Giorno per giorno – 17 Ottobre 2009

Carissimi,

“Io vi dico: chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anche il Figlio dell’uomo lo riconoscerà davanti agli angeli di Dio; ma chi mi rinnegherà davanti agli uomini, sarà rinnegato davanti agli angeli di Dio” (Lc 12, 8-9). Sembra una parola di condanna, è invece una parola di salvezza. Questo Gesù che non ci riconoscerà, perché non avremo saputo confessarlo come Signore della nostra vita, modello delle nostre azioni, ispiratore dei nostri gesti, sceglierà di farlo, per sollevarci dalla responsabilità che compete al testimone. O Babbo, non è dei miei, né mi ha mai incontrato, come avrebbe potuto riconoscermi e addirittura imitarmi? Fallo entrare per come è. Sì, [forse] entreremo. Per la sua Grazia, e solo per essa, non saremo consegnati al nulla. Ma, che vergogna! Non sarebbe valsa la pena fermarsi un poco, riflettere, guardarci dentro, guardare a Lui, di cui una volta o l’altra avevamo pure sentito parlare, e poi, provare e, nel caso,  stringere i denti, e dire “no, mai” alla logica del mondo che ci portava a rinnegare la Croce e il suo significato – il dono, la cura del fratello -, per affermare noi stessi (in realtà, solo l’illusione di noi stessi)? Ma se Lui ci perdonerà comunque, qual è questa bestemmia dello Spirito che resterà non perdonata (cf Lc 12, 10)? Crediamo consista nell’affermare, mentendo sapendo di mentire, che Dio “è” il suo contrario. E fare di esso il principio del nostro agire, predicare e volere. Fomentando disprezzo, intolleranza, odio, chiusura, paura nei confronti dell’altro. Invece che professare rispetto, dialogo, amore, accoglienza, fiducia. Gesù dice che, per questo peccato, non c’è perdono. Che, allora, ci si sappia convertire tutti. Abbastanza in tempo.     

 

Oggi la chiesa fa memoria di Ignazio d’Antiochia, pastore, padre della Chiesa e martire.

 

17 ignazio d'antiochia.jpgForse di famiglia pagana e convertito piuttosto tardi al cristianesimo, Ignazio conobbe personalmente gli apostoli Pietro e Paolo. Tra il 70 e il 107 d.C., fu  vescovo di Antiochia, succedendo a Pietro e ad Evodio. Di quest’ultimo, parlando agli antiocheni, avrebbe detto: “Ricordatevi  del beato Evodio, vostro pastore, il quale per primo vi ha governato, dopo gli apostoli. Mostriamoci degni figli di un tale padre”. Mentre era Vescovo ad Antiochia, l’imperatore Traiano diede inizio alla sua persecuzione. Arrestato e condannato, Ignazio fu condotto in catene da Antiochia a Roma, con un viaggio lunghissimo e assai penoso, durante il quale scrisse sette lettere, dirette a varie chiese, che costituiscono documenti preziosi sulla Chiesa primitiva e sui suoi fondamenti teologici. Scrivendo ai Romani, che temeva potessero intervenire in suo favore per evitargli il martirio scrisse: “Lasciatemi essere il nutrimento delle belve, dalle quali mi sarà dato di godere Dio. lo sono frumento di Dio”. E, giunto a Roma, intorno all’anno 107, il vescovo di Antiochia fu davvero triturato dalle belve del circo, dando testimonianza a Cristo che aveva appassionatamente amato. 

 

I testi che la liturgia del giorno propone alla nostra riflessione sono tratti da:

Lettera ai Romani, cap.4, 13. 16-18; Salmo 105; Vangelo di Luca, cap.12, 8-12.

 

La preghiera del Sabato è in comunione con le comunità ebraiche della diaspora e di Eretz Israel.

 

DIWALI.jpgIn coincidenza con la luna nuova del mese di āśvina o di kārttika (da metà ottobre a metà novembre), che segna la fine della stagione dei monsoni, le religioni dell’India celebrano oggi la Festa di Divālī (o Dīpāvalī, letterlamente “Una fila di lanterne”).  La festa celebra il ritorno del sole che, durante la stagione delle piogge, era stato nascosto dal malefico spirito delle acque. Rappresenta la vittoria della verità sulla menzogna, della luce sulle tenebre, della vita sulla morte, del bene sul male. La celebrazione dura tre giorni, segnando l’inizio di un nuovo anno, la riconciliazione familiare  e un rinnovato culto a Dio.

 

Inutile dire che oggi, anche se non ci avrete visti, ci s’era pure noi alla grande manifestazione a Roma contro il razzismo. Che, dando visibilità a quella che vogliamo pensare la parte migliore e, sperabilmente, maggioritaria della popolazione (come vedete, siamo ottimisti!), vi auguriamo segni l’inizio di un cambiamento profondo nella vita e nella politica del vostro Paese.

 

Per stasera è tutto. Noi ci si congeda qui, lasciandovi alla lettura di un brano della “Lettera ai Romani” di Ignazio d’Antiochia. “Non voglio che voi siate accetti agli uomini, ma a Dio”: una sorta di iniezione di coraggio, in tempi bigi di conformismo e di chiusura in se stessi. È, per oggi, il nostro

 

PENSIERO DEL GIORNO

Dopo aver pregato Dio ho potuto vedere i vostri santi volti ed ottenere più di quanto avevo chiesto. Incatenato in Gesù Cristo spero di salutarvi, se è volontà di Dio che io sia degno sino alla fine. L’inizio è facile a compiersi, ma vorrei ottenere la mia eredità senza ostacoli. Temo però che il vostro amore mi sia nocivo. A voi è facile fare ciò che volete, a me è difficile raggiungere Dio se non mi risparmiate. Non voglio che voi siate accetti agli uomini, ma a Dio come siete accetti. Io non avrò più un’occasione come questa di raggiungere Dio, né voi, pur a tacere, avreste a sottoscrivere un’opera migliore. Se voi tacerete per me, io diventerò di Dio, se amate la mia carne di nuovo sarò a correre. Non procuratemi di più che essere immolato a Dio, sino a quando è pronto l’altare, per cantare uniti in coro nella carità al Padre in Gesù Cristo, poiché Iddio si è degnato che il vescovo di Siria, si sia trovato qui facendolo venire dall’oriente all’occidente. È bello tramontare al mondo per il Signore e risorgere in lui. Non avete mai insediato nessuno, avete insegnato agli altri. Desidero che resti fermo ciò che avete insegnato. Per me chiedete solo la forza interiore ed esteriore, perché non solo parli, ma anche voglia, perché non solo mi dica cristiano, ma lo sia realmente. Se io lo sono potrei anche essere chiamato e allora essere fedele quando non apparirò al mondo. Niente di ciò che è visibile è buono. Dio nostro Signore Gesù Cristo essendo nel Padre si riconosce maggiormente. Non è opera di persuasione ma di grandezza il cristianesimo, quando è odiato dal mondo. (Ignazio d’Antiochia, Lettera ai Romani I-III).

 

Ricevete l’abbraccio dei vostri fratelli e sorelle della Comunità del bairro.

Giorno per giorno – 17 Ottobre 2009ultima modifica: 2009-10-17T23:34:00+02:00da fraternidade
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