Giorno per giorno – 28 Giugno 2009

Carissimi,

“Essendo giunto Gesù nella regione di Cesarèa di Filippo, domandò ai suoi discepoli: La gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo?” (Mt 16, 13). L’avesse chiesto a noi, stamattina, nella chiesetta dell’Aparecida, in tutto una ventina di persone, tra adulti e ragazzini, giunti alla spicciolata, senza saper più bene quel’era l’orario dell’Eucaristia, dato che da sempre è piuttosto elastico, ma del resto è bene così, perché almeno si chiacchiera un po’ e ci si scambia le ultime notizie. Beh, l’avesse chiesto a noi, la risposta, pur non verbalizzata, è che noi si era lì. E forse doveva chiederlo a chi non si è fatto vedere: chi sono io per te? O, forse, e meglio ancora, chi sono i tuoi fratelli e le tue sorelle per te? Niente? Perché ciò che sono loro, è ciò che sono io. E se i tuoi fratelli non valgono una mezz’ora del tuo tempo, neppure io la valgo. Se Gesù è una mia passione solitaria, non è Gesù, è solo un insulso miraggio. Lui è nei volti e nelle membra dei miei fratelli e sorelle o non è. Semplicemente. Dunque noi, siamo giunti lì, in chiesa, e si era all’inizio proprio pochini e dona Nady cominciava già a deprimersi e a chiedersi cosa c’è che non va. E, invece, poco a poco, sono arrivate gli altri. Mica tutti, alcuni si erano giustificati in precedenza, chi sarebbe andato in pellegrinaggio a Trindade, chi era a lavorare, chi fuori città. Altri, vallo a sapere. Certo, se e quando ci si dimentica, non è un buon segno. È come dimenticarsi di andare all’appuntamento con la fidanzata. Forse è arrivato il momento di cercarsene un’altra. Il prete era frei Marcos. Non sappiamo se si aspettava più gente o se gli andava bene così. La gente quasi non gli parla, sarà che ne ha soggezione: con la sua lunga barba bianca e i capelli sciolti sulle spalle sembra un Gesù che è arrivato sorprendentemente all’età della pensione. O, forse, l’ultimo degli apostoli. Quello di cui Pietro chiedeva a Gesù: ma lui non muore? E Gesù a lui: a te che te ne importa? Comunque il frei ha fatto le sue cose per benino. Ci ha dato l’assoluzione anticipata di tutti i peccati che da lì a poco avremmo commesso, inclusi gli errori nelle letture, le stecche nei canti, che per una volta cantavamo a cappella (il che, per i profani, significa senza accompagnamento musicale), le inevitabili distrazioni, o che altro. Poi, dopo il Vangelo, dona Nady ci fa: ora possiamo come sempre mettere in comune ciò che queste letture vogliono dire per noi oggi. E ha cominciato lei, dicendo di Pietro che, dopo Gesù che è la pietra angolare, è la pietra più importante e dopo vengono le pietrine che siamo noi. Adriana ha detto poi qualcosa che non c’entrava molto, ma, appunto era la sua pietrina. E dona Iraní dice con la voce che le trema:  Pietro per noi è dona Nady, che se non ci fosse lei non ci sarebbe neppure la comunità. E a dona Nady, che ha scosso la testa in segno di diniego, devono però essere passate tutte le depressioni possibili per un po’ di tempo. Un altro fa: se Gesù fosse qui, come di fatto è, cambierebbe a tutti il nome, tu, dona Nady, sei Pietro, ma anche tu, dona Joaquina, dona Iraní, dona Luiza, dona Benedita, Adriana, Erci,  e via, via, tutte gli altri, le altre. Tutti Pietro, anzi, tutte pietre di una chiesa che non potrà essere distrutta da nessuno. Certo, più le donne che gli uomini, perché loro da sempre sanno cosa significa confessare che Gesù è il Messia, la verità di Dio, che noi si è scelta come verità della nostra vita: dare vita a, crescerla, alimentarla, prendersi cura e, quando necessario, dare la vita per. Giorno per giorno, ogni volta un po’ di più. Per un numero più grande di persone. Dimenticandosi di sé. E dona Benedita, che è piccolina, ma proprio piccolina, ed è un’amore di donna, si commuove, sorride e le esce pure una lacrimuccia dagli occhi. Cosa non passa nella vita, dona Benedita! 

 

La festa degli Apostoli Pietro e Paolo, qui in Brasile, è spostata a questa domenica. Perciò i testi che la liturgia propone alla nostra riflessione sono propri di tale festività e sono tratti da:

Atti degli Apostoli, cap. 12, 1-11; Salmo 34; 2ª Lettera a Timoteo, cap.4, 6-8. 17-18; Vangelo di Matteo, cap. 16, 13-19.

 

La preghiera della Domenica è in comunione con tutte le comunità e chiese cristiane.  

 

Il calendario porta oggi la memoria di un Padre della Chiesa, Ireneo di Lione, pastore e martire.

 

28 IRENEO.jpgIreneo nacque a Smirne (nell’attuale Turchia), nell’anno 130 circa, e fu discepolo di san Policarpo, che aveva conosciuto personalmente l’apostolo Giovanni e altri testimoni oculari di Gesù. Missionario in Gallia, fu fatto vescovo della comunità cristiana di Lione e divenne il più importante tra gli scrittori cristiani del II secolo. Fu il primo che cercò di fare una sintesi del pensiero cristiano. Si schierò risolutamente a favore della preservazione della pace e dell’unita della Chiesa, mettendo in guardia contro i pericoli della gnosi. Uomo equilibrato e capace di discernimento seppe consigliare il papa Vittore ad evitare ogni atteggiamento men che rispettoso nei confronti delle chiese orientali in un momento di crisi e tensione. Sua è la celebre affermazione che “la gloria di Dio è l’uomo vivente, e la vita dell’uomo è la manifestazione di Dio”. Ireneo morì probabilmente martire durante la persecuzione di Settimio Severo nell’anno 202.

 

Continuano i disordini nel mondo: in Iran, con le proteste soffocate nel sangue, e, ora in Honduras, con il golpe in atto per defenestrare il presidente Zelaya. C’è di che pregare.  In Italia… a noi ci verrebbe da dire qualcosa sulla lettera che una deputata del vostro Parlamento, consorte di un già maestro della loggia massonica P2 (tessera n. E.19.77), scrive sul giornale di proprietà del marito, in difesa di un apprendista muratore della stessa loggia P2 (tessera n.1816), oggi di professione premier. Attaccando velenosamente la consorte di quest’ultimo. Che, per gli argomenti addotti, ci pare decisamente la cosa più sconcia di tutta questa vicenda già sconcia. Ma non ne parleremo.

 

Noi ci si congeda qui, offrendovi in lettura un testo di Ireneo di Lione, che ci porta in più spirabil aere. Ed è il nostro

 

PENSIERO DEL GIORNO

Senza lo Spirito Santo non si può vedere il Verbo di Dio e senza il Figlio nessuno può accostarsi al Padre, perché il Figlio è la conoscenza del Padre e la conoscenza del Figlio avviene tramite lo Spirito Santo. Ma il Figlio, secondo la benevolenza del Padre, dispensa come ministro lo Spirito a chi vuole e come il Padre vuole. Lo Spirito chiama il Padre Altissimo, Onnipotente, e Signore degli eserciti per insegnarci che tale è Dio, cioè creatore del cielo della terra e di tutto l’universo, creatore degli angeli e degli uomini, Signore di tutti. Per mezzo di lui tutto esiste ed è mantenuto in vita; egli è misericordioso, compassionevole, pieno di tenerezza, buono, giusto, Dio di tutti, dei Giudei, dei pagani e dei credenti. Di questi è Padre, perché alla fine dei tempi ha aperto il testamento dell’adozione filiale; dei Giudei invece è Signore e legislatore, perché quando nei tempi intermedi quegli uomini dimenticarono Dio allontanandosi e ribellandosi a lui, li ricondusse all’obbedienza mediante la legge, affinché imparassero che avevano un Signore che è creatore; a lui che dona il soffio vitale dobbiamo prestare culto giorno e notte; dei pagani poi è creatore e signore onnipotente. Gli apostoli, con la potenza dello Spirito Santo mandati per tutta la terra, realizzarono la chiamata dei pagani additando agli uomini la via di Dio per stornarli dagli idoli, dalla fornicazione e dall’avarizia. Purificarono le loro anime e i loro corpi col battesimo d’acqua e di Spirito Santo, distribuendo e somministrando ai credenti questo Spirito Santo, che avevano ricevuto dal Signore. Così istituirono e fondarono le chiese. Con la fede, la carità e la speranza gli apostoli attuarono la chiamata dei pagani, che già i profeti avevano preannunziata come loro rivolta secondo la misericordia di Dio; e gli apostoli  manifestarono questa chiamata con il loro ministero, accogliendoli nella promessa fatta ai patriarchi. (Ireneo di Lione, Esposizione della predicazione apostolica).

 

Ricevete l’abbraccio dei vostri fratelli e sorelle della Comunità del bairro.

 

Giorno per giorno – 28 Giugno 2009ultima modifica: 2009-06-28T23:53:00+02:00da fraternidade
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