Giorno per giorno – 04 Marzo 2008

Carissimi,
“Si trovava là un uomo che da trentotto anni era malato. Gesù, vedendolo disteso e sapendo che da molto tempo stava così, gli disse: Vuoi guarire?” (Gv 5, 5-6). Già, e noi? Noi si vuole davvero guarire? Di Agostino si ricorda a volte, non senza un pizzico di ironia, la preghiera che confesserà di aver rivolto a Dio, poco più di adolescente: “Dammi, ti dissi, la castità e la continenza, ma non ora”, per timore che, esaudendomi presto, presto mi avresti guarito dalla malattia della concupiscenza, che preferivo saziare, anziché estinguere” (Confessioni, VIII, 17). Cioè, coraggiosi, sì, ma con prudenza. O, anche, avanti adagio, quasi in retromarcia. Quaresima è anche questo saper guardare alla nostra vita, coglierne errori, limiti, zone d’ombra, immobilismi, interrogarci sulla nostra reale volontà di essere curati. E poi dire a lui, nel caso: Signore, non c’è nessuno che mi aiuti. E vedere se Lui (ma chi è lui, dov’è lui, oggi, qui, per noi?) non ha per caso qualcosa da aggiungere. Valdeci stasera diceva che Gesù ci insegna come essere figli di Dio, nel senso che Lui frequenta sempre i luoghi degli esclusi, dei dimenticati, di quanti in diverso modo portano su di sé le ferite dalla vita. Per dirla col Vangelo di oggi: infermi, ciechi, zoppi e paralitici. E si accorge di loro. E fa qualcosa per loro. È vero, ma forse c’è di più. Applicato alla nostra vita, questo significa che sono proprio costoro, i figli crocifissi della Storia, che, assimilati a Cristo, guariscono le nostre malattie (“per le sue piaghe noi siamo stati guariti”, Is 53, 5), e curano le nostre paralisi, ci rialzano, ci spingono all’azione.

Negli ultimi tempi si è menzionato di rado il nostro amico pastore della Chiesa di Cristo di Goiás, Raimundo Aires Carneiro, il cui nome all’anagrafe è, per inciso, Raimundo Nonato (in omaggio a san Raimondo Nonnato, patrono, neanche a dirlo, delle ostetriche), anche se lui, scherzando, dice di preferire il nome di Raimundinho, per via della minuta costituzione fisica. Il moltiplicarsi dei viaggi e delle sue attività ministeriali, hanno di fatto ridotto le visite che ci si scambiava sovente, anche se noi si continua fedelmente, da ormai dieci anni, a partecipare al culto domenicale, come segno di amicizia fraterna, di comunione nella preghiera, di passione per la Parola. Oltre ogni differenza. La memoria di oggi è motivata proprio da questa amicizia. Ricordiamo infatti Alexander Campbell, co-fondatore del Movimento di Restaurazione. Tale movimento, sorto negli Stati Uniti, all’inizio dell’Ottocento, per iniziativa di alcuni pastori di diverse denominazioni cristiane, intese favorire, senza troppo successo, il ritorno a un’unica chiesa, sulle orme della primitiva comunità apostolica, e diede origine alle Chiese di Cristo e a quelle dei Discepoli di Cristo, dette anche semplicemente, Chiese cristiane.

1152376269.GIFAlexander Campbell era nato nella Contea di Antrim (Irlanda), il 12 settembre 1788. Il padre, Thomas, di origine scozzese, era pastore presbiteriano; la madre, Jane Corneigle, discendeva da una famiglia ugonotta, fuggita dalla Francia per sottrarsi alle persecuzioni. Nel 1809 Alexander, con la famiglia, raggiunse il padre che due anni prima si era trasferito in America, per svolgere colà il suo ministero. A partire da allora padre e figlio lavorarono assiduamente, combattendo il settarismo che allignava nelle chiese protestanti e sognando un esodo in massa di fedeli dalle diverse chiese evangeliche allo scopo di formare un solo corpo, la Chiesa del Nuovo Testamento, sulla base della verità della Bibbia come unica autorità in materia di fede e di pratica cristiana. Compagne fedeli e instancabili di questa sua ricerca furono le due mogli, Margaret Brown, che morì nel 1827, e Selina Bakewell, sposata nel 1828, che morirà nel 1897. Alexander Campbell morì il 4 marzo 1866 a Bethany, nel West Virginia.

I testi che la liturgia propone oggi alla nostra riflessione sono tratti da:
Profezia di Ezechiele, cap.47,1-9.12; Salmo 46; Vangelo di Giovanni, cap.5,1-16.

La preghiera del martedì è in comunione con le religioni tradizionali del Continente africano.

Per oggi è tutto. Stamattina è partito Gerson, che si è preso una settimana per far visita alla famiglia in Minas Gerais. Beh, senza l’accompagnamento della sua chitarra, non possiamo proprio dire di essere il massimo come corale. Ma dovrebbe essere solo per pochi giorni. Dopo di che il buon Dio potrà nuovamente sintonizzarsi con la comunità del bairro.

E ora respirate a fondo, riempitevi i polmoni, perché se no rischiate di perdervi a mezza strada. La citazione che vi regaliamo, tratta dalle memorie di Alexander Campbell appartiene, infatti, a un epoca in cui si abbondava di virgole e punti e virgola, ma si economizzava di punti. Forse anche per dire l’entusiasmo di una confessione di fede. Che noi vi si propone come nostro

PENSIERO DEL GIORNO
Quali che possano essere stati i nostri trascorsi, se, convinti dalla sua parola della nostra deplorevole cattiva condotta, noi, tornando a lui, confessiamo il nostro peccato, implorando sinceramente misericordia mediante il sacerdozio di Gesù, adottando con convinzione la sua Parola come norma della nostra pratica, e invocandolo continuamente, con la preghiera, di renderci capaci, per mezzo del suo Santo Spirito, di adempierla in tutte le circostanze, egli certamente perdonerà tutti i nostri peccati passati, ci darà il suo Santo Spirito, e con benevolenza perdonerà le nostre mancanze quotidiane. Noi procederemo allora, quotidianamente, in uno studio diligente della sua santa parola, sforzandoci di fare, ogni giorno, sempre meglio, non ponendo tuttavia in nessun caso il nostro sforzo a fondamento della nostra fiducia, ma sempre e soltanto la misericordia di Dio, attraverso la mediazione di Gesù Cristo, cercando senza sosta il suo perdono e il suo favore tramite il suo sangue; questa è, infatti, la vera religione, questo è il vero cristianesimo; ogni altra cosa, ogni cosa diversa da questa, ogni cosa in più o in meno di questa, è solo illusione. (Robert Richardson, Memoirs of Alexander Campbell).

Ricevete l’abbraccio dei vostri fratelli e sorelle della Comunità del bairro.

Giorno per giorno – 04 Marzo 2008ultima modifica: 2008-03-04T23:01:00+01:00da fraternidade
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