Giorno per giorno – 08 Giugno 2009

Carissimi,
“Vedendo le folle, Gesù salì sulla montagna e, messosi a sedere, gli si avvicinarono i suoi discepoli. Prendendo allora la parola, li ammaestrava dicendo: Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli” (Mt 5, 1-3). Il regno dei cieli è quando Dio regna sulla terra. Il che, considerata la notoria laicità di Dio, non ha evidentemente niente a che vedere con i regimi teocratici o clericali. Dio regna quando sono serviti i poveri. Dato che Lui si destina loro. Come faceva Gesù, che per questo, è l’incarnazione delle nuove relazioni del Regno. E per sapere a che punto siamo, Gesù ci fornisce una serie di parametri: gli afflitti vengono consolati; i mansueti ricevono la terra da coltivare e perciò le risorse per vivere; quelli che lottano per la giustizia sono finalmente sazi e beati; la misericordia detta legge tra gli umani; la purezza di cuore ci fa vedere Dio in tutto, perché guardiamo tutto con gli occhi di Dio; quanti costruiscono la pace vengono chiamati “figli di Dio” e non più utili idioti o pericolosi comunisti. Cioè, esattamente il contrario di quanto accade oggi, salvo in piccoli ambienti, o su piccola scala. Ma Lui non demorde.

Il nostro Calendario ecumenico ci porta oggi le memoria di Matta el Meskin (Matteo il Povero), monaco copto e maestro spirituale, di August Hermann Francke, teologo, pedagogo e filantropo pietista, e quella di Mohammed, profeta dell’Islam.

08 MATTA EL MESKIN.jpgJussef Scandar era nato a Benha, el Kaliobia (Egitto), nel 1919. Laureatosi brillantemente in farmacia all’Università del Cairo, aveva intrapreso con successo la professione, garantendosi uno stile di vita ricco e invidiabile. Ma, a 29 anni, sentendo la chiamata del Signore che gli chiedeva tutto, lasciò ogni cosa ed entrò in uno dei monasteri più poveri dell’Egitto, Deir Amba Samuil, a Qualmun, dove vivevano ormai solo pochi monaci vecchi e malati. Fu allora che prese il nome di Matta el Meskin. Alla fine degli anni cinquanta, decise di compiere una scelta ancor più radicale, optando per la vita eremitica, nel deserto di Wadi El Rayan, dove, qualche anno più tardi cominciarono a raccogliersi attorno a lui giovani monaci desiderosi di vivere come lui la radicalità dell’evangelo. Nel 1969 la piccola comunità rispose positivamente all’invito del papa Cirillo VI che la voleva nel deserto di Wadi El Natroun, per dare nuovo vigore all’antico monastero di San Macario, abitato da soli sei monaci. In pochi anni il centro spirituale avrebbe conosciuto una sorprendente rinascita spirituale e materiale, arrivando ad ospitare oggi oltre cento monaci e richiamando dai luoghi più disparati pellegrini alla ricerca dell’Assoluto. Matta el Meskin è morto come oggi, l’8 giugno del 2006.

08 Augusto Francke.jpgAugust Hermann Francke nacque a Lubecca (Germania) il 22 marzo 1663. Conseguito nel 1686 il dottorato in teologia all’università di Lipsia, vi divenne professore di ebraico due anni più tardi. Convertito assai presto alle idee di Philipp Jakob Spener, il fondatore del movimento pietista, creò, sull’esempio di quello, delle scuole per la spiegazione pratica e devozionale delle Sacre Scritture, aperte ai suoi concittadini. Osteggiato dall’ortodossia luterana, fu dimesso dall’insegnamento e esonerato dall’incarico di pastore. Accettò allora l’invito di Spener di insegnare lingue orientali nell’Università di Halle, e nel contempo assunse l’incarico di pastore in uno dei più miserabili sobborghi della città. L’impatto con la miseria del popolo, lo spinse a dedicare tutte le sue forze nella creazione di scuole per i figli dei mendicanti e diseredati, case di riposo per anziani e laboratori artigiani, seguiti da un orfanotrofio e infine dall’Istituto Biblico Canstein, dotato di una propria tipografia, che stampò e fece distribuire 80.000 Bibbie complete e 100.000 copie del Nuovo Testamento in soli sette anni. Nominato, nel 1715, pastore dell’importante chiesa di St. Ulrich e rettore dell’università di Halle, Francke morì l’8 giugno 1727. Le sue fondazioni, attive ancor oggi, furono decisive per lo sviluppo del missionariato luterano pietista del XVIII e XIX secolo.

08 Muhammad.jpgMohammed era nato alla Mecca verso il 570 d. C., figlio di Abdallah e di Amina. Rimasto orfano ancora bambino, fu accolto dal nonno paterno e in seguito adottato dallo zio Abd al-Muttalib, che lo introdusse nel mondo del commercio. Entrato al servizi della ricca vedova Khadija, accettò, successivamente, di sposarla. All’età di 35 anni, inquieto e insoddisfatto della vita che conduceva, Mohammed prese a rifugiarsi in una grotta del monte Hira vicino alla Mecca, dedicandosi alla meditazione. Dopo cinque anni di questa sua ricerca spirituale, la notte del 27 di Ramadan del 610 d.C. udì una voce che gli recitò e gli fece ripetere questa sura: “Leggi! In nome del tuo Signore che ha creato, ha creato l’uomo da un grumo di sangue. Leggi, ché il tuo Signore è il Generosissimo, Colui che ha insegnato mediante il càlamo, che ha insegnato all’uomo quello che non sapeva” (Corano, XCVI, 1-5). Con questa rivelazione (cui seguirono le altre che costituiranno l’insieme del Corano), iniziava la missione profetica di Mohammed, che fu vista da subito come una minaccia dal potere economico che dominava la società meccana del tempo e come tale avversata duramente. Vedendosi abbandonato dal suo stesso clan hascimita, Mohammed decise di fuggire con i suoi discepoli a Yatrib (la futura Medina). Era l’anno 622, che divenne così il primo anno dell’era egiriana (da Hejira = espatrio). Fu redatto un Patto che, sottoscritto da tutte i gruppi presenti in città, dava vita alla Umma, la comunità politica dei credenti. Dopo una serie di battaglie ad esiti alterni, Mohammed e le sue truppe entrarono nel 630 alla Mecca, ponendo fine ai culti idolatrici che vi erano praticati. Stabilitosi nuovamente a Medina, Mohammed moriva, l’8 giugno 632, poche settimane dopo aver compiuto il suo ultimo pellegrinaggio alla Mecca. Qui aveva pressantemente invitato gli oltre centomila pellegrini presenti a non dimenticare i princípi da lui predicati: l’uguaglianza tra i popoli e le razze di tutto il mondo, il rispetto reciproco tra uomini e donne, la sollecitudine nei confronti dei subalterni, la fraternità tra i credenti, la pratica dei cinque pilastri dell’Islam.

I testi che la liturgia odierna propone alla nostra riflessione sono tratti da:
2ª Lettera ai Corinzi, cap.1, 1-7; Salmo 34; Vangelo di Matteo, cap.5, 1-12.

La preghiera di questo lunedì è in comunione con i fedeli del Sangha buddhista.

Beh, è tardi e noi si viaggia un po’ sullo stanco. Non si può però tralasciare di menzionare almeno la Cresima ricevuta oggi da André, che uscirà domani dalla Chácara Paraíso, per cominciare una nuova vita. Di cui il sacramento è solo un segno, ma anche un valido aiuto. Noi lo affidiamo ovviamente alla vostra preghiera amica, perché lui sappia essere all’altezza della sfida. Per il resto, ci congediamo qui, lasciandovi alla lettura di un brano di Matta el Meskin, tratto dal suo “Consigli per la preghiera”(Qiqajon), che è per oggi il nostro

PENSIERO DEL GIORNO
Valuta bene l’importanza della preghiera e rifletti quanto sia opportuno che tu ti dedichi a questa disciplina con scrupolosità e perseveranza: essa ti mette in grado di ricevere lo Spirito santo. Se solo sapessi che è lo Spirito santo quello che infonde l’amore nel cuore, che insegna l’umiltà, che fa dono della pace del cuore, che rinsalda la tua fede in Dio e la tua speranza nella vita eterna, che illumina il tuo sguardo affinché tu possa discernere la verità e la volontà di Dio, che infiamma il cuore con lo spirito della preghiera, che ti incoraggia a restare vigilante con una forza e uno zelo che sorpassano le possibilità della carne! Allora ti renderesti conto del frutto prezioso che puoi raccogliere dalla preghiera. È questo il segreto nascosto dietro l’insistente invito di Gesù a pregare: il valore della preghiera consiste nell’acquisizione dello Spirito santo, senza il quale l’uomo non vale nulla. La preghiera quindi è la regola più importante nella vita spirituale, è il segreto per una crescita spirituale feconda ed è il coronamento di ogni sforzo nel cammino secondo Dio; attraverso la preghiera infatti l’uomo acquisisce lo Spirito santo che porta a perfezione la crescita spirituale di ciascuno. (Matta el Meskin, Consigli per la preghiera)

Ricevete l’abbraccio dei vostri fratelli e sorelle della Comunità del bairro.

Giorno per giorno – 08 Giugno 2009ultima modifica: 2009-06-08T23:53:00+02:00da fraternidade
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