Giorno per giorno – 14 Dicembre 2009

Carissimi,

“Entrato nel tempio, mentre insegnava, gli si avvicinarono i capi dei sacerdoti e gli anziani del popolo e dissero: Con quale autorità fai queste cose? E chi ti ha dato questa autorità?”. Certo quei preti erano probabilmente in mala fede, nel fare queste domande a Gesù, ma forse non lo siamo meno noi, quando risolviamo la nostra, di fede, in un discorso solo di testa. Pro o contro, a questo punto, importa poco. L’incontro con Lui, o la domanda su Lui, ci ha cambiato la vita? O ci ha almeno inquietati? Perché, la domanda con cui Gesù replica ai suoi interlocutori – chi è Giovanni per voi? -, intende snidarci proprio su questo: avete accettato di mettervi in gioco?  Se noi abbiamo scelto di tenercene prudentemente fuori, non c’è verso: nessuna dimostrazione matematica (che non può esistere) della verità di Gesù (come verità di Dio e, perciò, anche della nostra vita) riuscirebbe mai a convincerci. Meno che meno, qualche antica profezia, ripescata nei testi sacri, o il racconto dei miracoli, presto facilmente confinati nell’ambito delle facili illusioni. Gesù stesso arriverà ad affermare, raccontando la parabola del ricco epulone, che neppure la risurrezione di un morto (anche la sua, perciò) sarebbe stata un argomento convincente. Infatti tutte queste cose non portano alla fede. Sono semplici segni, che noi decifriamo solo a partire dal momento che pronunciamo il nostro sì a Lui. Al buio. Senza altra garanzia del suo: Seguimi. E dove ci porterà non lo sappiamo.

 

Il nostro calendario ci porta oggi la memoria di Giovanni della Croce, contemplativo e maestro della fede, e di Catherine Kolyschkine de Hueck Doherty,  mistica.

 

14_JO_O_DA_CRUZ2.JPGJuan de Yepez y Alvarez, o, come lo si conosce noi, Giovanni della Croce, era nato a Fontiveros presso Avila (Spagna), nel 1542, ed era entrato poco più che ventenne nel Carmelo, in un tempo in cui la vita monastica era assai rilassata. Dopo gli studi di filosofia e teologia a Salamanca, fu ordinato sacerdote nel 1567 e, in quello stesso anno, conobbe Teresa di Gesù, con cui iniziò a collaborare in vista della riforma del Carmelo. Questo non mancò di causargli problemi e perfino l’esperienza della prigione. Fu in questo periodo che egli scrisse alcune delle sue più belle poesie. Le sofferenze che conobbe lo portarono a scoprire il mistero della croce e ad avanzare sul cammino della più alta contemplazione. Cammino che egli descrisse nelle sue opere di teologia spirituale: La Salita al monte Carmelo, La Notte oscura dell’anima, Il Cantico spirituale, La Fiamma viva di amore. Morì a quarantanove anni, nella notte tra il 13 e il 14 dicembre 1591 a Ubeda. Al centro del suo insegnamento pose l’unione per grazia dell’uomo con Dio, per mezzo di Gesù Cristo, in un itinerario che prevede le tappe della via purgativa, illuminativa e unitiva. Per arrivare al Tutto, che è Dio, occorre che l’uomo dia tutto di sé, non con uno spirito di schiavo, ma di amante. Disse: “Nella sera della tua vita sarai esaminato sull’amore”, e “Dove non c’è amore, metti amore e ne ricaverai amore”.

 

14 Catherine Doherty.jpgCatherine Kolyschkine era nata a Nizhny-Novgorod, in Russia, il 15 agosto 1896 da una famiglia aristocratica. Sposa a quindici anni del cugino, il barone Boris de Hueck, durante la prima Guerra mondiale fu al fronte come infermiera. Dopo la rivoluzione bolscevica, Catherine e Boris emigrarono dapprima in Inghilterra e poi, nel 1921, a Toronto, in Canadà, dove entrambi si adattarono a svolgere mansioni umili e sottopagate per sopravvivere e per mantenere il figlio George nato nel frattempo.  L’inatteso affermarsi di Catherine come conferenziera di successo, se portò un nuovo benessere alla vita familiare, provocò tuttavia la crisi del matrimonio della coppia, che ottenne il divorziò e, successivamente, il riconoscimento di nullità.  La prosperità recuperata generò una nuova e più profonda insoddisfazione nella donna, in cui echeggiavano incessantemente le parole di Gesù: “Vai, vendi tutto ciò che possiedi e dá il ricavato ai poveri, poi vieni e seguimi”. Fu così che Catherine decise di vendere tutte le sue proprietà e, dopo avere provveduto il necessario al figlio, si recò a vivere una vita nascosta negli slums di Toronto. In seguito si spostò a New York, dove ad Harlem fondò la Casa dell’Amicizia, per lottare insieme alla popolazione nera contro il peccato del pregiudizio razziale, dello sfruttamento economico e dell’ingiustizia sociale. Conobbe e ricevette sostegno da Dorothy Day e verso di lei si sentirà debitore il giovane Thomas Merton, in seguito trappista e maestro spirituale di molte generazioni di cristiani impegnati. Nel 1943 Catherine sposò il giornalista Eddie Doherty. Nel 1947  i due si trasferirono a Combermere, nell’Ontario, dove cominciarono a lavorare con i braccianti e i contadini poveri della regione. Da quell’esperienza nacque Madonna House, una comunità in cui confluirono uomini e donne, laici e presbiteri, desiderosi di vivere in comune i valori della solidarietà, della povertà e della preghiera. Nel 1955, Catherine e Eddie fecero voto perpetuo di celibato e, nel 1969, Eddie fu ordinato prete secondo il rito cattolico melkita. Morì nel 1975. Catherine gli sopravvisse fino al 14 dicembre 1985, giorno della sua morte, avvenuta dopo una lunga malattia.

 

I testi che la liturgia odierna propone  alla nostra riflessione sono tratti da:

Libro dei Numeri, cap.24, 2-7. 15-17; Salmo 25; Vangelo di Matteo, cap.21, 23-27.

 

La preghiera di questo lunedì è in comunione con le grandi religioni dell’India: Vishnuismo, Shivaismo, Shaktismo.

 

Seguiamo, nei ritagli di tempo, le notizie sulla salute del vostro Premier, dopo l’aggressione subita ieri. È triste constatare che molti esponenti della maggioranza di governo si prestino a strumentalizzare l’azione isolata – e per fortuna senza gravi conseguenze – di uno squilibrato. Un po’ di  silenzio e di riguardo per la sofferenza dell’uomo, e di rispetto per la dialettica democratica e le funzioni dell’opposizione, così vitali per la sua sopravvivenza, non stonerebbero. Sempre che si abbia davvero a cuore la democrazia.

 

È tutto per stasera. Noi ci si congeda qui con un brano tratto dalla “Notte oscura” di Giovanni della Croce, che vi proponiamo come nostro   

 

PENSIERO DEL GIORNO

Anima devota, quando vedrai i tuoi appetiti nelle tenebre, i tuoi affetti nell’aridità e nell’oppressione, le tue facoltà ridotte all’impossibilità di compiere qualsiasi esercizio della vita interiore, non te ne devi addolorare, ma al contrario considera questo stato una sorte fortunata: Dio, infatti, ti sta liberando da te stessa, ti sta togliendo di mani i tuoi averi. Malgrado il buon uso che ne avevi fatto, non potevi agire così bene, perfettamente e sicuramente come ora, a causa della loro impurità e imperfezione. Dio ti ha presa per mano, ti guida come un cieco nell’oscurità dove tu non sai, e per una strada che non conosci, e dove mai riusciresti a camminare con i tuoi occhi e i tuoi piedi. (Giovanni della Croce, Notte oscura, II, 16, 7).

 

Ricevete l’abbraccio dei vostri fratelli e sorelle della Comunità del bairro.

Giorno per giorno – 14 Dicembre 2009ultima modifica: 2009-12-14T23:19:00+01:00da fraternidade
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