Giorno per giorno – 22 Ottobre 2008

Carissimi,
“Nel 1960 c’erano 80 milioni di esseri umani in tutto il mondo che soffrivano la fame. […] Sono passati 50 anni, la produttività fisica per ettaro è aumentata molto e la produzione totale è quadruplicata a livello mondiale. Ma le multinazionali hanno preso il controllo dell’agricoltura con le loro macchine, veleni e fertilizzanti chimici. Hanno guadagnato molto denaro e accumulato capitale, determinando una concentrazione e una centralizzazione delle imprese. Attualmente non più di 30 gruppi transnazionali controllano tutta la produzione e il commercio agricolo. Quali sono stati i risultati sociali? Gli esseri umani che soffrono la fame sono passati da 80 a 800 milioni”. È un articolo per l’agenzia Adital, scritto a quattro mani dal leader del MST, João Pedro Stedile e dal presidente della CPT, Dom Tomás Balduino, vescovo emerito di Goiàs, prendendo spunto dalla “Giornata Mondiale dell’Alimentazione”, che è celebrata ogni anno il 16 ottobre. “Qual è dunque l’amministratore fedele e saggio, che il Signore porrà a capo della sua servitù, per distribuire a tempo debito la razione di cibo?” (Lc 12, 42). È il Vangelo che si è letto stamattina. Sembra proprio che i responsabili dei popoli non siano amministratori secondo il cuore e il progetto di Dio. “Mia figlia Margherita con i suoi due anni è capace di sorprendermi per un candore che a me ogni volta commuove. L’altro giorno arriva a casa, come ogni mese, il resoconto di ‘Medici senza Frontiere’, di cui siamo sostenitori da anni; in copertina c’è una foto con un giovane medico che tiene in braccio un bambino. ‘Chi è questo?’ mi chiede Margherita additando il bimbo. ‘È un bambino un po’ malato’, le rispondo. ‘E questo è il suo papà?’ incalza lei. Nonostante la pelle del bambino sia senza dubbio molto molto scura e quella del giovane medico sia presumibilmente scandinava tanto è chiara, non mi sento di deluderla e riesco solo a dirle un ‘magari…’.”. Ce lo scriveva in questi giorni Piergiorgio che, con la moglie Angela, è tra gli amici della prima ora della nostra comunità. Ma che era un pezzo che non si faceva sentire. Sì, Margherita, con la sua sapenza e il suo candore, ha ragione, quel medico è il papà di quella bambina, ma anche di più, è lo stesso Gesù, o sua madre, suo fratello, sorella, figlio, è, ma bisogna dirlo solo sottovoce, lo stesso Dio. O comunque uno della sua razza, della sua famiglia. Perché, dice Gesù, “chi compie la volontà di Dio è mia madre, fratello, sorella” (Mc 3, 35). E la volontà di Dio è ciò che non fanno i responsabili delle nazioni: nutrire la gente. E fare ciò che faceva quel medico con quella bambina: prendersene cura.

Gli ebrei della dispora, due giorni dopo Sukkoth, celebrano Simchat Torah, cioè, la festa della Gioia della Legge. In questo giorno si chiude, per subito riaprirsi, il ciclo liturgico annuale della lettura del Pentateuco. La proclamazione dell’ultimo testo del Deuteronomio è perciò immediatamente seguita da quella del primo passo del libro della Genesi. A significare che la Parola ci accompagna sempre, come la più fedele delle innamorate. Il carattere della festa è davvero molto gioioso e nelle sinagoghe i sefarim, i rotoli di pergamena su cui è scritto a mano il testo della Torah, vengono estratti dall’Aron (l’Arca) e consegnati ai fedeli che, a turno, se li portano tra le braccia, cantando e danzando per sette volte intorno alla Tevah, la tribuna da cui viene letta la Parola.

Oggi si fa memoria memoria di Hadewijch di Anversa, mistica del Tredicesimo secolo.

584105228.jpgIl poco che si sa di lei, lo si deduce dai suoi scritti. Originaria della regione di Anversa, nelle Fiandre, Hadewijch visse nel Tredicesimo secolo e prese parte al movimento delle beghine, sorto in quegli anni e formato da donne che, rifiutando il matrimonio, vivevano lo spirito e la parola dell’Evangelo in libere comunità femminili, caratterizzate dalla semplicità di vita, la condivisione dei beni, il lavoro, la preghiera e la pratica delle opere di misericordia, senza tuttavia che ciò comportasse l’assunzione dei voti religiosi. Nella comunità di cui faceva parte, Hadewijch ricoprì probabilmente per un certo tempo funzioni di direzione spirituale, fino a quando, non ne sappiamo il motivo, se ne dovette allontanare. Questo non le impedì di mantenere i contatti con le antiche figlie spirituali, secondo quanto ci è testimoniato dalle numerose lettere a loro indirizzate. Di lei ci restano anche numerose poesie e descrizioni di visioni. In ogni suo testo risalta e si evidenzia la centralità dell’amore di Dio.

I testi che la liturgia odierna propone alla nostra riflessione sono tratti da:
Lettera agli Efesini, cap.3, 2-12; Salmo (Is 12, 2-6); Vangelo di Luca, cap.12, 39-48.

La preghiera del mercoledì è in comunione con quanti ricercano l’Assoluto della loro vita nella testimonianza per la pace, la fraternità e la giustizia.

Anche stasera è giunta l’ora di congedarci. Noi vi si lascia alla lettura di una lettera di Hadewijch, tratta da una sua colletanea che ha per titolo “Poesie Visioni Lettere” (Marietti). È per oggi il nostro

PENSIERO DEL GIORNO
Mia cara, io ti saluto con quell’amore che è Iddio, e con quello che sono io, ed è, anch’esso e in qualche modo, Iddio. E ti ringrazio per la misura in cui tu lo sei, e ti rimprovero nella misura in cui tu non lo sei. Mia cara, tutte le cose si voglion cercare con ciò che esse stesse sono: la forza con la forza, l’astuzia con l’astuzia, la ricchezza con la ricchezza, l’amore con l’amore, il tutto con il tutto, e, così, sempre, le simili con le simili: tanto basta, non altro. Amore è la cosa sola che può a noi bastare, e altra nessuna: lui ci tocca ognora con rinnovata violenza assaltare, con tutta la forza, con tutta l’astuzia, con tutta la ricchezza, con tutto l’amore, con tutto in uno, ed è questo godere l’amato. Ah mia dolce diletta, il nostro Amore non ti scordar di coltivare con opere nuove, e lascia che operi lui, quand’anche non dovessimo noi goderne con soddisfazione, esteriormente. Amore premia sempre, ancorché venga spesso tardi. Chi dona a lui tutto il suo, tutto lo possederà, in gioia o in dolore. (Hadewijch, Poesie Visioni Lettere).

Ricevete l’abbraccio dei vostri fratelli e sorelle della Comunità del bairro.

Giorno per giorno – 22 Ottobre 2008ultima modifica: 2008-10-22T23:44:00+02:00da fraternidade
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