Giorno per giorno – 01 Novembre 2009

Carissimi,

“Vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. Si mise a parlare e insegnava loro dicendo:  Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli. Beati quelli che sono nel pianto, perché saranno consolati” (Mt 5, 1-4).  E via di seguito, con le altre beatitudini che conosciamo, che disegnano i tratti di Dio prima ancora che additare coloro a cui Lui vuole bene. E che per questo sono detti beati. Giovedì sera, a casa di Durce, dov’erano giunti in visita gli amici e le amiche delle Comunità “Palavra de Vida” e “Nossa Senhora Aparecida”, ci dicevamo: che strano che Gesù non menzioni neppure una virtù, o un’opera di religione, o una fondazione, o prodigi e miracoli, di quelli che servono a dichiarare santi i santi. Sarà che punta sulla loro comprensione – se davvero son santi, capiranno – per dire: ragazzi miei, ottimo, siete stati davvero strepitosi, però vi devo confessare, la mia passione sono loro. Loro chi? Loro, i poveri, appunto, che non hanno niente e nessuno su cui contare, e se non ci fossi almeno io per loro, perbacco, che razza di Dio sarei, uno come tutti gli altri? Un dio per i ricchi, per quelli che contano, al massimo è un berlusconi qualunque. E quelli che piangono, sapete quanti ce n’è? Io sono spesso la loro unica spalla, o chi offre loro la spalla, fa comunque le veci di Dio. E i miti, di quelli che sanno non prendersela per niente e tirano avanti dritti con determinazione. Come me, appunto.  E chi ha fame o forse solo nostalgia di [almeno un po’ di]  giustizia. E se solo immaginaste la mia fame, mi capireste. E quelli che non hanno mai tempo per loro e sono solo come una grande carezza che accoglie tutti quanti. E quanti hanno lo sguardo trasparente come il loro cuore e non sanno cos’è la doppiezza e l’inganno. E chi semina pace invece che discordia e zizzania. E infine tutti i perseguitati, anche e soprattutto dalla mia chiesa, che è come rimettermi in croce, negarmi e rinnegarmi. E sei infine tu, e tu, e tu, quando ti insultano, ti deridono, ti perseguitano, dicono ogni male di te, perché puoi davvero valere nulla agli occhi del mondo, ma per me sei la mia unica ragione d’essere. E allora, lo so non è molta cosa, ma sii almeno felice di avermi dalla tua. Tu, voi, con me, siete il destino del mondo.

       

01 tutti i santi.jpgOgnissanti. La festa odierna ci riporta alla mente tutti i santi che, in vario modo, hanno accompagnato le nostre esistenze fino ad oggi. Quelli, forse, contemplati solo da lontano, che ci eravamo presi come impossibili modelli. O, più semplicemente, coloro accanto ai quali abbiamo camminato, gioito, sofferto. Coloro che ci hanno amati e che abbiamo amato; quanti erano angeli sotto sembianze umane, e coloro che avevano così tanti difetti che non ne ricordiamo più nemmeno uno e perciò vuol dire che il buon Dio (che è meno cavilloso di santa madre Chiesa), li ha già canonizzati in proprio.  Ognissanti sono tutti loro. Anche quelli che si muovono ancora oggi intorno a noi, le donne di qui, silenziose (mica sempre!) e forti. E gli uomini, duri, cocciuti, resistenti, che se si concedono qualche peccato, è per restare umili e senza difese nell’amore. Di quelle e di questi, oggi non si può fare il nome, perché si farebbe comunque torto a qualcuno. E oggi invece è Ognissanti. Tutti santi, per Dio. Tutti belli e buoni. Come per mamma.

 

I testi che la liturgia odierna propone alla nostra riflessione sono propri della festa di oggi e sono tratti da:

Libro dell’Apocalisse, cap.7, 2-4. 9-14; Salmo 24; 1ª Lettera di Giovanni, cap.3, 1-3; Vangelo di Matteo, cap.5, 1-12a.

 

La preghiera della Domenica è in comunione con tutte le comunità e chiese cristiane.

 

Assieme alla Festa di Tutti i Santi anonimi, di ogni popolo, religione e cultura, noi celebriamo anche la memoria di Rupert Mayer, gesuita, martire del totalitarismo nazista.  

 

01 Rupert_Mayer.jpgRupert Mayer nacque a Stuttgart il 23 gennaio 1876, ed entrò nella Compagnia di Gesù, già sacerdote, nel 1900. Per alcuni anni si dedicò a predicare le missioni popolari in Germania, Austria e Svizzera, poi, a partire dal 1912, assunse la cura pastorale degli immigrati a Monaco. Cappellano militare durante la Prima Guerra Mondiale, fu ferito ed ebbe la gamba sinistra amputata. Nel 1917 riprese la sua attività pastorale, dedicandosi soprattutto ai più poveri. Attento all’evoluzione politica del suo paese, avvertì subito la vera natura e il pericolo del nascente movimento nazista e affermò ripetutamente che un cattolico non poteva in nessun caso aderirvi. Quando Hitler salì al potere, il coraggioso prete continuò a difendere e diffondere pubblicamente le sue idee, il che gli costò numerosi arresti, fino all’internamento, nel 1939, nel campo ci concentramento di Sachsenhausen. Le sue gravi condizioni di salute convinsero i nazisti, l’anno successivo, a trasferirlo in domicilio coatto nel monastero benedettino di Ettal, nella Baviera settentrionale. Morì di un colpo apoplettico mentre teneva l’omelia della festa di Ognissanti, a Monaco, il 1° Novembre 1945. La sua preghiera preferita era: “Signore, come tu vuoi, quando tu vuoi, ciò che tu vuoi, perché tu lo vuoi”. Come ricordava il P. Peter-Hans Kolvenbach, preposito generale della Compagnia di Gesù, in occasione della sua beatificazione: “In tutto quello che faceva, la proclamazione della Buona Notizia era intimamente legata all’impegno a favore dei poveri e degli oppressi. In molte maniere viveva l’opzione preferenziale per i poveri, riconoscendo sempre in essi il Signore in persona […] Formò, altresì, dei laici responsabili che divennero compagni d’apostolato nella proclamazione del messaggio della Fede, nella difesa dei perseguitati, nella cura dei poveri”.

 

DON SANTORO.jpgNon ci sarebbe neppure bisogno di dirlo, ma stamattina noi si è celebrato messa alle Piagge. Anche se da dodicimila chilometri di distanza. E a don Alessandro ci viene solo di dire che è di gran lunga meglio stare dalla parte del perseguitato a causa della buona notizia di Gesù,  che da quella del persecutore. Che è poi ciò che dice il Vangelo di oggi.  E che ha fatto comunque bene ad essere obbediente e che Lui sa vedere il dolore, lo sconcerto, la delusione di tanti. E saprà porvi rimedio. E, prima o poi, si troverà pure un vescovo a chiedere perdono.

 

01 alda merini.jpg“Domandano tutti come si fa a scrivere un libro: si va vicino a Dio e gli si dice: feconda la mia mente, mettiti nel mio cuore e portami via dagli altri, rapiscimi. Così nascono i libri, così nascono i poeti”. Si chiude così un piccolo prezioso libro di poesie, intitolato “Corpo d’amore: un incontro con Gesù” (Frassinelli), che ci è capitato di citarvi spesso in questi anni. Era di Alda Merini. Che oggi se n’è andata. Rapita da Lui, che l’ha presa troppo in parola. Come, qualche volta, succede. Noi ci congediamo ora, offrendovi, sempre di lei, queste altre righe tratte dal suo Magnificat: un incontro con Maria” (Frassinelli). Sono per oggi il nostro  

 

PENSIERO DEL GIORNO

Se Tu sei la mia mano, / il mio dito, / la mia voce, / se Tu sei il vento / che mi scompiglia i capelli, / se Tu sei la mia adolescenza / io ho il diritto di servirti / e il dovere, / perché l’adolescenza / non ha mai chiesto nulla / alle sue stagioni. / Tu mi hai presa / perché io non ero una donna / ma solo una bambina. / E le bambine si accolgono / e si avvolgono di mistero. / Tu mi hai resa donna, Signore, / e la donna è soltanto / un pugno di dolore. / Ma questo pugno / io non lo batterò / verso il mio petto, / lo allargherò verso di Te / come una mano / che chiede misericordia. / Tu sei la mia mano, Signore, / Tu sei la vita, / e quando una donna partorisce un figlio / la disgrazia e l’amore / abitano in lei / come il dubbio della sua esistenza. / Tu mi hai redenta / nella mia carne / e sarò eternamente giovane / e sarò eternamente madre. / E poiché mi hai redenta / posi vicino a Te / la pietra della Tua resurrezione. / E poiché mi hai redenta / fammi carne di spirito / e spirito di carne. / E poiché mi hai redenta / Dammi un figlio / atrocemente mio. / (Alda Merini, Magnificat: un incontro con Maria).

 

Ricevete l’abbraccio dei vostri fratelli e sorelle della Comunità del bairro.

Giorno per giorno – 01 Novembre 2009ultima modifica: 2009-11-01T23:48:00+01:00da fraternidade
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