Giorno per giorno – 31 Maggio 2022

Carissimi,
“Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino le sussultò nel grembo. Elisabetta fu piena di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che debbo che la madre del mio Signore venga a me?” (Lc 1, 41-43). Nella visita di Maria a Elisabetta si realizza l’incontro tra il Nuovo e l’Antico Testamento, dove la promessa al popolo di Dio trova il suo compimento e il futuro precursore, ancora in seno alla madre, esulta già di gioia per la presenza del suo Signore, avvertita nel saluto di Maria. Stasera, durante la condivisione della parola, ci dicevamo che in realtà Elisabetta è figura che trascende Israele e impersona l’attesa di tutti i popoli che, senza riuscire a raggiunerla, anelano alla pace-shalom del saluto di Maria, che ha preso vita nella concretezza della carne, come possibilità reale di un’umanità riconciliata secondo il piano di Dio. Ciò che è presente come desiderio, che il Sistema del dominio cerca in tutti i modi di soffocare, troverà il suo compimento nella storia per la forza dello Spirito, che, secondo le parole dello stesso Gesù, convincerà il mondo circa il suo peccato (cf Gv 15, 8) e, anche attraverso la testimonianza di quanti vivono la Buona Notizia del Regno, lo convertirà alla logica della fraternità e della pace, cantata da Maria nel suo Magnificat.

Oggi la Chiesa celebra la Festa di Maria, messaggera solidale e sovversiva dell’Evangelo del Regno.

È la festa dei poveri che cantano il manifesto-profezia della giovane ebrea, madre di Gesù: “L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato l’umiltà della sua serva. D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata. Grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente e Santo è il suo nome: Ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili; ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato i ricchi a mani vuote” (Lc 1, 46-53). Ogni volta che questo accade, che si sappia o no, che sia menzionato o no, possiamo giurarci (e non sembri irrispettoso): c’è il Suo zampino. Sul piano storico, una memoria della Visitazione ricorreva, fin dal VI secolo, nella Chiesa latina, la terza domenica di Avvento. I frati minori presero a celebrarla come festa nel 1263, per disposizione di san Bonaventura, allora Ministro generale dell’Ordine. Papa Urbano VI, nel 1389, la estese a tutta la Chiesa d’occidente, fissandone la celebrazione il 2 luglio, in modo da farla coincidere con l’ottava della nascita del Battista e la fine dei tre mesi del soggiorno di Maria presso la cugina (cf Lc 1, 56). La festività fu poi confermata dal sinodo di Basilea, nella sessione del 10 luglio 1441. Nel 1969, con la riforma del calendario cattolico, Paolo VI ne spostò la celebrazione al 31 maggio, tra la solennità dell’Annunciazione e la nascita del Battista. Anglicani, luterani e veterocattolici continuano a celebrarla il 2 luglio. Alcune Chiese ortodosse la celebrano invece, dal sec. XIX, il 30 marzo del calendario giuliano (12 aprile di quello gregoriano), sempre che non coincida con la Settimana Santa, nel qual caso è spostata al primo venerdì dopo Pasqua.

I testi che la liturgia della festività odierna propone alla nostra riflessione sono tratti da:
Lettera ai Romani, cap.12, 9-16b; Salmo (Isaia, 12, 2-6); Vangelo di Luca, cap.1, 39-56.

La preghiera del martedì è in comunione con le religioni tradizionali del Continente africano.

Oggi, ricordiamo i 70 anni di sacerdozio di Pedro Casaldáliga, che fece di essi, con tenace coerenza, annuncio, profezia, testimonianza della Buona Notizia del Regno. Scegliamo così di congedarci, cedendo a lui la parola con una poesia dal titolo “Io credo nella risurrezione”, pubblicata nella rivista Concilium 42[2006] dicembre. Ed è questo, per oggi, il nostro

PENSIERO DEL GIORNO
E saremo noi, per sempre, / come Tu sei quello che sei stato, nella nostra terra, / figlio di Maria e della Morte, / compagno di tutti i cammini. / Saremo ciò che siamo per sempre / ma gloriosamente restaurati, / come sono tue quelle cinque piaghe, / imperscrittibilmente gloriose. / Come Tu sei quello che sei stato, umano, fratello, / esattamente uguale a come moristi, / Gesù, lo stesso e il totalmente altro. Così saremo per sempre, esattamente, / quello che fummo e siamo e saremo, / completamente altri, ma anche così noi! (Pedro Casaldáliga, Io credo nella risurrezione, in Concilium, 42[2006] dicembre).

Ricevete l’abbraccio dei vostri fratelli e sorelle della Comunità del bairro.

Giorno per giorno – 31 Maggio 2022ultima modifica: 2022-05-31T22:17:16+02:00da fraternidade
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