Giorno per giorno – 16 Settembre 2008

Carissimi,
“Eu vejo uma pequena nuvem do tamanho da mão de um homem, ma este é o sinal que a tua chuva vai descer” dicono i versi della canzone ispirata all’episodio che, nella Bibbia, ha per protagonista Elia (1Re 18, 44). E noi era giorni che si scrutava inutilmente il cielo alla ricerca di una nuvola, piccola piccola, che fosse promessa di una pioggia imminente. Dato che, come si dice, non se ne poteva proprio più. E le nuvole, a dire il vero, sono apparse. Ma, di pioggia, niente di niente. Fino a che, stasera il buon Dio si è risolto a fare il suo regalo a Né che compiva gli anni giusto oggi. Come anche Maria Paula, che però è ancora troppo piccola per sapere cosa sia un compleanno. Fatto sta che, con accompagnamento di lampi e tuoni (croce di dona Dominga, che ne ha un aliquale terrore, e delizia per tutti noi), la pioggia ha fatto la sua prima comparsa. Niente di eccezionale, è chiaro, ma è quanto basta per offrirci un po’ di sollievo nella calura e speranza per le settimane a venire.
“Vedendola, il Signore ne ebbe compassione e le disse: “Non piangere!”. E accostatosi toccò la bara, mentre i portatori si fermarono. Poi disse: “Giovinetto, dico a te, alzati!” (Lc 7, 13-14). Eravamo in quindici stamattina ad ascoltare questo Vangelo e la stanzetta che Gerson ha destinato alla preghiera del mattino quasi non ci conteneva. Ma, di quindici, quando Adriana ha terminato di leggere il brano, non se ne trovava uno disposto a parlare per primo. Eppure, si trattava di una Buona Notizia tutto sommato facile da intendere: era l’annuncio della compassione di Dio. Solo che l’applicazione che di essa fa il racconto eccede la nostra capacità di comprensione. Vai a raccontare questo Vangelo a Genezy, che l’altro giorno protestava piangendo: voi non capite! E si riferiva al nipote ventenne morto annegato. No, non è un vangelo facile da capire. La morte. La morte così scontata e normale per noi “così razionali”, capace al massimo di suscitare la nostra rivolta se e quando arriva troppo presto (ed è quasi sempre troppo presto), per Dio è lo scandalo, l’ostacolo, il nemico, per eccellenza. Come può credibilmente dirci: “Io ti ho posto davanti la vita e la morte, la benedizione e la maledizione; scegli dunque la vita” (Dt 30, 19), se Lui non è capace di affermare per primo, di scegliere, perciò, le ragioni della vita, contro quelle della morte? No, non è un caso che Gesù pianga solo sulla morte, oggi di questo ragazzo, più tardi su quella dell’amico Lazzaro, infine su quella, solo prevista, degli abitanti della sua città. Non è il pianto solo di Gesù, è il pianto di Dio. Che non piange, dunque, sui piuttosto stupidi peccati degli uomini (che al massimo lo fanno sorridere sconsolato), ma sulla morte dei suoi figli e figlie. E la frase di Gesù a quel ragazzo: “Giovinetto, dico a te, alzati!” è l’unico modo che Dio ha di riscattarsi e di tornare ad essere credibile. Se no, è perduto. Noi che diciamo di credere in Lui, noi, suoi discepoli, siamo agenti di morte o di risurrezione? Di maledizione o di benedizione?

Il calendario, oggi, ci porta la memoria di due pastori e martiri, Cornelio, papa di Roma, e Cipriano, vescovo di Cartagine, e quella di Pavel Evdokimov, mistico e teologo ortodosso.

Presbitero romano, Cornelio, fu eletto papa nel 251. Durante il suo pontificato dovette occuparsi della situazione in cui si trovavano i cristiani che avevano apostatato durante la persecuzione. Nella Chiesa erano venute affermandosi due posizioni estreme: quella lassista di chi riteneva non doversi imporre nessun tipo di penitenza ai “lapsi” (i caduti) e quella intransigente di chi, come Novaziano (il primo antipapa della storia), sosteneva l’impossibilità del perdono. Cornelio dichiarò che la Chiesa può perdonare i caduti pentiti, può riammetterli ai sacramenti e reinserirli nella comunione piena, dopo opportune penitenze. Quando la persecuzione contro i cristiani ricominciò nel 253, sotto l’imperatore Gallieno, Cornelio fu esiliato a Centum Cellae (Civitavecchia), dove morì martire in seguito alle privazioni che dovette affrontare.

913636309.JPGCipriano nacque all’incirca nell’anno 200 in Africa del Nord. Avvocato famoso, divenne cristiano nel 246 e due anni più tardi fu scelto come vescovo di Cartagine. Per ciò che riguarda il problema dei “lapsi”, Cipriano assunse la stessa attitudine del vescovo di Roma. Durante la persecuzione di Valeriano, fu arrestato, processato e decapitato, il 14 settembre 258. Lasciò numerose lettere e trattati di teologia. Gli “atti” del suo martirio sono stati conservati fino ai nostri giorni.

1931586842.jpgPavel Nicolaievic Evdokimov, considerato uno dei maggiori maestri della teologia e della spiritualità ortodossa del sec.XX, nacque a San Pietroburgo (Russia) nel 1901. Suo padre morì assassinato quando Pavel aveva solo sei anni. Di famiglia aristocratica, allo scoppio della rivoluzione, si recò a Kiev, dove nel 1918 iniziò gli studi di teologia. Nel 1921, costretto all´esilio, si recò prima a Istanbul, dove si mantenne facendo il tassista, e, due anni più tardi, a Parigi, dove lavorando di notte come aiuto-cuoco, riuscì a portare a termine gli studi teologici, frequentando l´Istituto San Sergio, dove conobbe Serghei Bulgakov e Nicolai Berdiaev e dove, in seguito, insegnò teologia morale. Sposato nel 1927 a Natascia Brunel, ebbe da lei due figli. Durante la seconda guerra mondiale si prestò attivamente a salvare numerosi ebrei dalla deportazione nei campi di sterminio nazisti. Direttore del Centro di Studi Ortodossi di Parigi, promosse un’intensa attività ecumenica e, durante l’ultima sessione del Concilio Vaticano II, fu invitato a parteciparvi come osservatore dal Segretariato per l’Unità dei Cristiani. Morì a a Meudon, in Francia, il 16 settembre 1970.

I testi che la liturgia odierna propone alla nostra riflessione sono tratti da:
1ª Lettera ai Corinzi, cap.12, 12-14. 27-31a; Salmo 100; Vangelo di Luca, cap.7, 11-17.

La preghiera del martedì è in comunione con le religioni tradizionali africane.

Il fresco propiziatoci dalla pioggia promette di farci dormire meglio stanotte. Voi non ve ne avrete a male, se perciò ci congediamo qui e andiamo a verificare il realizzarsi delle promesse. Voi potete sempre consolarvi con questo bel testo di Pavel Evdokimov, tratto dal suo “Le età della vita spirituale” (Edizioni Dehoniane Bologna). Che è il nostro

PENSIERO DEL GIORNO
Documenti storici inconfutabili che provino anche soltanto l’esistenza storica di Gesù, senza parlare di quella celeste, mancano. E questo è bene, ed è forse la miglior prova di verità degli evangeli, perché Gesù non s’impone, non proclama direttamente mai la sua divinità ma domanda soltanto: “Lo credi tu?”. Non si rivolge mai alla ragione, non presenta né prove né argomentazioni, non domanda: “lo sai? sei convinto? sei vinto?”. I desideri di Dio convergono verso il cuore nel senso biblico e questo punto focale rovescia tutta la sapienza degli uomini. È qui che lo Spirito Santo erige la bilancia della giustizia e l’uomo, attento come Giobbe, pesa le prove e le evidenze, lascia cadere i fantasmi di dottrina e riceve le rivelazioni. È da questa profondità che sgorga la parola di san Paolo: “Nulla può separarci dall’amore di Cristo” (Rom 8, 35). Qui si verifica il famoso paradosso di Dostoevskij: “Se mi si propone come a+b che la verità non è dalla parte di Cristo, io resto con Cristo”. […] L’uomo è definito dal suo Eros: “dov’è il vostro tesoro, quivi è anche il vostro cuore”, dice l’evangelo. Se l’amore, a immagine di Dio, è la formula dell’uomo, è evidente che non si può amare veramente che ciò che è eterno; Dio e l’uomo sono correlativi, come il Padre e suo figlio. “L’abisso del cuore aspira all’abisso di Dio” (cf Sal 42, 8). Tu ci hai fatto per te, e il nostro cuore è inquieto finché non si riposi in te” (s. Agostino). “È in funzione del Cristo che è stato creato il cuore umano, scrigno immenso, abbastanza grande per contenere Dio stesso. Nulla può perciò saziarci quaggiù… L’anima umana ha sete d’infinito… ogni cosa è stata creata per il suo fine e il desiderio del cuore per slanciarsi verso Cristo” (Nicola Cabasilas). (Pavel Evdokimov, Le età della vita spirituale).

Ricevete l’abbraccio dei vostri fratelli e sorelle della Comunità del bairro.

Giorno per giorno – 16 Settembre 2008ultima modifica: 2008-09-16T23:51:00+02:00da fraternidade
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