Giorno per giorno – 24 Ottobre 2008

Carissimi,
Muito alegre eu te pedi o que era meu. Partir: um sonho tão normal”. Questo è il canto che i ragazzi della chácara di recupero – almeno quelli che ci sono adesso – chiedono ogni volta di cantare. Probabilmente perché ci si riconoscono. Le parole dicono: “Tutto allegro ti ho chiesto ciò che era mio. Partire: un sogno così normale. Ho dissipato i miei beni, ed anche il cuore. Alla fine, il mio mondo si rivelò irreale. Ma ho confidato nel tuo amore e sono tornato, sì, il mio posto è qui! Io ho speso i tuoi beni, o Padre, ed ora ti offro questo pianto nelle mie mani. Ho conosciuto mille amici: mi hanno detto addio. È scesa su di me la solitudine. Un padrone crudele mi ha portato a pensare: Mio padre non tratta così neppure un servo! Tu non mi hai lasciato parlare dell’ingratitudine; il male che avevo fatto è morto nel tuo abbraccio. Festa, veste nuova, l’anello, i sandali ai piedi. Sono tornato a vivere. Sono felice”. Noi, alla chácara ci siamo stati ieri pomeriggio e loro c’erano tutti: André, Guilherme, Bruno, Renato, Milson, Valdinei, e l’ultimo arrivato, Jurandir. Con il nuovo coordenatore, Vladimiro, che vi era già stato come ospite, un paio d’anni fa. Poi, oggi pomeriggio, la notizia inattesa che Valdinei, alla scadenza dei sei mesi di permanenza, ha scelto di andarsene. Speriamo non sia stato con lo spirito del Prodigo, ma solo per nostalgia di casa, della figlioletta, e per sentirsi già sufficientemente forte. Voi comunque, l’accompagnerete con la vostra preghiera, perché non cada.

“Sapete giudicare l’aspetto della terra e del cielo, come mai questo tempo non sapete giudicarlo?” (Lc 12, 56). Era il Vangelo di stamattina. Che ci è parso esprimesse l’ironia amara del Signore con la sua, come con ogni generazione. Già, il nostro mondo sa ormai tutto di tutto, meno che l’essenziale: discernere ciò che Lui si aspetta da noi in questo tempo. Come, per esempio, costruire ponti, generare comunione, creare lacci di solidarietà, in tempi di intolleranza, divisione, odio, inimicizia?

Oggi il nostro calendario ecumenico ci porta la memoria di Rabbi Levi Isacco di Berditschev, mistico ebreo.

1235405869.jpgRabbino e capo spirituale del Chassidismo, Levi Isacco è considerato il personaggio più popolare di questo movimento mistico ebraico, dopo Israel Baal Schem Tov. Nacque nel 1740, a Hoshakov, in Galizia (Polonia). Nel 1776 divennne discepoli di Dov Ber, il famoso Magghid (predicatore itinerante) di Mezeritch. Nominato rabbino di Zelechov, in Polonia, e più tardi di Pinsk, in Bielorussia, fu costretto a lsciare l’incarico per l’ostilità di queste comunità verso le sue concezioni chassidiche. Incontrò infine la sua comunità a Berditchev, dove restò dal 1785 fino alla sua morte, il 25 Tishri 5571 (23 ottobre 1810). In seno alla corrente chassidica, Levi Isacco rappresenta la figura dell’avvocato instancabile del popolo ebreo davanti al trono di Dio. “Tu esigi sempre qualcosa dal tuo popolo Israele – disse un giorno a Dio – perché dunque non l’aiuti nelle sue tribulazioni?”. Un sarto gli raccontò un giorno del modo con cui si era rivolto a Dio a Yom Kippur: “Certo, una volta o l’altra, mi succede di restare con il vestito che qualcuno ha lasciato nel mio laboratorio, o di non lavare le mani prima di mangiare, ma queste non sono mancanze così gravi. Tu, Signore, commetti colpe molto più riprovevoli: strappi bambini dal seno delle madri e madri dai loro bambini. Se tu mi perdoni, anch’io ti perdonerò”. Levi Isacco gli rispose: “Perchè sei stato così timido nel tuo discorso? Se solo avessi insistito un po’, Dio sarebbe stato costretto a perdonare a tutto il popolo d’Israele!”.

I testi che la liturgia odierna propone alla nostra riflessione sono tratti da:
Lettera agli Efesini, cap.4, 1-6; Salmo 24; Vangelo di Luca, cap.12, 54-59.

La preghiera del Venerdì è in comunione con i fedeli della Umma islamica che professano l’unicità del Dio clemente e misericordioso.

Comincia oggi, e durerà fino al 30 ottobre, la Settimana mondiale del Disarmo, decisa dall’ONU nel 1978, con la finalità di informare l’opinione pubblica sul pericolo della corsa agli armamenti, sulla necessità di por fine alla proliferazione nucleare, oltre che di stimolare una presa di coscienza circa l’importanza di procedere progressivamente a un disarmo generalizzato. Sarebbe bene che tutti ci si desse da fare. Anche con la preghiera.

794564201.jpgI tefillin (o filatteri) sono due piccoli astucci quadrati di cuoio, che gli ebrei allacciano al braccio sinistro e alla testa durante la preghiera del mattino. Contengono quattro brani della Torah (Es 13, 1-10; 13, 11-16; Dt 6, 4-9. 11; 6, 13-21). Secondo la tradizione, i tefillin non sono validi quando nel testo contenuto in essi vi è un errore. Ci è sembrato utile precisarlo, per chi non ne fosse al corrente, per intendere questo episodio de “I racconti dei chassidim” di Martin Buber, che ha per protagonista Rabbi Levi Isacco di Berditschev. Ve lo proponiamo, nel congedarci, come nostro

PENSIERO DEL GIORNO
Una volta, in mezzo a una preghiera, il Rabbi di Berditschev parlò a Dio: “Signore del mondo, tu devi perdonare a Israele i suoi peccati. Se tu lo fai, va bene. Ma se tu non lo fai, io dirò a tutto il mondo che vai con tefillin non validi. Quali sono le parole racchiuse nei tuoi tefillin? Sono parole di Davide, il tuo Unto: ‘E qual popolo è come il tuo popolo d’Israele, un popolo unico sulla terra?’. Ma se tu non perdoni a Israele i suoi peccati, allora esso non è più un popolo unico, menzognere sono le parole che portano i tuoi tefillin, non più validi i tuoi tefillin!”. Un’altra volta disse: “Signore del mondo, Israele è come i tefillin del tuo capo. Se a un semplice ebreo cadono per terra i tefillin, subito li solleva e li pulisce e li bacia. Dio, i tuoi tefillin sono caduti per terra!”. (Martin Buber, I racconti dei chassidim).

Anche noi capita che si cada. Che il buon Dio ci tratti allora come i suoi tefillin!

Ricevete l’abbraccio dei vostri fratelli e sorelle della Comunità del bairro.

Giorno per giorno – 24 Ottobre 2008ultima modifica: 2008-10-24T23:59:00+02:00da fraternidade
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