Giorno per giorno – 07 Maggio 2022

Carissimi,
“Molti dei suoi discepoli, dopo aver ascoltato, dissero: Questo linguaggio è duro; chi può intenderlo? Disse allora Gesù ai Dodici: Volete andarvene anche voi? Gli rispose Simon Pietro: Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna e noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio” (Gv 6, 60. 67-69). Già, come credere e, prima ancora, come intendere il discorso di Gesù sulla necessità di mangiare la sua carne e bere il suo sangue per avere la vita eterna? Questa mancata comprensione (o forse proprio la comprensione, che si cerca di cacciare come un cattivo pensiero) è ciò che porta molti suoi discepoli ad allontanarsi da lui. Si capisce che c’è in gioco qualcosa di grosso, come il perdere la vita, sua nei nostri confronti, ma anche, nostra nei confronti degli altri, se decidiamo di restare alla sua sequela. E non è proprio il massimo che ci hanno insegnato come desiderabile. Così, spesso, si è portati al compromesso, si continua a stare in sua compagnia, ma ci si comporta censurando la sua verità (che è la nostra vocazione). Simon Pietro, in questo contesto, con l’impulsività che gli è propria, fa la sua confessione di fede, che gli fa riconoscere Gesù, come il Santo di Dio, il Messia, il Figlio del Dio vivente (cf Mt 16, 16), di cui non gli è ancora del tutto chiaro cosa significhi e cosa comporti, ma che sente come una presenza decisiva nella sua vita. Noi, dal canto nostro, dovremmo averlo già scoperto, se non altro, per tutte le volte che ce lo siamo ripetuto, ma l’idea di dio che ci portiamo dentro [nella forma del potere] continua ad avere la meglio e a determinare le nostre scelte e le nostre azioni, soffocando così l’Evangelo e svuotando la croce di Gesù. Che la sua compagnia giunga a convertirci nel tempo, come accadde con Pietro e i suoi amici!

Oggi il martirologio latinoamericano fa memoria di Elvira Hernández e Idalia López, catechiste e martiri in El Salvador.

Elvira e Idalia erano due ragazze della stessa età che abitavano in un quartiere della periferia povera di San Salvador, chiamato La Fosa. Entrambe facevano parte della locale comunità cristiana. Elvira, dopo aver fatto la prima comunione, si inserì in un gruppo di adolescenti fortemente motivati e interessati ai problemi della realtà sociale. A 13 anni fece il suo primo discorso in pubblico sul tema: “Alla scoperta dell’ideale cristiano”. Più tardi, entrò in un’organizzazione che operava tra gli abitanti delle zone maggiormente emarginate, come maniera concreta di promuovere solidarietà. Un giorno, mentre si stava preparando per una celebrazione, venne raggiunta da una raffica di mitra partita da un veicolo in corsa e cadde morta, assieme ad un altro compagno della comunità. Era il 18 aprile 1980. Aveva 14 anni. Idalia López, era nata in una famiglia molto povera. Prendendo parte alla vita della comunità aveva imparato che il Vangelo non è solo Parola, ma è anche Vita. A tredici anni, nel giorno della sua prima comunione, si impegnò pubblicamente a lavorare in favore della sua gente. Quando nella comunità maturò l’idea di costruire un centro di salute, Idalia decise di fare un corso di pronto soccorso per lavorarvi come infermiera. A quindici anni si integrò in un gruppo giovanile della parrocchia di San Francisco Mejicanos. Nello stesso tempo si preparò per diventare catechista. Gli amici dicono che Idalia si distingueva per la profondità della sua riflessione, oltre che per la sua dedizione e la sua solidarietà con i più poveri. Uscendo da una riunione, il 7 maggio 1984, Idalia fu aggredita dai componenti di una ronda della difesa civile, che la ferirono ad una gamba. Quando già era a terra, furono su di lei e le spararono un colpo di grazia al volto.

I testi che la liturgia odierna propone alla nostra riflessione sono tratti da:
Atti degli Apostoli, cap.9,31-42; Salmo 116, 12-17; Vangelo di Giovanni, cap.6, 60-69.

La preghiera del Sabato è in comunione con le comunità ebraiche della diaspora e di Eretz Israel.

Prendendo spunto dalla memoria odierna delle martiri salvadoregne, scegliamo di offrirvi, nel congedarci, una citazione di Ignacio Ellacuría, teologo e anch’egli martire della Chiesa del Salvador. Tratta dal suo libro “Conversione della Chiesa al Regno di Dio” (Queriniana), è, per oggi, il nostro

PENSIERO DEL GIORNO
La continua passione del popolo e il conseguente regno storico del peccato – contrapposto al Regno di Dio – non permettono di fare una lettura a-storica della morte e della risurrezione di Gesù. Il difetto fondamentale di una simile lettura consisterebbe nell’escludere dalla storia il Regno di Dio per relegarlo in una tappa al di là della storia, in modo da far risultare privo di senso il continuare la vita e la missione di Gesù annunciatore del Regno. D’altro canto, l’identificazione del Regno con la missione di Gesù lascerebbe incompiuto il messaggio di Gesù, che annunciava persecuzione e morte per coloro che avrebbero continuato la sua opera. Quando Paolo ricorda ciò che ancora manca alla passione di Cristo, respinge il concetto di una passione a-storica che passi sopra ciò che sa avvenendo sulla terra. È precisamente il regno del peccato, che continua a crocifiggere la maggior parte dell’umanità, ad obbligare alla storicizzazione della morte di Gesù come Pasqua storica del Regno di Dio. (Ignacio Ellacuría, Conversione della Chiesa al Regno di Dio).

Ricevete l’abbraccio dei vostri fratelli e sorelle della Comunità del bairro.

Giorno per giorno – 07 Maggio 2022ultima modifica: 2022-05-07T22:38:52+02:00da fraternidade
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