Giorno per giorno – 06 Gennaio 2010

Carissimi,

“Venuta la sera, la barca era in mezzo al mare ed egli, da solo, a terra. Vedendoli però affaticati nel remare, perché avevano il vento contrario, sul finire della notte egli andò verso di loro camminando sul mare” (Mc 6, 47-48). Capita anche a noi che Gesù resti altrove, magari perché ci siamo dimenticati di farlo salire in barca. La barca della chiesa, della comunità, della famiglia. La barca della vita. E noi, alle prime difficoltà, ci si stanca, si ha paura. Ma si ha anche più paura di Lui. Perché, Lui, non è uno scherzo. Così capita che a volte ci si dica: lasciamo perdere, è solo un sogno, magari anche bello, ma improponibile. A noi e agli altri. È un fantasma che non regge alle sfide della concretezza. La nostra, naturalmente. E  invece.

 

Oggi, noi si fa memoria di Giuseppe Giovanni Lanza del Vasto, fondatore dell’Arca, testimone di pace e nonviolenza.

 

06_LANZA_DEL_VASTO iii.jpgGiuseppe Giovanni Lanza del Vasto nacque il 29 settembre 1901 a San Vito dei Normanni, da padre siciliano e madre belga. Dopo gli studi a Parigi, dove si era trasferito nel 1915 con la madre e due fratelli, tornato in Italia, conseguì la laurea in filosofia a Pisa. Seguì un periodo di lavori umili, di viaggi, di povertà volontaria, ma anche di una profonda ricerca religiosa. Nel 1937, nel corso di un viaggio in India, fece l’incontro con l’uomo che avrebbe cambiato la sua vita: Gandhi. Da lui, Lanza del Vasto, divenutone discepolo, mutuò la dottrina e la pratica della nonviolenza e ricevette il nome di Shantidas, servitore di pace. Dopo un un pellegrinaggio all’Himalaya, Lanza del Vasto maturò l’idea di creare, al suo ritorno in Europa, un Ordine a carattere agricolo, artigianale, ecumenico e nonviolento.   L’idea prese corpo, dopo il matrimonio con Simone Gebelin (da lui chiamata Chanterelle), nel 1948. Con lei fondò, infatti,  a Tournier (Francia) la sua prima comunità, l’Arca, modellata sulla vita semplice di un ashram indù. I membri dell’Arca di impegnano con sette voti a lavorare per se stessi e per gli altri, ad obbedire alla disciplina dell’ordine, ad assumersi le proprie responsabilità davanti all’ordine, a purificarsi da ogni tendenza al possesso, a vivere sobriamente e ad evitare ogni violenza verso gli uomini e gli animali. Forte anche la connotazione e l’impegno politico che caratterizzò da subito la vita dell’Arca, le cui battaglie in vista dell’eliminazione della guerra e della corsa agli armamenti,  dell’ingiustizia e della miseria,  furono via via combattute con le armi del digiuno, della preghiera e della resistenza spirituale. Lanza del Vasto morì in viaggio a Murcia (Spagna), la notte tra il 5 e il 6 gennaio 1981.

 

I testi che la liturgia odierna propone alla nostra riflessione sono tratti da:

1ª Lettera di Giovanni, cap.4, 11-18; Salmo 72; Vangelo di Marco, cap.6, 45-52.

 

La preghiera del mercoledì è in comunione con quanti ricercano l’Assoluto della loro vita nella testimonianza  per la pace, la fraternità e la giustizia. 

 

Anche per stasera è tutto. Noi ci si congeda qui, lasciandovi ad una poesia di Lanza del Vasto, dal titolo “Tienti dritto e sorridi”. Anche e, possibilmente, soprattutto, quando affrontiamo qualche tempesta. È, per oggi, il nostro

 

PENSIERO DEL GIORNO

Tieniti dritto e sorridi / fallo in ogni tempo, all’ora del cattivo umore / come all’ora del buon umore, / davanti a quelli che ti piacciono / e a quelli che ti ripugnano / nell’agiatezza e nelle strettezze / nella miseria o l’opulenza. / La malattia o la salute, / tieniti dritto e sorridi / tra coloro che si precipitano, / coloro che si agitano nel vuoto / o si urtano gli uni gli altri / tieniti dritto e sorridi / tra coloro che si fanno largo a gomitate, / coloro che tendono le mani per prendere, / o che si arrampicano e si destreggiano, / tieniti dritto e sorridi / tra coloro che discutono, / e coloro che si ingiuriano, / coloro che stringono i pugni, / coloro che brandiscono le armi, / tieniti dritto e sorridi / nel giorno della collera / e dello sbandamento, / quando tutto crolla e brucia, / tu solo in piedi nel panico, / tieniti dritto e sorridi / di fronte ai giusti dalla nuca rigida, / i giudici dalle virtù taglienti, / gli importanti che si dimenano, / tieniti dritto e sorridi / sia che venga fatto il tuo elogio, / sia che ti si sputi in faccia, / tieniti dritto e sorridi / a casa con i tuoi, / tieniti dritto e sorridi, / di fronte alla tua amata, / tieniti dritto e sorridi. / Nei giochi e nelle danze, / tieniti dritto e sorridi. / Nella veglia e i digiuni, / tieniti dritto e sorridi / solo nell’alto silenzio, / tieniti dritto e sorridi / al limitare del grande viaggio, / anche se i tuoi occhi piangono, / tieniti dritto e sorridi. //  (Giuseppe Giovanni Lanza del Vasto, Tienti dritto e sorridi).

 

Ricevete l’abbraccio dei vostri fratelli e sorelle della Counità del bairro

 

Giorno per giorno – 06 Gennaio 2010ultima modifica: 2010-01-06T22:48:00+01:00da fraternidade
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