Giorno per giorno – 24 Gennaio 2021

Carissimi,
“Passando lungo il mare della Galilea, vide Simone e Andrea, fratello di Simone, mentre gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. Gesù disse loro: Seguitemi, vi farò diventare pescatori di uomini. E subito, lasciate le reti, lo seguirono” (Mc 1, 16-18). Tempo fa, riflettendo su questo vangelo, ci dicevamo che forse l’immagine più realistica e calzante per ridire questo invito di Gesù ai giorni nostri è quella delle imbarcazioni umanitarie che, negli ultimi anni, si dedicavano (forse lo fanno ancora, ma non se ne parla più) a salvare la vita dei migranti che si erano azzardati ad attraversare con mezzi di [s]fortuna quel mare al di la del quale sognavano di trovare le condizioni di una vita più degna di quella da cui fuggivano e che invece rischiavano, come migliaia di altri che li avevano preceduti, di morire in balia delle onde. “Pescatori di uomini”, comunque e ovunque si operi, per sottrarli a un Sistema che in vario modo produce morte è la missione che Gesù affida a coloro che chiama alla sua sequela. Per testimoniare alle vittime di ogni forma di violenza, intolleranza, odio, disprezzo, discriminazione, indifferenza, la verità del lieto annunzio che Gesù è venuto a portare: che, Lassù, Qualcuno le ama e noi, solo a volerlo, ne siamo la prova.

“Quella di oggi è la 3ª Domenica del Tempo Comune, Domenica della Parola di Dio, stabilita da papa Francesco con il Motu Proprio, Aperuit illis, perché “non venga mai a mancare nella vita del nostro popolo questo rapporto decisivo con la Parola viva che il Signore non si stanca mai di rivolgere alla sua Sposa, perché possa crescere nell’amore e nella testimonianza di fede”. I testi che la liturgia propone alla nostra riflessione sono tratti da:
Libro di Giona, cap.3, 1-5.10; Salmo 25; 1ª Lettera ai Corinzi, cap.7, 29-31; Vangelo di Marco, cap.1, 14-20.

La preghiera della Domenica è in comunione con tutte le Comunità e Chiese cristiane.

Oggi facciamo memoria di Erich Sack, pastore luterano, oppositore del nazismo, martire a Dachau; e di Mons. Samuel Ruiz Garcia, vescovo-profeta nel Chiapas.

Erich Sack nacque, il 1° Aprile 1887, a Goldap, nella Prussia Orientale (oggi, in Polonia). Ordinato Pastore luterano dopo gli studi in teologia all’Università di Königsberg , aveva cominciato a svolgere il suo ministero nella Parrocchia di S. Anschar e all’ospedale “Bethlehem” a Eppendorf, nei dintorni di Amburgo. Nel 1914 ritornò nella Prussia Orientale e divenne Pastore a Lyck (Ełk). Nel 1924 si trasferì a Pillkallen (Dobrovolsk) e, nel 1927, a Lasdehnen (Krasnoznamensk). Dopo la presa del potere da parte dei nazisti, si oppose strenuamente all’organizzazione dei “Cristiani tedeschi” di ispirazione nazista, e si unì alla Chiesa Confessante. Nel 1942 fu arrestato dalla Gestapo, sotto l’accusa di “minare la resistenza del popolo tedesco” per aver espresso pubblicamente le sue preoccupazioni circa una vittoria tedesca. Erich Sack morì nel campo di concentramento di Dachau il 24 Gennaio 1943.

Nato il 3 Novembre 1924, a Irapuato, nello stato di Guanajuato (Messico), Samuel Ruiz Garcia era stato ordinato sacerdote il 2 aprile 1949. Alla fine del 1959, quando aveva solo trentacinque anni, Giovanni XXIII lo nominò vescovo del Chiapas, una diocesi vastissima, caratterizzata per la sua estrema povertà e per il fatto di avere una popolazione a maggioranza indigena. Dai poveri della sua diocesi, tatic Samuel, anche sull’onda dello spirito più vero del Concilio Vaticano II, si lasciò convertire e al loro servizio ininterrottamente si pose sino al compimento dei settantacinque anni di età, alla fine del 1999, quando, presentate le canoniche dimissioni (ansiosamente attese da alcune alte gerarchie), si ritirò a Queretaro, dove visse gli ultimi anni della sua vita. Si è spento il 24 gennaio 2011, alla vigilia del cinquantunesimo anniversario della sua consacrazione episcopale. In tempo per celebrarla ai piani superiori.

È tutto, per stasera. Di Mons. Samuel Ruiz García, vi offriamo nel congedarci, uno stralcio della lettera pastorale “Una nueva Hora de Gracia”, datata 25 gennaio 2004. Che è, per oggi, il nostro

PENSIERO DEL GIORNO
I fenomeni migratori derivanti dalla globalizzazione e dai conflitti armati, nonché la crescente manifestazione della presa di coscienza dell’identità etnica, rendono essenziale un dialogo interreligioso, al di là del dialogo ecumenico che si svolge tra i cristiani. In effetti, siamo testimoni di come da anni venga aumentando l’esodo della popolazione latinoamericana e caraibica (compreso un numero crescente di popolazioni indigene), principalmente verso gli Stati Uniti e il Canada e di come ugualmente, a causa di situazioni economiche, tensioni politiche e sconvolgimenti militari, crescano le migrazioni dai paesi dell’Est e dell’Africa verso l’Europa. Allo stesso tempo, emergono gli aborigeni come “soggetti” della loro storia, consapevoli della loro identità etnica in gran parte sconosciuta e calpestata, intesi a recuperare le loro lingue e i loro valori culturali, il che esige dalle loro religioni precolombiane, ancora vive, e dal cristianesimo, un dialogo che non avvenne cinquecento anni fa. Questo, mentre si cerca di imporre al mondo una lettura fallace che spieghi il terrorismo come risultato dell’intransigenza religiosa. Tutto ciò rafforza le iniziative di dialogo tra religioni, per altro già avviate. “Le questioni che preoccupano le chiese dei ‘due terzi del mondo’ sono gradualmente diventate le principali preoccupazioni dell’agenda teologica di tutto il mondo”. Quanto al resto: da un lato, situazioni che preoccupano nel “terzo mondo” la Teologia della liberazione sono apparse in segmenti depressi della stessa società del primo mondo; mentre, dall’altra, l’incontro di culture e religioni sta diventando un fatto concreto nelle stesse nazioni del primo mondo, il che fa sì che il dibattito teologico sulle altre religioni, si sia convertito in un interesse primario all’interno delle stesse chiese del mondo occidentale. L’emergere dei poveri e l’opzione per loro, sfida infine i membri di tutte le religioni. Pur consapevoli che dobbiamo riconoscere gli atteggiamenti negativi che abbiamo avuto per quasi 20 secoli nei confronti delle altre religioni, c’è da registrare l’enorme cambiamento avvenuto negli ultimi anni nella riflessione sulle principali questioni sollevate dal pluralismo religioso, soprattutto sul ruolo positivo delle altre religioni per la salvezza dei loro membri, che è già diventato oggetto di riflessione teologica sotto l’aspetto della “storia della salvezza”. Infine, vale la pena menzionare le “prassi” recenti ispirata alle posizioni teologiche del Concilio Ecumenico Vaticano II. Poiché i cristiani e i membri di altre tradizioni religiose partecipano alla realtà del Regno di Dio, essi sono destinati anche a costruirlo insieme nella storia fino alla sua pienezza teologica. In questo contesto, il dialogo ha una dimensione costitutiva dell’evangelizzazione, che ci porta a riconoscere la forza unificante dello Spirito, attiva nella preghiera sincera dei membri delle diverse religioni. (Mons. Samuel Ruiz, Una nueva Hora de Gracia).

Ricevete l’abbraccio dei vostri fratelli e sorelle della Comunità del bairro.

Giorno per giorno – 24 Gennaio 2021ultima modifica: 2021-01-24T22:33:49+01:00da fraternidade
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