Giorno per giorno – 24 Ottobre 2009

Carissimi,

“In quello stesso tempo, si presentarono alcuni a riferire a Gesù il fatto di quei Galilei, il cui sangue Pilato aveva fatto scorrere insieme a quello dei loro sacrifici. Prendendo la parola, Gesù disse loro: Credete che quei Galilei fossero più peccatori di tutti i Galilei, per aver subìto tale sorte? No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo” (Lc 13, 1-3). Se Dio fosse all’origine del male che subiamo, ci sarebbe ben poco da fare, dovremmo solo subirlo.  Ma Gesù ci dice che no. La violenza che scuote il mondo nelle sue relazioni economiche, politiche, militari,  etniche, religiose, o quella che ci raggiunge e ci colpisce nella nostra vita personale e nella sfera dei nostri affetti, con la malattia, la sofferenza e la morte, nostra o dei nostri cari, e infine quella che semina lutti e distruzione attraverso le forze scatenate della natura, non esprimono il giudizio di Dio su quanti ne sono le vittime. Ci chiedono invece un cambiamento radicale di mente, di cuore, di azioni per cominciare a porre un freno ad essa. Secondo il libro di Genesi, Dio ha creato il mondo buono e l’umanità molto buona. C’è modo di tornare a prenderci cura del giardino, com’era nel progetto di Dio? Con tutta l’impaziente pazienza di cui Gesù ci dà esempio nella parabola dell’albero di fico (cf Lc 13, 6-9)? Ripetendogli e ripetendoci, ogni volta, sino alla fine dei tempi: diamogli tempo (a questo fico che siamo pure noi) ancora solo quest’anno. Lavoriamoci sodo. Vediamo se porterà frutto. Ed è tutto quello che Lui vuole sentirsi dire.  

 

Oggi il nostro calendario ecumenico ci porta la memoria di Rabbi Levi Isacco di Berditchev, mistico ebreo.

  

24 Mausoleo di Levi isacco.jpgRabbino e capo spirituale del Chassidismo, Levi Isacco è considerato il personaggio più popolare di questo movimento mistico ebraico, dopo Israel Baal Schem Tov. Nacque nel 1740, a Hoshakov, in Galizia (Polonia). Nel 1776 divennne discepoli di Dov Ber, il famoso Magghid (predicatore itinerante) di Mezeritch.  Nominato rabbino di Zelechov, in Polonia, e più tardi di Pinsk, in Bielorussia, fu costretto a lsciare l’incarico per l’ostilità di queste comunità verso le sue concezioni chassidiche. Incontrò infine la sua comunità a Berditchev, dove restò dal 1785 fino alla sua morte, il  25 Tishri 5571 (23 ottobre 1810).  In seno alla corrente chassidica, Levi Isacco rappresenta la figura dell’avvocato instancabile del popolo ebreo davanti al trono di Dio. “Tu esigi sempre qualcosa dal tuo popolo Israele – disse un giorno a Dio –  perché dunque non l’aiuti nelle sue tribulazioni?”.  Un sarto gli raccontò un giorno del modo con cui si era rivolto a Dio a Yom Kippur: “Certo, una volta o l’altra, mi succede di restare con il vestito che qualcuno ha lasciato nel mio laboratorio, o di non lavare le mani prima di mangiare, ma queste non sono mancanze così gravi. Tu, Signore, commetti colpe molto più riprovevoli: strappi bambini dal seno delle madri e madri dai loro bambini. Se tu mi perdoni, anch’io ti perdonerò”. Levi Isacco gli rispose: “Perchè sei stato così timido nel tuo discorso? Se solo avessi insistito un po’, Dio sarebbe stato costretto a perdonare a tutto il popolo d’Israele!”. 

 

I testi che la liturgia odierna propone alla nostra riflessione sono tratti da:

Lettera Ai Romani, cap. 8, 1-11; Salmo 24; Vangelo di Luca, cap.13, 1-9.

 

La preghiera del Sabato è in comunione con le comunità ebraiche della diaspora e di Eretz Israel.

 

L’amico Vittorio di Milano ci ha scritto nel pomeriggio poche linee in cui ci dice: “Voglio solo dirvi che oggi, dopo sei anni di sofferenza, è morta Luigia, la mamma di Claudia, una donna buona e generosa come mai ho conosciuto. Vi chiedo solo di considerarla nelle vostre preghiere”. Noi gli abbiamo risposto così: “Cari Vittorio, Claudia, Davide, per quel che ne sappiamo (ogni essere umano ne fa prima o poi l’esperienza, ad ogni latitudine), la vita non sarà più quella di prima. La madre è quella che ci ha portato dentro. In lei, per dirla con le parole del Salmo, Dio ci ha “tessuti”, piano piano, come uno splendido, e ogni volta originalissimo, ricamo. In lei e da lei abbiamo cominciato a esserci. Forse non si ci pensa su abbastanza, finché ce l’abbiamo vicino, allegra o brontolona, sana, acciaccata, malata, cosciente o incosciente che sia, poi, però, quando ci viene portata via, improvvisamente dobbiamo farci i conti. E quel vuoto che il suo allontanamento apre dentro di noi, un vuoto che, all’inizio almeno, fa male, o sembra far male, scopriamo poi che è come il grembo in cui, un figlio, una figlia, può dare nuova vita a lei che se n’è andata, e crescerla dentro di sé, così come lei aveva fatto a suo tempo con noi, “come un ricamo”.  E così i figli diventano madri delle loro madri. Portandosele dentro. E questa volta, nulla più ce ne potrà separare. Carissimi, poi, naturalmente e più importante di questo, c’è il mistero e la vita di Dio, in cui è entrata Luigia (non come energia anonima, ma proprio così con il suo nome, la sua individualità, la sua storia, la sua rete di affetti). E allora, immersa e confusa con essa, è ancora lei che ci avvolge, ci protegge e ripara. E la vita diventa un gioco a prendersi e a contenersi reciprocamente. E il dialogo non finisce più. E quella che sembrava un’assenza, si scopre che è diventata solo una diversa e più intima presenza. Beh, volevamo solo dirvi che vi siamo vicini. Anche nella preghiera. Non per lei, che non ne ha più bisogno.  Ma per voi. Per noi. Per tutti”. L’abbiamo scritta, naturalmente, anche a nome vostro.

 

Bella, ma proprio bella, la “Festa da criança” – la Festa dei bambini – che si è tenuta stasera al Centro comunitário “Giovanni Gavazzoli”, nel bairro,  e che ha visto riuniti un centinaio di persone tra quanti si sono disposti ad aiutare a realizzarla e animarla e i piccoli che ne hanno “golosamente”, ma non solo, usufruito.

 

E dato che abbiamo fatto notte, noi ci congediamo qui, lasciandovi a un racconto su  Rabbi Levi Isacco di Berditchev, tratto da “I racconti dei chassidim” (Garzanti) di Martin Buber, che vi proponiamo come nostro

 

PENSIERO DEL GIORNO

Una volta, dopo il Giorno del Perdono, lo scolaro preferito del Rabbi di Berditschev, Shmuel, entrò nella stanza per vedere come il maestro stava dopo il digiuno e il fervore veramente sovrumano del suo servizio in quel giorno. Sebbene la notte fosse già avanzata, la tazza di caffè stava ancora intatta davanti allo zaddik. Quand’egli scorse lo scolaro, disse: “Hai fatto bene a venire, Shmuel, così posso raccontarlo. Sappi, oggi Satana ha rinfacciato questo al tribunale celeste: ‘Voi, corte della giustizia, ditemi dunque la ragione di questo: se uno ruba un rublo a un suo prossimo, per misurare il peccato voi pesate la moneta. Ma se uno dà un rublo in elemosina a un suo prossimo, voi pesate il povero stesso e tutte le persone della sua casa a cui il dono è giovato. Perché non vi contentate anche qui della moneta? O perché anche là non mettete sul piatto della bilancia anche il derubato insieme agli altri danneggiati dal furto?’. Allora mi sono fatto avanti e ho spiegato: ‘L’uomo benefico vuole mantenere in vita uomini, perciò bisogna pesare uomini. Ma chi ruba non vuole altro che il denaro, gli uomini ai quali lo prende non li ha affatto in mente; perciò qui non v’è da pesare che la moneta sola. Così feci tacere l’accusatore”. (Martin Buber, I racconti dei chassidim).

 

Ricevete l’abbraccio dei vostri fratelli e sorelle della Comunità del bairro.

Giorno per giorno – 24 Ottobre 2009ultima modifica: 2009-10-24T23:09:00+02:00da fraternidade
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