Giorno per giorno – 08 Maggio 2022

Carissimi,
“Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono. Io do loro la vita eterna e non andranno mai perdute e nessuno le rapirà dalla mia mano. Il Padre mio che me le ha date è più grande di tutti e nessuno può rapirle dalla mano del Padre mio. Io e il Padre siamo una cosa sola” (Gv 10, 27-30). C’è un criterio per sapere se noi apparteniamo al gregge di Gesù, egli stesso ce lo ha fornito nel vangelo di oggi. Padre Carlos, aprendo la sua omelia, ha richiamato i tre verbi usati da Gesù e ha chiesto a sé e a noi: possiamo davvero dire di ascoltare la sua voce con l’udito del cuore? Ci sentiamo raggiunti dal suo sguardo, che ci scruta amorevolmente, ci conosce in profondità e ci ama per quello che siamo? Ci disponiamo a seguirlo fiduciosamente, cercando di imitarlo, per quanto possibile, lungo la nostra giornata? Se sì, noi stiamo già sperimentando la vita eterna, che ci introduce nella relazione d’amore che regna nella Trinità, in cui il Padre si dona per intero al Figlio, in cui vede rispecchiata l’intera creazione (e ciacuno di noi in essa), e il Figlio, facendosene interprete e assimilandola a sé, si consegna di ritorno al Padre, in un processo che non ha mai fine, perdurando oltre la morte. Certo, tutto questo non può risolversi in una dimensione intimistica, ma deve trovare riscontro nella nostra pratica, come è dato di vedere nel Vangelo in relazione a Gesù, che operò sempre concretamente in favore della vita di tutti, a partire dai più poveri ed emarginati. Da agnelli che hanno imparato a seguire il Pastore, siamo allora chiamati anche noi a farci pastori gli uni degli altri (come è detto di Gesù nell’Apocalisse: “L’Agnello che sta in mezzo al trono sarà il loro pastore” Ap 7,17), prendendoci cura della vita, della dignità, della libertà, dei diritti, di quanti se ne vedono espropriati. Dobbiamo rendere vera per tutti loro la promessa di Gesù: Nessuno li rapirà dalla mano del Padre! Per quanto ci compete, ce ne faremo garanti.

I testi che la liturgia di questa 4ª Domenica di Pasqua propone alla nostra riflessione sono tratti da:
Atti degli Apostoli, cap.13, 14. 43-52; Salmo 100; Libro dell’Apocalisse, cap.7, 9. 14b-17; Vangelo di Giovanni, cap. 10, 27-30.

La preghiera della Domenica è in comunione con tutte le comunità e chiese cristiane.

Il calendario ci porta oggi la memoria di Giuliana di Norwich, eremita e contemplativa.

Nata l’8 novembre 1342 a Norwich, in Inghilterra, Giuliana aveva trent’anni, quando, durante il mese di maggio, una grave malattia la portò in punto di morte. Della sua vita, fino a quel momento, non sappiamo nulla. Sappiamo invece, perché lo raccontò lei stessa, che, dopo sette giorni, il 13 maggio 1373, ebbe una serie di sedici visioni in cui potè contemplare la passione di Cristo, ricavandone una grande sensazione di pace e di gioia. Divenuta eremita, prese a vivere in una piccola capanna nei pressi della chiesa di san Giuliano a Conisford, da cui prese il nome e dove dedicò il resto della vita a pregare e a riflettere sul significato di quelle visioni. Frutto di queste meditazioni fu il Libro delle Rivelazioni, steso in due redazioni differenti, una più breve, scritta a ridosso di quell’esperienza, e un’altra più lunga, su cui lavorò per circa vent’anni, ricca di riflessioni sul significato di quelle visioni. Giuliana è nota per la sua insistenza sul tema della “maternità” di Dio e per il suo ottimismo teologico, in forza del quale arrivò a scrivere: “Tutto sarà bene, e tutto sarà bene, e ogni sorta di azione sarà bene”. La sua teologia rivela una profonda consapevolezza che tutto l’essere dell’uomo riceve senso dal fatto di essere posto tra le mani amorose di Dio. Qualunque cosa accada. Giuliana morì probabilmente intorno al 1417. La Chiesa d’Inghilterra celebra la sua memoria in questo giorno.

E tutto, per stasera. Noi ci si congeda qui, lasciandovi ad un testo di Giuliana di Norwich, tratto da “Il libro delle rivelazioni”, che vi proponiamo come nostro

PENSIERO DEL GIORNO
C’è un’opera che la beatissima Trinità farà nell’ultimo giorno, mi sembra, e quale opera sarà e come si realizzerà resta ancora ignoto a tutte le creature inferiori a Cristo, e sarà così fino a quando sarà compiuta. La bontà e l’amore del nostro Signore Dio vogliono che noi sappiamo che si compirà, e la sua potenza e la sua sapienza, per il medesimo amore, vogliono celare e nascondere ai nostri occhi cosa sarà e come si compirà. E il motivo per cui vuole che noi sappiamo questo è perché desidera che la nostra anima abbia un maggiore sollievo e rimanga in pace nell’amore, e cessi di fissare l’attenzione sulle tempeste che possono impedirci di gioire veramente in lui. Questa è la grande opera stabilita dal nostro Signore Dio fin dall’eternità, nascosta come un tesoro nel suo petto beato, nota solo a lui, con la quale egli porterà tutte le cose al bene. Poiché, come la Trinità beata ha creato tutte le cose dal nulla, così la medesima beata Trinità trasformerà in bene tutto ciò che non è bene. E in questa visione io mi stupii grandemente, e considerai la nostra fede, con questa idea in mente: la nostra fede è fondata sulla parola di Dio, e per la nostra fede noi crediamo che la parola di Dio si realizzerà in tutte le cose. (Giuliana di Norwich, Il libro delle rivelazioni).

Ricevete l’abbraccio dei vostrti fratelli e sorelle della Comunità del bairro.

Giorno per giorno – 08 Maggio 2022ultima modifica: 2022-05-08T22:40:48+02:00da fraternidade
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