Giorno per giorno – 08 Maggio 2009

Carissimi,
“Gli disse Tommaso: Signore, non sappiamo dove vai e come possiamo conoscere la via? Gli disse Gesù: Io sono la via, la verità e la vita” (Gv 14, 5-6). Gesù aveva appena detto: “Nella casa del Padre mio vi sono molti posti. Io vado a prepararvi un posto; quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, ritornerò e vi prenderò con me, perché siate anche voi dove sono io” (vv.2-3). Ora, Tommaso aveva molte buone ragioni per chiedergli di essere più chiaro. Già, dov’è che andava Lui, dov’è che si va noi? Cos’è la casa del Padre e le molte dimore che ci sono in essa? stamattina ha azzardato: la casa del Padre, forse, è qui, dove noi ci riuniamo per ascoltare il Figlio. Lei ha detto: il Vangelo. Ma è la stessa cosa. Chissà, forse è addirittura dentro ciascuno di noi, quando noi aderiamo a ciò che è il Figlio, che poi è ciò che Lui fa, cioè come, attraverso lo Spirito, il Padre agisce nelle nostre vite e nella storia: donare, donarsi. Questo è Gesù, il Regno, la casa del Padre. Ed anche la via, la verità, la vita. E, allora, è vero che il Padre ha tante case, quanti sono gli uomini e le donne di ogni tempo e luogo, eletti a figli e figlie. Per libero, sovrano, grazioso, decreto.

Oggi la comunità fa memoria di Giuliana di Norwich, eremita e contemplativa.

08 JULIANA_DE_NORWICH.JPGNata nel 1343 a Norwich, in Inghilterra, Giuliana aveva trent’anni, quando, durante il mese di maggio, una grave malattia la portò in punto di morte. Della sua vita, fino a quel momento, non sappiamo nulla. Sappiamo invece, perché lo raccontò lei stessa, che, dopo sette giorni, il 13 maggio 1373, ebbe una serie di sedici visioni in cui potè contemplare la passione di Cristo, ricavandone una grande sensazione di pace e di gioia. Divenuta eremita, prese a vivere in una piccola capanna nei pressi della chiesa di san Giuliano a Conisford, da cui prese il nome e dove dedicò il resto della vita a pregare e a riflettere sul significato di quelle visioni. Frutto di queste meditazioni fu il Libro delle Rivelazioni, steso in due redazioni differenti, una più breve, scritta a ridosso di quell’esperienza, e un’altra più lunga, su cui lavorò per circa vent’anni, ricca di riflessioni sul significato di quelle visioni. Giuliana è nota per la sua insistenza sul tema della “maternità” di Dio e per il suo ottimismo teologico, in forza del quale arrivò a scrivere: “Tutto sarà bene, e tutto sarà bene, e ogni sorta di azione sarà bene”. La sua teologia rivela una profonda consapevolezza che tutto l’essere dell’uomo riceve senso dal fatto di essere posto tra le mani amorose di Dio. Qualunque cosa accada. Giuliana morì probabilmente intorno al 1417. La Chiesa d’Inghilterra celebra la sua memoria in questo giorno.

I testi che la liturgia odierna propone alla nostra riflessione sono tratti da:
Atti degli Apostoli, cap.13, 26-33; Salmo 2; Vangelo di Giovanni, cap.14, 1-6.

La preghiera del Venerdì è in comunione con i fedeli dell’Umma islamica, che confessano l’unicità del Dio clemente e misericordioso.

Il nostro amico Pedro se l’è cavata con neanche un graffio, anche se se l’è vista piuttosto brutta, quando, questo pomeriggio, a un migliaio di chilometri da qui, svegliandosi all’improvviso da un colpo di sonno (durato non si sa bene quanto) si è accorto che il camion, abbandonato il lungo rettilineo asfaltato, stava letteralmente volando sopra una scarpata, abbattendo il recinto di un terreno, inoltrandosi in esso per alcune decine di metri, fino a fermarsi a poche centimetri da un palo dell’energia. E non era finita: il nostro ha dovuto infatti ingegnarsi da solo a trovare il modo di riportare il pesante automezzo in strada, dato che nessun umano appariva all’orizzonte. La cosa gli è comunque riuscita, per via delle buone scorte di acume, tenacia e forza che si è fatto nel tempo. Il giovanotto dovrà in ogni caso darsi una seria regolata quanto a ritmi di lavoro e di riposo. Con la vita, davvero, non si scherza.

C’entrerà anche niente, ma vale la pena di riportarlo, data l’attendibilità della fonte sul tema specifico. Intervistato dal Corriere, il deputato europeo (Pdl) Jas Gavronsky racconta di un incontro a pranzo con Giovanni Paolo II, nel 1991, in questi termini: “Rivalutò Jaruzelsky. Criticò Walesa, non l’eroe di Solidarnosc ma il leader politico modesto. Fece considerazioni positive sul comunismo, che badava ai poveri, e negative sul capitalismo. Il giorno dopo mi chiamò il segretario e mi pregò di non scrivere nulla”. Testuale. Potere e paure delle curie. E, in tema di papi, comincia oggi il viaggio di Benedetto XVI in Terra Santa. Noi si è pregato perché, in una congiuntura tutt’altro che favorevole, esso possa, nondimeno, sorprenderci, aiutando ogni sforzo diretto a promuovere l’apertura di un dialogo vero tra le parti, la rinuncia all’uso della forza, l’avvio di un processo di pace, che riconosca il diritto di tutti ad una terra e una patria, in rapporti di buon vicinato con gli antichi nemici.

Per stasera è tutto. Noi ci congediamo, offrendovi una testo di Giuliana di Norwich, tratta dal suo “Libro delle Rivelazioni”, che troviamo citato nelle “Confessioni estatiche” (Adelphi) di Martin Buber. E che è, per oggi, il nostro

PENSIERO DEL GIORNO
E in assoluta certezza vidi che per noi è più facile arrivare alla conoscenza di Dio che a quella della nostra anima. Poiché la nostra anima è così profondamente radicata in Dio e così infinitamente raccolta in lui che non possiamo arrivare a conoscerla se prima non abbiamo conoscenza di Dio, il quale ne è il Creatore e al quale essa appartiene. Vidi tuttavia che dobbiamo anelare, con saggezza e sincerità, alla conoscenza della nostra anima; per questo ci hanno insegnato a cercarla dove si trova, e cioè in Dio. E così, mediante la guida benigna dello spirito santo, li conosceremo entrambi nello stesso momento. E sia l’impulso a conoscere Dio sia quello a conoscere la nostra anima sono entrambi buoni e veri. Dio è molto più vicino a noi della nostra anima, perché lui ne è il fondamento… Giacché la nostra anima risiede in Dio in vero riposo, giacché la nostra anima riposa in Dio in forza salda, giacché la nostra anima è radicata in Dio in amore infinito. Quindi, se vogliamo avere conoscenza dell’anima nostra e stabilire con essa un intimo legame, sarà bene per noi cercarla in Dio nostro Signore, nel quale essa è racchiusa. […] Aprendomi gli occhi dello spirito, nostro Signore mi mostrò l’anima mia nel centro del mio cuore, e io vidi l’anima e la vidi così vasta come se fosse un mondo infinito e un regno benedetto. (Giuliana di Norwich, Libro delle Rivelazioni).

Ricevete l’abbraccio dei vostri fratelli e sorelle della Comunità del bairro.

Giorno per giorno – 08 Maggio 2009ultima modifica: 2009-05-08T23:10:00+02:00da fraternidade
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