Giorno per giorno – 16 Marzo 2009

Carissimi,
“All’udire queste cose, tutti nella sinagoga furono pieni di sdegno; si levarono, lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte sul quale la loro città era situata, per gettarlo giù dal precipizio. Ma egli, passando in mezzo a loro, se ne andò” (Lc 4, 24-30). Un po’ di ragione, forse, ce l’avevano. Gesù aveva appena finito di dirgli che Dio ama, come direste voi oggi?, gli extra-comunitari, sì, proprio loro. Da sempre, mica da ieri. E chi è Suo figlio non può certo fare diversamente. È chiaro che questo, per quella gente nella sinagoga, oggi diremmo in chiesa, aveva tutta l’aria di una provocazione. Dio, nella nostra logica, è infatti il contrario: il Dio-per-noi; il grande centro di approvvigionamento per l’io, individuale e collettivo. Per Gesù, invece, è il Dio-per-gli-altri. Quello che ci obbliga a distogliere lo sguardo dal nostro ombelico (famiglia, patria, religione, chiesa), da noi, troppo facilmente, identificato con il centro dell’universo, per portarlo sugli altri. Quelli che la logica del potere che regge il sistema-mondo (con le sue dependences anche nelle nostre chiese), suole contrapporre a, o separare ed escludere dallo spazio rigorosamente riservato per diritto divino (ma è il dio mammona, travestito da Gesù Cristo) alla fruizione delle benedizioni da parte di pochi (ovviamente noi). Beh, in questo consiste, la tentazione ricorrente, nelle chiese, di far fuori Gesù. A cui non può interessare di meno di come noi si celebrino le messe, si canti in chiesa, si recitino i rosari (anche se è desiderbile che lo si faccia il più possibile bene), mentre invece s’interessa di quanto in realtà abbiamo a cuore ciò che preoccupa Lui: gli orfani, le vedove, i lebbrosi, cioè, i poveri e gli esclusi del nostro tempo. E questo, confessiamolo, per molti di noi è noioso, pesante, intollerabile e persino demagogico.

Oggi il calendario ci porta la memoria di Jean de Brebeuf e compagni, martiri gesuiti nella terra degli Uroni.

16 debrebeuf_j.jpgJean nasce il 25 marzo 1593 a Conde-sur-Vire. Entrato nella Compagnia di Gesù, è ordinato sacerdote a ventinove anni e, tre anni più tardi, parte missionario per il Canada. Vive per alcuni mesi con la tribù degli Algonchini, apprendendone presto la lingua, al punto di poterne redigere un vocabolario e una grammatica. Nel 1626 si sposta nel territorio abitato dagli Uroni, nella cui lingua (oggi scomparsa) scrive un catechismo. Nel 1633, dopo un forzato ritorno in Francia di tutti i missionari durato quattro anni, è nuovamente al suo posto, tra coloro che sente come la sua gente. Cerca di integrare il Vangelo nella cultura amerinda, sforzandosi di intenderne la saggezza, la spiritualità e l’approccio al sacro. Nel 1637 registra i primi battesimi di adulti. Scrisse a quel tempo: “Dio ci ha dato il giorno per servire al prossimo e la notte per conversare con Lui”, e ancora: “Gesù Cristo è la nostra vera grandezza; è solo Lui e la sua croce che dobbiamo cercare correndo qui tra questa gente”. Negli anni successivi, a partire dal 1642, i missionari si trovano al centro degli scontri che oppongono gli Irochesi, appoggiati e armati dagli olandesi della Nuova Inghilterra, desiderosi di conquistare il monopolio del commercio delle pellicce, e gli Uroni, appoggiati dai francesi. Cadono i primi missionari gesuiti, laici e sacerdoti, che operano nella regione. Il 29 settembre 1642 muore René Goupil, in Quebec dal 1640; Isaac Jogues e Jean de Lalande vengono uccisi il 18 e il 19 ottobre del 1646; Antoine Daniel, il 4 luglio 1648 è crivellato con frecce e pallottole al termine dell’Eucaristia e il suo corpo è gettato nella cappella in fiamme. Il 16 marzo 1649 gli Irochesi aggrediscono la missione di padre Brebeuf. Lo catturano, lo legano ad un palo, e dopo averlo torturato per tre ore, lo uccidono. Il giorno dopo, viene ugualmente torturato e ucciso Gabriel Lalement, giunto in Québec il 1646. In dicembre moriranno Charles Garnier, missionario tra gli Uroni dal 1636, e Noël Chabanel, che lo aveva raggiunto nel 1643.

I testi che la liturgia odierna propone alla nostra riflessione sono tratti da:
2° Libro dei Re, cap.5, 1-15a; Salmo 42, 2.3; 43, 3.4; Vangelo di Luca, cap.4, 24-30.

La preghiera di questo lunedì è in comunione con le grandi religioni dell’India: Vishnuismo, Shivaismo, Shaktismo.

Come sarebbe stato, se Gesù invece che a Betlemme di Giuda, fosse nato (come di fatto nasce ovunque) tra gli Uroni, nella regione dei Grandi Laghi? Jean de Brebeuf ha provato a immaginarlo e poi di ridirlo, con le parole di un canto, nella loro lingua. Di esso, qui di seguito, benché non si sia proprio in tempo di Natale, vi proponiamo, nel congedarci, una traduzione della traduzione. Come nostro

PENSIERO DEL GIORNO
Fu durante un mese d’inverno / Quando tutti gli uccelli erano fuggiti, / Che il potente Gitchi Manitou/ Mandò in loro vece cori di angeli; / Davanti alla loro luce, le stelle impallidirono, / E cacciatori stupiti udirono il canto: // Gesù il vostro Re è nato, / Gesù è nato, / In excelsis gloria. // Dentro una capanna coperta di cortecce, / Trovarono il tenero bambino, / Un vestitino logoro di pelle di coniglio / Avvolgeva la sua bellezza tutt’intorno; / E quando i coraggiosi cacciatori si avvicinarono, / La canzone angelica risuonò alta e sonora: // Gesù il vostro Re è nato, / Gesù è nato, / In excelsis gloria. // La prima luna d’inverno / Non è così rotonda e bella / Com’era l’aureola luminosa / Su quel Bimbo indifeso. / I capi giunti da lontano gli si inginocchiarono davanti / Offrendo in dono pelli di volpe e di castoro // Gesù il vostro Re è nato, / Gesù è nato, / In excelsis gloria. // Oh, bambini della libera foresta, / O seme di Manitou, / Il santo Bambino della terra e del Cielo / È nato oggi per voi. / Venite a inginocchiarvi davanti al raggiante Bambino / che vi porta bellezza, pace e gioia // Gesù il vostro Re è nato, / Gesù è nato, / In excelsis gloria. // (Jean de Brebeuf, ’Twas in the moon of wintertime).

Ricevete l’abbraccio dei vostri fratelli e sorelle della Comunità del bairro.

Giorno per giorno – 16 Marzo 2009ultima modifica: 2009-03-16T23:19:00+01:00da fraternidade
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