltanto al proprio Figlio, dicendo: Facciamo l’uomo. Gn 1,26. Ma allorché si tratta di introdurre nel mondo il suo primogenito, l’ammirabile Consigliere, e di dar vita al secondo Adamo, il Padre celeste rende la Vergine partecipe del suo disegno. Questo grande consiglio, di cui parla Isaia (Is 9,6 LXX), questo stupendo piano di Dio, fu stabilito dal Padre e ratificato dalla Vergine. L’incarnazione non fu soltanto opera del Padre che decise e che nella sua potenza copri la Vergine con la sua ombra, e opera dello Spirito che si rese presente. Ma fu anche opera della volontà e della fede di Maria. Senza il Padre, senza la sua potenza e il suo Spirito, questo piano non poteva essere ideato; ma il disegno di Dio non avrebbe avuto compimento senza la volontà e la fede dell’Immacolata. Dopo averla avvertita, dopo averla ispirata ad accettare, Dio fece della Vergine sua madre: Maria era pienamente consapevole e disponibile, quando il Verbo prese carne in lei. Come questi fu concepito perché lo volle, così Maria concepì in piena libertà e divenne madre dopo aver dato il proprio assenso. Ammessa a partecipare al piano di Dio, non fu strumento passivo, mosso dall’esterno; si offrì spontaneamente e diventò la cooperatrice di Dio e della sua provvidenza nei riguardi del genere umano, così da essere associata in modo tutto particolare alla grazia donata da Dio. (Nicola Cabàsilas, Omelia per l’Annunciazione).

 

Ricevete l’abbraccio dei vostri fratelli e sorelle della Comunità del bairro.

Giorno per giorno – 25 Marzo 2010ultima modifica: 2010-03-25T23:25:00+01:00da fraternidade
Reposta per primo quest’articolo