Giorno per giorno – 08 Dicembre 2008

Carissimi,
“Non ci sembri inospitale il nostro tempo, né troppo debole la nostra voce: occorre alzare il tono anche quando sembra inascoltato, occorre aprire la strada anche se non sappiamo dove conduce. Accogliamo con gioia e stupore l’invito che ci viene offerto di essere, nell’oggi della storia, quel segno che testimonia la consolazione di un Dio che cammina con l’uomo e dona senso alla vita. Felice cammino d’Avvento e ci prenda per mano Maria per condurci sapientemente all’incontro col Figlio”. Sono gli auguri che ci invia oggi la nostra amica Carla, destinati, ovviamente, anche a tutti(e) voi. Oggi è una festa tutta dentro allo spirito dell’Avvento. È la festa di quando Dio ha inventato sua madre, o meglio, ha pensato a che tipo di madre dovesse avere suo Figlio. E per Lui, che ha una fantasia infinita, non doveva essere difficile. Oltre tutto quando aveva immaginato la prima delle donne era già stato in vista di qualcosa di simile: essere felice sì, nel mondo, con la sua altra metà, ma anche generare i (le) futuri(e) cittadini(e) del Regno o, per chi si ostinasse ad avere un’errata visione della monarchia divina (che è sempre e soltanto diakonia, cioè “servizio”, gratuito servizio), i(le) figli(e) di Dio riuniti(e) in repubblica. Ora, cos’è che doveva caratterizzare la sua futura madre, visto che dai tempi (e in forza) del peccato, ogni uomo ambisce ad essere padrone, e la donna per non essere da meno, sogna di essere signora, diva, stella, o anche solo (!) padrona come e più dell’uomo (e bisogna dire che ci riesce benissimo, basta guardare la presidente della vostra Confindustria)? Beh, un Dio servitore, il più grande in assoluto, perché infimo (sempre che crediamo davvero che Gesù Cristo ne sia l’immagine fedele), non poteva che desiderare per madre l’ultima, la più oscura, nascosta, sconosciuta, delle sue figlie. Che come vocazione avesse, in una rincorsa senza fine, quella di essere ancella, serva, schiava, del Dio che si rivela schiavo. Al servizio della vita degli altri, pronto, Lui, Dio, a dare la vita per la vita del mondo. Ora, una donna del genere, rappresenta la concezione più balzana e immacolata (senza alcuna traccia di volontà di potere) che Dio potesse concepire. Per questo si chiama “immacolata concezione”. E questa è anche la forma e la figura in cui Dio vorrebbe disegnata la sua Chiesa. E, se non fosse chieder troppo (come, invece, lo è!) è ciò che Lui si ostina a sognare che si diventi anche noi un giorno. Quando l’Avvento sarà finito. Perché il Regno sarà venuto.

Oggi è la Festa di Maria, amata da Dio. A gratis.

I testi che la liturgia odierna propone alla nostra riflessione sono propri della festa e sono tratti da:
Libro di Genesi cap.3, 9-15.20; Salmo 98; Lettera agli Efesini, cap.1, 3-6.11-12; Vangelo di Luca, cap.1, 26-38.

La preghiera di questo lunedì è in comunione con i fedeli del Sangha buddhista.

Il nostro calendario ci porta in questa data anche la memoria di Pavel Florenskij, martire della Russia ortodossa

08 florenski.jpgPavel Florenskij era nato nella famiglia di Alexander Iwanowitsch Florenskij e di Olga Florenskaja Saparowa, a Ewlach, nel governatorato di Elizavetpol (nell’attuale Azerbaigian), il 9 gennaio (21 gennaio del calendario gregoriano) 1882. Completata l´istruzione secondaria in Georgia, si iscrisse al Dipartimento di Fisica e Matematica dell’Università di Mosca, laureandosi nel 1904. A questo periodo risale anche la sua conversione al cristianesimo ortodosso. Nello stesso anno, Florenskij si iscrisse all’Accademia Teologica di Mosca, venendo a contatto con l’ uomo che avrebbe profondamente influenzato il suo atteggiamento verso il cristianesimo e la vita spirituale: l’anziano Isidoro Gruzinskij , un monaco assolutamente privo di paura, ma anche umilissimo, dolce, affettuoso, flessibile e innocente, come un bambino, capace di sopportare tutto. Nel 1908 ottenne un posto alla Facoltà di Storia della Filosofia dell’Accademia Teologica di Mosca. Dichiarava tuttavia: “Sono nauseato dalla cultura e dalla sofisticazione, voglio la semplicità” e accettava l’Ortodossia così com’era, condividendo la medesima, radicale fede delle masse. Nel 1911, un anno dopo il suo matrimonio con Anna Michajlovna Giacintova (da cui nasceranno cinque figli), Florenskij fu ordinato sacerdote, portando a termine in quegli anni la sua tesi di magistero “Sulla Verità spirituale“, che fu in seguito ampliata nel testo La colonna e fondamento della Verità, un opera in cui combinava la sua le sue conoscenze di teologia, patristica, matematica, scienze, medicina, storia, linguistica e arte. Il centro della sua vita, tuttavia era il suo sacerdozio attraverso cui riuscì a portare molti alla fede in Cristo. Quando l’Accademia Teologica di Mosca fu chiusa dalla Rivoluzione, Florenskij fu costretto a dedicarsi ad altro, mettendo a frutto le sue formidabili conoscenze scientifiche. Le autorità sovietiche avrebbero voluto che egli rinunciasse al suo sacerdozio. Ma inutilmente. Arrestato più volte, fu condannato nel 1933 a dieci anni di lavori forzati, soprattutto a causa della sua denuncia della politica ufficiale del Metropolita di Mosca, Sergio Starogorodsky. Fu inviato prima in Siberia e poi nelle isole Solovki, in un campo ancora peggiore, creato entro le mura di un antico complesso monastico, centro di spiritualità tra i maggiori dell’ortodossia russa. Fu fucilato la notte dell’8 dicembre nei pressi di Leningado con altri cinquecento detenuti, appena giunti dalle isole Solovki, dopo cinque giorni di viaggio nei vagoni della morte. Essendo morto per sostenere la propria Fede, Florenskij fu elencato tra i Nuovi Martiri e Confessori russi canonizzati nel 1982.

“Chi agisce con approssimazione si abitua anche a parlare con approssimazione, e il parlare grossolano, impreciso e sciatto coinvolge in questa indeterminatezza anche il pensiero […] Il pensiero è un dono di Dio ed esige che si abbia cura di sé. Essere precisi e chiari nei propri pensieri è il pegno della libertà spirituale”. Lo scriveva Pavel Florenskij in una delle sue lettere dal gulag staliniano. E siamo convinti che è un richiamo che vale anche per noi. C’è, poi, un altro brano che ha richiamato la nostra attenzione nella corrispondenza intrattenuta dal martire russo, raccolta nel libro dal titolo “Non dimenticatemi” (Mondadori), e che ci è parso potesse in qualche modo dire il senso che vuole avere il nostro far memoria di qualcuno(a) in questa nostra lettera quotidiana. Vedete un po’ voi se può essere vero. Noi ve l’offriamo, nel congedarci, come nostro

PENSIERO DEL GIORNO
Ho pensato più volte che gli attuali festeggiamenti degli anniversari di grandi uomini devono esercitare un’influenza culturale assai benefica, in quanto costringono la gente a imparare e conoscere almeno un po’ alcuni nomi, di cui, probabilmente, la maggior parte di essi non sospettava neanche l’esistenza. Certamente sarebbe bene che tali nomi fossero noti a tutti anche senza anniversari. Ma un anniversario offre un pretesto o un motivo felice per assestare un colpo culturale a un certo luogo della storia mondiale, e probabilmente un simile colpo non passa senza lasciare una traccia. Come vedi, cara mammina, resto fermo nella mia convinzione che non ci sia cultura laddove non esiste il ricordo del passato, la gratitudine verso il passato e la salvaguardia dei valori; resto fermo, cioè, nel concepire l’umanità come un insieme unico, non solo nello spazio, ma anche nel tempo. La cultura viva combina in sé tendenze che si oppongono e si sostengono: conservare ciò che è vecchio e creare ciò che è nuovo, il contatto con l’umanità e una grande flessibilità del proprio approccio alla vita. E solo in presenza di entrambe queste tendenze è possibile la percezione del nuovo e la benevolenza verso tutto ciò che la merita, sullo sfondo della cultura mondiale e non dal punto di vista di una comprensione casuale, provinciale e limitata. (Pavel Florensij, Non dimenticatemi).

Ricevete l’abbraccio dei vostri fratelli e sorelle della Comunità del bairro.

Giorno per giorno – 08 Dicembre 2008ultima modifica: 2008-12-08T23:34:00+01:00da fraternidade
Reposta per primo quest’articolo