Giorno per giorno – 13 Ottobre 2009

Carissimi,

“Voi farisei pulite l’esterno del bicchiere e del piatto, ma il vostro interno è pieno di avidità e di cattiveria. Stolti! Colui che ha fatto l’esterno non ha forse fatto anche l’interno? Date piuttosto in elemosina quello che c’è dentro, ed ecco, per voi tutto sarà puro” (Lc 11, 39-41). Gesù non doveva avercela con i farisei tanto quanto Luca con la sua comunità, a vedere gli atteggiamenti che vi prendevano piede. E con quelle del tempo a venire (quindi anche la nostra), per i cedimenti che, quasi inevitabilmente, le avrebbero caratterizzate. Il fariseo aveva invitato a pranzo Gesù. E invitare a pranzo non è una cosa qualunque, né si fa con chiunque. Il suo significato va sempre oltre il semplice “mangiare insieme”. Indica un’approssimazione, l’inizio di un’intimità, la condivisione, un dono, la comunione. E il pasto sacro, per noi il banchetto eucaristico, è affermare che tutto questo ha a che fare niente meno che con Dio, con il suo significato. Stamattina c’era anche Dayane a leggere con noi il Vangelo ed è stata lei a suggerire che Gesù non si sia lavato le mani appositamente, trasgredendo così una norma religiosa, non per il piacere di trasgredirla, ma per dichiararsi solidale con i peccatori. Con quanti non sono mai all’altezza e si riconoscono tali. La chiesa dovrebbe essere la riunione di costoro, non per l’accondiscendenza ad un qualche peccato, ma per il fatto di sentirsi sempre infinitamente lontani dalla maniera d’essere di Dio, che non giudica e non condanna, ma dona, ama e perdona. Anzi, a rigore, non perdona. Perché chi ama davvero non ha bisogno di perdonare. Incoraggia, aiuta e accompagna. Sempre che glielo si lasci fare. Sì, è severo Gesù con il fariseo che è in noi, quando facciamo del sacramento dell’amore (e della vita a cui esso sempre rimanda) l’occasione di manifestare “avidità e cattiveria”, invece che un’accogliente e generosa condivisione.         

 

Oggi è memoria di Madeleine Delbrêl, appassionata di Dio e della gente ordinaria.

 

13 M. DELBREL.jpgMadeleine era nata il 24 ottobre 1904 a Mussidan (Dordogne – Francia). Ancora giovane si convertì dall’ateismo al cristianesimo. Assieme ad altre donne, trovò tra i comunisti di Parigi la possibilità di vivere una vita autentica di comunità cristiana, senz’altro scopo che quello di farsi “prossimo dei suoi prossimi” in una disponibilità incondizionata all’evangelo. Fu una vera umanista che amò Dio intensamente, incontrandolo in tutte le cose ordinarie della vita. Scrisse: “Ci sono persone che Dio chiama e mette da parte in conventi o monasteri. Ve ne sono altre che Dio chiama e le lascia nella società, quelle che Dio non ritira dal mondo. Queste sono le persone che hanno un lavoro ordinario, un matrimonio ordinario o un celibato ordinario. Persone che hanno malattie ordinarie e sofferenze ordinarie. Che vivono in case ordinarie e vestono abiti ordinari. Le persone che noi incontriamo in qualunque strada ordinaria…” “Noi, le persone ordinarie delle strade, crediamo con tutte le nostre forze che questa via, che questo mondo in cui Dio ci ha posto è per noi il luogo della nostra santità”.  “Noi incontriamo Dio in tutti i “piccoli” che soffrono nel loro corpo, che sono disgustati, angosciati, che hanno bisogno di qualcosa. Noi incontriamo Cristo respinto in innumerevoli atti di egoismo. Come potremmo prenderci gioco di questa gente o odiare questa moltitudine di peccatori, di cui noi facciamo parte?”.  Madeleine visse in pieno il travaglio della Chiesa pre-conciliare di reinventare l’esistenza cristiana nel  mutato contesto storico e culturale. Conobbe, com’è inevitabile, incomprensioni, isolamento, ostilità, nei suoi fratelli di chiesa. Ma trovò anche chi la sostenne e l’appoggiò (tra questi il card. Montini). Alla convocazione del Concilio Vaticano II, volle vedere in esso il sorgere di una nuova primavera dello Spirito, a cui aveva dedicato la vita. Madeleine morì improvvisamente, il 13 ottobre 1964, nel suo pieno vigore.

 

I testi che la liturgia odierna propone alla nostra riflessione sono tratti da:

Lettera ai Romani, cap.1, 16-25; Salmo 19A; Vangelo di Luca, cap.11, 37-41.

 

La preghiera del martedì è in comunione con le religioni tradizionali del Continente africano.

 

È tutto per stasera. Noi ci si congeda qui, lasciandovi alla lettura di un testo di Madeleine Delbrêl, tratto da “Il piccolo monaco” (Gribaudi), che vi proponiamo come nostro

 

PENSIERO DEL GIORNO

Inizia un altro giorno. // Gesù vuol viverlo in me. Lui non si è isolato. / Ha camminato in mezzo agli uomini. / Con me cammina tra gli uomini d’oggi. // Incontrerà / ciascuno di quelli che entreranno nella mia casa, / ciascuno di quelli che incrocerò per la strada, / altri ricchi come quelli del suo tempo, altri poveri, / altri eruditi e altri ignoranti, / altri bimbi e altri vegliardi, / altri santi e altri peccatori, / altri sani e altri infermi. / Tutti saranno quelli che egli è venuto a cercare. / Ciascuno, colui che è venuto a salvare. / A coloro che mi parleranno, egli avrà qualche cosa / da dire. / A coloro che verranno meno, egli avrà qualche cosa / da dare. / Ciascuno esisterà per lui come se fosse il solo. / Nel rumore egli avrà il suo silenzio da vivere. / Nel tumulto, la sua pace da portare. / Gesù, in tutto, non ha cessato di essere il Figlio. / Vuole in me rimanere legato al Padre. / Dolcemente legato, / ogni secondo, / sospeso su ciascun secondo, / come un sughero sull’acqua. / Dolce come un agnello / di fronte a ogni volontà del Padre. / Tutto sarà permesso in questo giorno che viene, / tutto sarà permesso ed esigerà che io dica il mio sì. / Il mondo dove Lui mi lascia per esservi con me / non può impedirmi di essere con Dio; / come un bimbo portato sulle braccia della madre  / non è meno con lei  / per il fatto che lei cammina tra la folla. // Gesù, dappertutto, non ha cessato d’essere inviato. / Noi non possiamo esimerci d’essere, / in ogni istante, / gl’inviati di Dio nel mondo. / Gesù in noi, non cessa di essere inviato, / durante questo giorno che inizia, / a tutta l’umanità, del nostro tempo, di ogni tempo, / della mia città e del mondo. // Attraverso i fratelli più vicini ch’egli ci farà / servire amare salvare, / le onde della sua carità giungeranno / sino in capo al mondo, / andranno sino alla fine dei tempi. // Benedetto questo nuovo giorno che è Natale / per la terra, / poiché in me Gesù vuole viverlo ancora. // (Madeleine Delbrêl, Il piccolo monaco).

 

Ricevete l’abbraccio dei vostri fratelli e sorelle della Comunità del bairro.

Giorno per giorno – 13 Ottobre 2009ultima modifica: 2009-10-13T23:18:00+02:00da fraternidade
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