Giorno per giorno – 17 Settembre 2008

Carissimi,
“Quando trasformo qualcosa che non sia Dio in un assoluto, cado nell’idolatria. Mi capita di sentire affermare: ‘teologia della liberazione o niente’. Personalmente non ho mai detto: se vuoi comprendere Cristo, leggi la teologia della liberazione’. Se, però, qualcuno mi chiede se sono convinto che la lettura della teologia della liberazione lo porti a capire qualcosa di importante del Cristianesimo, rispondo di sì. Può suonare provocatorio dirlo, ma anche la giustizia può diventare un idolo. Vedo poveri che sono maltrattati da persone che si credono più politicizzate di loro. Mi ha molto impressionato leggere una quindicina di anni fa questa frase scritta da Pascal: ‘L’abuso della verità è peggio della menzogna’. Una persona può possedere la verità e abusare di essa. La persona è sempre più importante”. Lo diceva tempo fa, in un’intervista Gustavo Gutiérrez, il padre della teologia della liberazione. Ne siamo convinti anche noi e cerchiamo di trarne tutte le conseguenze. Anche in questa campagna elettorale. Il rispetto per la persona dei poveri, in primo luogo. Oltre ogni difficoltà che alcuni (?) di essi possano manifestare nel sottrarsi alla logica che da troppo tempo governa qui, dalle nostre parti (ma non solo!), la scelta degli amministratori locali. Che andranno quasi sempre a dilapidare il patrimonio pubblico. La fiducia non si conquista a colpi di slogan, ma con la pazienza, il rispetto, la presenza umile, costante, capace di solidarietà vera, non finalizzata a. Il che può costare una certa fatica. Il Vangelo di oggi era quello di Gesù che paragona la sua (ma anche la nostra) generazione a quei bambini che in una piazza “gridano gli uni agli altri: Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato: vi abbiamo cantato un lamento e non avete pianto!” (Lc 7, 32). L’indifferenza e l’inazione sono la cifra del male in ogni tempo. E noi, che sia la voce austera di Giovanni a chiamare a conversione, o quella di Gesù che ci invita al banchetto e alla gioia del perdono, abbiamo sempre qualche sospetto di troppo, per muoverci e cambiare. “Ma alla sapienza è stata resa giustizia da tutti i suoi figli” (v.35). E noi, sottraendoci alla logica del mondo, sapremo dichiarare vera e giusta [per noi] la sapienza di Dio, la croce, che è stoltezza per il mondo?

Oggi noi si fa memoria di dom Gianfranco Masserdotti, pastore dei popoli senza voce e di Ildegarda di Bingen, mistica del XII secolo.

893951524.jpgGianfranco Masserdotti era nato a Brescia, il 13 settembre 1941. Entrato nell’istituto dei Missionari Comboniani, fu ordinato sacerdote il 26 marzo 1966. Conseguita la laurea in sociologia all’università di Trento, fu inviato missionario nel Nordest del Brasile, dove restò dal 1972 al 1979, quando fu richiamato a Roma per assumere l’incarico di Assistente generale della congregazione. Ritornato nel 1986, in Brasile, il 2 marzo 1996, fu consacrato vescovo coadiutore di Balsas (Maranhão), diocesi di cui divenne vescovo titolare due anni più tardi. All’interno della Conferenza Nazionale Episcopale del Brasile (CNBB) svolse la funzione di Presidente della CIMI (Conselho Indigenista Missionário) e di Vice-Presidente della Commissione Missionaria. Il 17 settembre 2006 morì vittima di un incidente stradale. È ricordato unanimemente come “religioso dalla grande sensibilità umana e spirituale, un missionario dedito totalmente alla causa dei poveri e un Vescovo illuminato e profondamente impegnato a preparare una Chiesa locale autosufficiente, significativamente presente sul territorio, dialogante con tutti, particolarmente attenta ai “più poveri e abbandonati” e missionaria, aperta a tutti i continenti”. Poche settimane prima, in occasione dei funerali di un altro grande della Chiesa brasiliana, Dom Luciano Mendes de Almeida, aveva detto: “La vera morte avviene quando riponiamo la nostra speranza e il senso della nostra vita nel possesso, nel potere, nel piacere senza limiti, quando chiudiamo il nostro cuore al prossimo e ci lasciamo trasportare dall’egoismo. La vera morte avviene quando ci lasciamo prendere dal timore di perdere la nostra vita a causa di Gesù e del Vangelo”.

1747052368.JPGIldegarda nacque nel 1098, ultima di dieci figli del nobile Ildelberto di Bermersheim e di sua moglie Matilda, nella provincia tedesca di Rheinhessen. Forse a causa della salute fragile, o per la precocità dell’intelligenza o, ancora per l’esperienza di involontarie visioni, la famiglia la inviò ancora bambina nel monastero benedettino di Disibodenberg, affidandola alle cure e all´educazione della monaca Jutta di Spanheim. Consacratasi giovanissima, all’età di trentotto anni fu eletta abbadessa. Studiò scienze e teologia e scrisse testi di medicina, biologia, cosmologia. Fu anche pittrice, compositrice, poetessa. Ebbe una serie di visioni e per dieci anni, tra il 1140 e il 1150, scrisse su di esse, illustrandole, fornendone l’interpretazione e commentandone il significato. Una commissione inviata dal papa Eugenio III per indagare su lei e la sua opera, dopo aver ascoltato l’opinione a lei favorevole di Bernardo di Chiaravalle, la considerò ortodossa e ritenne le visioni autentiche. Da parte sua, Ildegarda esortò il papa ad impegnare le sue forze ad una profonda riforma della Chiesa. Scrisse estesamente sull’esigenza della giustizia sociale e della liberazione degli oppressi. Sottolineò l’importanza di ricordare che ogni essere umano, creato a immagine di Dio, deve avere l’opportunità di usare e mettere a frutto i talenti ricevuti da Dio, realizzando in tal modo il progetto che lo stesso Dio ha per ciascuno di noi. Morì il 17 settembre 1179.

I testi che la liturgia odierna propone alla nostra riflessione sono tratti da:
1ª Lettera ai Corinzi, cap.12, 31 – 13, 13; Salmo 33; Vangelo di Luca, cap.7, 31-35.

La preghiera del mercoledì è in comunione con tutti gli operatori di pace, quale che ne sia il cammino spirituale o la filosofia di vita.

Uno degli ultimi documenti sottoscritti da dom Gianfranco Masserdotti è stato una Dichiarazione ecumenico, apparsa con il titolo “I poveri possederanno la terra” il 30 marzo 2006. Nel congedarci, ve ne proponiamo uno stralcio come nostro

PENSIERO DEL GIORNO
“I poveri sono i giudici della vita democratica di una nazione” e, perciò, sono anche l’espressione storica del giudizio di Dio su qualunque società umana. Il diritto delle persone, soprattutto dei più poveri, a una vita dignitosa è il vero bene supremo, a cui tutti gli altri diritti devono essere orientati e sottomessi, compreso il diritto alla proprietà privata della terra, che “non costituisce per alcuno un diritto incondizionato e assoluto” (Populorum progressio, n. 23). Sarà sempre un diritto connesso al bene maggiore e comune della vita. Ricordiamo le parole profetiche di Paolo VI, che riassumeva la dottrina sociale della tradizione della Chiesa, affermando che “il bene comune esige talvolta l’espropriazione, se certi possedimenti sono di ostacolo alla prosperità collettiva, per via della loro estensione, del loro sfruttamento esiguo o nullo, della miseria che ne deriva per le popolazioni, del danno considerevole arrecato agli interessi del paese” (Populorum progressio, n. 24). Davanti a ciò, sono moralmente inaccettabili la concentrazione della proprietà della terra e il controllo esclusivo dell’accesso agli alimenti da parte del mercato capitalista. L’uso della terra a fini speculativi è contrario al Vangelo e alla dottrina sociale della Chiesa e non può essere accettato dalla coscienza etica dell’umanità. Sono altresì moralmente inaccettabili tutte le forme di privatizzazione e commercializzazione dell’acqua, bene indispensabile per la vita. […] Perseguire il possesso e l’uso della terra e delle sue ricchezze, in vista del bene comune, e la lotta contro le diverse forme di concentrazione e di sfruttamento sono del tutto legittime e costituiscono un dovere per ogni persona cristiana. Sradicare la miseria e la fame è un imperativo etico. Esige una equa distribuzione dei benefici dell’uso delle risorse naturali e un medio ambiente salubre, propizio alla salute e al benessere di tutti. (“Os pobres possuirão a terra”, Pronunciamento de Bispos e Pastores Sinodais sobre a Terra, nn. 96-98).

Ricevete l’abbraccio dei vostri fratelli e sorelle della Comunità del bairro.

Giorno per giorno – 17 Settembre 2008ultima modifica: 2008-09-17T23:36:00+02:00da fraternidade
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