Giorno per giorno – 08 Gennaio 2010

Carissimi,

“La fama di Gesù si diffondeva ancor più; folle numerose venivano per ascoltarlo e farsi guarire dalle loro infermità. Ma Gesù si ritirava in luoghi solitari a pregare” (Lc 5, 15-16). Forse il segreto di Gesù sta proprio in questo suo ritirarsi, per dedicarsi alla preghiera. Fa venire in mente ciò che Martin Buber scrive a proposito di Rabbi Hajim” (Garzanti): “Poco prima della morte Rabbi Hajim disse a un visitatore: Se avessi nove fedeli amici di sentimenti uguali ai miei, metteremmo ciascuno un pane nel nostro zaino e ce ne andremmo insieme nella campagna e cammineremmo per la campagna e pregheremmo, pregheremmo fino a che la preghiera fosse esaudita e venisse la redenzioe” (Martin Buber, I Racconti dei chassidim). Anche Gesù è alla ricerca di amici fedeli che, nella preghiera, trovino il modo di accompagnarne l’opera di redenzione.    

 

Oggi il calendario ci porta la memoria di Giorgio di Choziba, monaco e di Rabbi David di Lelow, mistico chassidico .

 

08 GIORGIO DI CHOZIBA.jpgDi Giorgio sappiamo che, vissuto tra il VI e il VII secolo, era nato a Cipro e che, ancora giovane, volle seguire il fratello maggiore, Eraclide, nella vita eremitica che questi conduceva nella laura di Calamon, sul fiume Giordano. Inviato alla laura di Choziba, sulla strada che va da Gerusalemme a Gerico, per formarsi nella vita monastica, vi rimase il tempo necessario perché la fama della sua santità si diffondesse nella regione, inducendolo così a fuggire precipitosamente e a raggiungere il fratello, con cui sarebbe rimasto fino alla morte di costui. Essendo poi sorte tensioni e incomprensioni con gli altri eremiti, Giorgio decise di tornare al monastero di Choziba, allora sotto la guida dell’abate Leonzio. All’epoca dell’invasione persiana della Palestina (614), i monaci lasciarono Choziba e Giorgio si rifugiò nei pressi di Calamon. Scoperto dai persiani, fu però lasciato tranquillo a causa della sua età avanzata. Compì allora il suo ultimo pellegrinaggio a Gerusalemme, poi tornò a Choziba e vi morì. Durante tutti quegli anni, senza ricoprire alcun incarico di responsabilità nella comunità, seppe essere di sostegno spirituale ai fratelli, edificandoli con la parola e con l’esempio. Giorno per giorno.

 

08 Gennaio.jpgRabbi David di Lelow nacque a Biala, in Polonia, nel 1746. Martin Buber scrisse di lui che rappresenta “una delle più amabili figure del chassidismo. Saggio e puerile insieme, aperto a tutte le creature, pur custodendo in cuore un segreto, estraneo al peccato, ma pronto a proteggere i peccatori dai loro persecutori, egli è l’esempio dello zaddik, a cui solo la verità chassidica, liberandolo dall’ascetismo, ha permesso di diventare ciò che è. Dovette la liberazione a Rabbi Elimelech”. Divenuto discepolo di Rabbi Yaakov Yitzchak, il Veggente di Lublino, gli restò fedele per tutta la vita. Gestiva una piccola bottega, ma non esitava a mandare i compratori a fare i loro acquisti in altre botteghe più povere. Quando poteva, si recava a visitare altri villaggi ebrei sperduti, per rianimare il cuore dei suoi fratelli di fede. Dove giungeva riuniva attorno a sé i bambini e se li portava a spasso in carrozza, giocando e cantando allegramente con loro; nei mercati dava da mangiare e da bere ai cavalli e ammoniva che non si potevano battere. Insegnava anche che non è bene sgridare la gente che desideriamo convertire, ma bisogna trattare con loro da buoni amici, conquistarne il cuore e portarli con l’amore al riconoscimento di Dio. Rabbi Davide morì a Lelow, il 7 Shevat 5573, second il calendario ebraico, che coincide  con l’8 gennaio 1813.

 

I testi che la liturgia odierna propone oggi alla nostra riflessione sono tratti da:

1ª Lettera di Giovanni, cap.5, 5-13; Salmo 147B; Vangelo di Luca, cap.5, 12-16.

 

La preghiera del Venerdì è in comunione con i fedeli dell’Umma islamica che confessano l’unicità del Dio clemente e misericordioso.

 

PENSIERO DEL GIORNO

Il padre del piccolo Davide era povero e una volta, nei primi mesi di un inverno rigido, non potè procurare un abito caldo a suo figlio. Finalmente gli riuscì di mettere da parte il denaro necessario. Quando Davide arrivò a scuola con l’abito nuovo, vide un ragazzo ancora più piccolo di lui che tremava nei suoi cenci, e subito cambiò gli abiti con lui. Tornato a casa andò da sua madre e le raccontò che cosa era accaduto. “Rimettiti l’abito vecchio”, disse lei, “e torna a scuola. Se tuo padre arriva e viene a sapere che cosa hai fatto, andrà in collera e ti batterà”. “Mamma, rispose il ragazzo, ma è meglio che mi batta e si alleggerisca il cuore”. (Martin Buber, I racconti dei chassidim).

 

Ricevete l’abbraccio dei vostri fratelli e sorelle della Comunitá del bairro.

Giorno per giorno – 08 Gennaio 2010ultima modifica: 2010-01-08T22:01:00+01:00da fraternidade
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