Giorno per giorno – 05 Marzo 2008

Carissimi,
“Giubilate, o cieli; rallegrati, o terra, gridate di gioia, o monti, perché il Signore consola il suo popolo e ha pietà dei suoi miseri. Sion ha detto: ‘Il Signore mi ha abbandonato, il Signore mi ha dimenticato’. Si dimentica forse una donna del suo bambino, così da non commuoversi per il figlio del suo grembo? Anche se vi fosse una donna che si dimenticasse, io invece non ti dimenticherò mai” (Is 49, 13-15). Dio è così. E Gesù che lo sa, di fatto non si dimentica, e risponde a chi lo critica di dimenticare la religione per fare il bene: Guardate che neanche mio Padre è poi così religioso come credete. Lui lavora sempre, anche di sabato. Che oggi per noi sarebbe come dire: guardate che Dio non va a messa la domenica. E se non ci va Lui, noi cosa ci andiamo a fare? A cantare l’Aida? Però Gesù lo diceva un po’ per provocare, perché poi Dio, a Lui, gli riesce sempre di fare due o tre cose nello stesso tempo (e persino di più), anche se ha, certo, la sua scala di priorità: in primo luogo dare la vita, poi alimentare, curare, proteggere, guarire, correre ad accogliere quelli che dalla vita si sono congedati, qualche volta riposare (magari poco e male), e ogni tanto, chissà?, fare una scappata in chiesa e nei vari templi sparsi per il mondo, per dare un contentino anche a quelli che pensano di trovarlo solo là. Esattamente come Gesù. O, nella prospettiva di questi, esattamente come suo Padre (Gv 5, 19). E noi, se si va in chiesa, ci si dovrebbe andare solo per imparare come lavora Dio. Se no, è tempo perso. E se riusciamo a impararlo almeno un po’, sarà come uscire dai nostri sepolcri per vivere già da ora una vita da risorti (Gv 5, 28-29).

I testi che la liturgia odierna propone alla nostra riflessione sono tratti da:
Profezia di Isaia, cap.49,8-15; Salmo 145; Vangelo di Giovanni, cap. 5,17-30.

La preghiera del mercoledì è in comunione con tutti gli operatori di pace, quale ne sia la religione, la cultura o la filosofia di vita.

Alcuni di voi conoscono la nostra sorella e amica irmã Veronica, che per molti anni si è occupata dell’accoglienza nel Centro diocesano, poi ha trascorso qualche anno nel Colegio Sant’Ana e, più recentemente, nell’Asilo, qui vicino a noi. Dall’anno scorso, per le malferme condizioni di salute, si è trasferita a Goiânia, nell’Externato São José. Domani entrerà in ospedale per una complessa operazione alla spina dorsale (ed è la terza a cui si sottopone negli ultimi anni). Noi vorremmo chiedervi di metterla nelle vostre preghiere. Lei lo merita. Come lo merita ogni persona che soffre. E pregare in una situazione del genere significa dire: basta. Significa cioè pensare come Dio, che ci libera da ogni male.

È tutto. Oggi non abbiamo particolari memorie da ricordare e siamo perciò più liberi nella scelta dei testi da proporvi. Scegliamo così di lasciarvi a una formulazione del Credo cristiano, che dobbiamo alla penna e al cuore del teologo Edward Schillebeeckx e che troviamo nel suo libro “Narrare il Vangelo” (Queriniana). È il nostro

PENSIERO DEL GIORNO
Credo in Dio, il Padre, l’onnipotenza dell’amore. / Egli è il creatore del cielo e della terra, / di tutto questo universo, / con tutti i suoi misteri; / di questa terra su cui viviamo, / e delle stelle verso cui viaggiamo. / Egli ci conosce dall’eternità, mai dimentica / che siamo fatti della polvere della terra / e che un giorno torneremo ad essa come polvere. // Credo in Gesù Cristo, / il figlio prediletto di Dio. / Per amore di noi tutti / ha voluto condividere con noi la nostra storia, la nostra esistenza. / Credo che Dio in modo umano / ha voluto anche essere Dio-con-noi. / Come uomo ha vissuto tra noi, / una luce nelle tenebre. / Ma le tenebre non lo hanno compreso. / Lo abbiamo inchiodato sulla croce. / È morto ed è stato sepolto. / Ha avuto fiducia nella parola ultima di Dio / ed è risorto una volta per sempre. / Ha detto che ci preparerà un posto / nella casa di suo Padre, dove ora vive. // Credo nello Spirito Santo, / che è Signore e dona la vita. / E nei profeti tra di noi / egli è linguaggio, forza e fuoco. / Credo che insieme siamo in cammino, / pellegrini chiamati e radunati / per diventare il popolo santo di Dio, / poiché professo la liberazione dal male / il compito della giustizia / e il coraggio dell’amore. // Credo nella vita eterna, / nell’amore che è più forte della morte, / in un cielo nuovo e una terra nuova. / Credo di poter sperare / in una vita con Dio e con gli altri / fino all’eternità: / gloria a Dio e pace agli uomini. (Edward Schillebeeckx, Narrare il Vangelo).

Ricevete l’abbraccio dei vostri fratelli e sorelle della Comunità del bairro.

Giorno per giorno – 05 Marzo 2008ultima modifica: 2008-03-05T23:03:00+01:00da fraternidade
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