Giorno per giorno – 22 Gennaio 2021

Carissimi,
“Salì poi sul monte, chiamò a sé quelli che egli volle ed essi andarono da lui. Ne costituì Dodici che stessero con lui e anche per mandarli a predicare e perché avessero il potere di scacciare i demòni.” (Mc 3, 13-15). Dodici come i figli di Giacobbe, che avevano dato origine alle tribù d’Israele, a significare tutto il popolo che, ridotto in schiavitù, ricevette da Dio il compito di mostrare al mondo il cammino che porta alla liberazione e alla vita. I Dodici chiamati da Gesù sono patriarchi del nuovo popolo di Dio, che abbraccia ora tutta l’umanità, convocata a partire dalle sue diversità, simboleggiate dai nomi e dalle storie di ciascuno di loro, a riunirsi sotto il segno della fraternità, con la missione di fronteggiare e sconfiggere le forze del male e della divisione. Questa è perciò una missione che riguarda anche noi, resi sua famiglia dalla Parola che, attraverso l’ascolto e la testimonianza, ci incorpora nel progetto per il quale egli per primo è stato inviato: viversi tenacemente come accoglienza, cura, dono e perdono sotto un Sistema (il mondo per cui Gesù disse di non pregare, cf Gv 17,9), che si vuole altro da Dio, spesso ipocritamente in nome di Dio.

Oggi il calendario ci porta la memoria dell’Abbé Pierre, il prete dei senzatetto.

Henri Antoine Groues (questo il suo nome alla nascita) era nato il 5 agosto 1912, in una famiglia benestante di Lione. Dopo gli studi dai gesuiti, l’incontro con la figura di Francesco, durante un viaggio ad Assisi, lo spinse ad abbracciare la vita religiosa nell’ordine dei frati minori cappuccini, dove nel 1931 emise i suoi voti, assumendo il nome di frère Philippe e devolvendo il suo patrimonio personale ad opere caritative. La vigilia dell’ordinazione a sacerdote, nel 1938, il padre Henri De Lubac, gli suggerì: “Fa’ una sola preghiera allo Spirito Santo, che ti dia l’anticlericalismo dei santi”. E ci sembra una preghiera sempre buona. L’anno successivo, motivi di salute costrinsero il nostro a lasciare la vita conventuale e ad incardinarsi nella diocesi di Grenoble. Dopo lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, si dedicò attivamente al salvataggio dei perseguitati dalla tirannia nazista, ebrei e oppositori politici, divenendo in seguito elemento di primo piano della resistenza francese. Alla fine della guerra, fu deputato all’Assemblea nazionale costituente, nel 1945-46 e poi, in Parlamento, fino al 1951. Intanto, nel 1949, aveva dato vita al Movimento Emmaus che, negli anni successivi, darà vita, in decine di Paesi, a centinaia di comunità, in cui i poveri, con un lavoro di recupero e riutilizzo di quanto viene buttato via, si guadagnano da vivere onestamente e si permettono il “lusso” di aiutare chi sta ancora peggio. “Vivere è rendere credibile l’Amore” “L’urgenza è la condivisione, condivisione anche del bene lavoro, del tempo libero…”. È il messaggio che per mezzo secolo l’Abbé Pierre portò ovunque. Nel 1996, la sua immagine fu per qualche tempo seriamente offuscata, a causa di alcune sue dichiarazioni a favore di Roger Garaudy, una figura d’intellettuale dal percorso piuttosto complesso e volubile, di estrazione protestante, poi stalinista, marxista dissidente, cattolico e infine musulmano, approdato all’antisemitismo e sostenitore di sciagurate tesi negazioniste sull’Olocausto. Ma, il vecchio Abbé Pierre seppe tirarsene fuori, per riprendere, nonostante le malferme condizioni di salute, la missione di sempre. Ha vissuto gli ultimi anni nella Comunità Emmaus di Alfortville, nel Val-de-Marne. Ricoverato il 14 gennaio all’ospedale Val-de-Grâce, a Parigi, per un infezione polmonare, vi si è spento il 22 gennaio 2007.

I testi che la liturgia odierna propone alla nostra riflessione sono tratti da:
Lettera agli Ebrei, cap. 8, 6-13; Salmo 85; Vangelo di Marco, cap. 3, 13-19.

La preghiera del Venerdì è in comunione con i fratelli della Umma islamica.

È tutto per stasera. Noi ci si congeda con una citazione dell’Abbé Pierre, tratta dal suo libro “Lo scandalo della fame interpella la Chiesa” (Cittadella Editrice), che è, così, per oggi, il nostro

PENSIERO DEL GIORNO
Voi giovani che avete vent’anni sarete o la più felice, o la più miserabile delle generazioni. Voi sarete la generazione più disgraziata che sia mai esistita, se entrerete stupidamente nella vita con il desiderio mostruoso che noi abbiamo avuto prima di voi: “IO, IO, IO, la mia carriera, la mia ricchezza, il mio comfort, che mi interessa degli altri ?” Sarete infelici, se metterete il vostro benessere a vostro esclusivo servizio, indifferenti agli altri. Sarete infelici, perché la brutalità, la rapidità degli sconvolgimenti vi sorprenderà come una valanga, in modo che quelli che affronteranno la vita guidati da questa follia si troveranno schiacciati, spezzati, su questa terra stessa, in una dannazione della terra prima di quella eterna. Sarete la più felice generazione che sia mai esistita al mondo, se avrete l’intelligenza di capire che soltanto l’Amore è capace di mettere il benessere a servizio di tutti. Ma per fare questo, abbiate cura di non vivere nemmeno un giorno nella prosperità, nella comodità, nel benessere, nei piaceri, senza che il dolore degli altri sia venuto fino a voi. Lasciate qualche finestra aperta, qualche porta aperta di casa vostra. Abbiate qualcosa per cui siate in comunione con questa misteriosa fonte di intelligenza che è partecipazione al dolore degli altri. (Abbè Pierre, Lo scandalo della fame interpella la Chiesa).

Ricevete l’abbraccio dei vostri fratelli e sorelle della Comunità del bairro.

Giorno per giorno – 22 Gennaio 2021ultima modifica: 2021-01-22T22:29:04+01:00da fraternidade
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